Antitrinitarismo: differenze tra le versioni

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1 Pietro {{passo biblico|1P|1,3}}, visualizza tutti i passi insieme {{passo biblico|Mt+19,17;27,46.Mc+10,18;15,34;13,32.Lc+18,19.Gv+20,17;17,3;14,28.Ef+1,17;4,4-6.1Cor+8,6;12,4-6;15,24-28.2Cor+1,3;13,14.1Ti+2,5.Fl+2,5-10.1P+1,3|nome=qui}}</ref>
sembrano implicare che il titolo '''Dio''' non fosse usato per Gesù e che vi sono "''evidenze negative che, spesso, vengono, in qualche modo, ignorate, nel modo in cui i Cattolici affrontano l'argomento''". Tuttavia la conclusione di Brown è che Gesù è chiamato Dio nel Nuovo Testamento, ma lo sviluppo è stato graduale e non è emerso fino a un'epoca tarda nella tradizione del Nuovo Testamento, in cui "''ci sono tre affermazioni ragionevolmente chiare e cinque probabili in cui Gesù è chiamato Dio. Usare "Dio" per Gesù è attestato all'inizio del [[II secolo]] come prosecuzione dell'uso iniziato ai tempi del Nuovo Testamento. "Gesù è il Signore" era evidentemente una popolare formula confessionale ai tempi del Nuovo Testamento, e con questa formula i cristiani hanno dato a Gesù il titolo di [[Kyrios (termine biblico)|Kyrios]], che è la traduzione della Septuaginta per YHWH. Se a Gesù viene dato questo titolo, perché non può essere chiamato Dio (theos), che la Septuaginta spesso utilizza per tradurre Elohim?''"
Va comunque detto che il termine Dio pur se in pochi brani sembra che venga usato per descrivere altre creature soprannaturali non identificabili con il Dio Creatore degli Ebrei, come pure per descrivere certi uomini che compivano gesti clamorosi. Anche il nuovo testamento sembra attribuire alle creature spirituali in opposizione a Dio il titolo Theos equivalente di elohim (2 corinti 4,4) lo stesso titolo attribuito alla persona di Gesù (vedi Giov:1,1 testo greco interlineate Merk) pertanto non è chiaro se i primi cristiani attribuissero alla persona di Gesù una natura e un ruolo del tutto particolari o se il termine Theos associato alla sua persona avesse il semplice scopo di identificarlo come una creatura sicuramente divina ma separata completamente dal Dio Creatore degli Ebrei. Tuttavia tenendo conto che i primi cristiani erano pur sempre Ebrei possessori di una cultura ebraica fortemente monoteistica sembra assai improbabile che attribuissero a Gesù il concetto teologico trinitario che si sviluppò soltanto in seguito e che sembra essere completamente estraneo a tutta la teologia elaborata nell'intera Bibbia.
 
=== Teorie sull'origine e influenza politeistica ===
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== La pluralistica posizione cristiana valdese ==
Nella [http://www.chiesavaldese.org/index.php Chiesa cristiana valdese] è stato aperto un dibattito, sulla questione della trinità, da parte di importanti teologi e pastori, fra i quali Paolo Ricca e Alessandro Esposito<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.ildialogo.org/editoriali/direttore_1282916869.htm|titolo=Si può essere cristiani senza credere nella trinità?}}</ref>. Paolo Ricca, sul n. 8 di "Riforma" del 2010, spiega che il dogma trinitario venne imposto, sotto pena di morte, dall'imperatore Teodosio nel 380, e che non si trova tale e quale nella bibbia. In particolare, la parola "trinità" non esiste nella bibbia; né "sostanza" è una categoria biblica. Riguardo alla parola "persona", essa oggi ha un significato diverso da quello che aveva nel IV secolo <ref>{{Cita web|url=http://www.ildialogo.org/editoriali/direttore_1282916869.htm|titolo=Dialoghi con Paolo Ricca, “Si può essere cristiani senza credere nella trinità?”|citazione=“Allora significava la maschera che l’attore portava sul volto per interpretare un personaggio. Oggi invece significa un individuo, un soggetto unico e irriducibile ad altro. Perciò, dire oggi «un Dio in tre persone» fa pensare a tre divinità, una accanto all’altra, introducendo così una forma larvata di politeismo.”}}</ref> . Ciononostante Paolo Ricca conclude che la dottrina della trinità è biblica nella sostanza, se non nella forma e che al quesito se sia possibile o no essere cristiani se non si crede nella trinità, risponderebbe “tendenzialmente di no”, pur sospendendo la risposta perché “i cristiani si riconoscono dai frutti più che dalle dottrine.” <ref name=":0" /> Paolo Ricca propende nel battesimo per l'esclusione della formula trinitaria<ref>{{Cita libro|autore=PAOLO RICCA|titolo=Dal battesimo allo sbattezzo|anno=2015|editore=Claudiana|città=|pp=49, 51|citazione=[p.49] Sarebbe senz'altro auspicabile che la formula battesimale «nel nome di Gesù» - dopo un'eclisse di duemila anni! - torni a essere utilizzata nelle chiese, non solo perché è la formula cristiana originaria, ma anche perché esprime il senso del battesimo forse meglio della formula trinitaria. [p.51] Ma qual era la confessione di fede richiesta per il battesimo? All'origine era una confessione di fede non ancora articolata in senso trinitario, ma circoscritta alla persona di Gesù, riconosciuto come Figlio di Dio.}}</ref> .
 
Il pastore Alessandro Esposito osserva che la trinità, in quanto ''vexata quaestio'', richiese addirittura la convocazione di più concili, il che fa pensare che una parte del cristianesimo delle origini non confessò Gesù come Dio. Alessandro Esposito mette in dubbio che la natura trinitaria di Dio traspare anche dall'Antico Testamento ed esorta a cogliere il carattere relazionale dell'unico Dio in modo da evitare “l'appiattimento identitario proprio di una certa lettura del dogma trinitario secondo la quale confessare che Gesù è il figlio di Dio coincide con l'affermare che egli sia il Dio-figlio.”<ref>{{Cita web|url=http://www.ildialogo.org/editoriali/direttore_1282916869.htm|titolo=La complessità della questione trinitaria|autore=Alessandro Esposito}}</ref>
 
== Note ==