Giacomo Leopardi: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Perì l'inganno estremo,<br />ch'eterno io mi credei|''[[A se stesso]]'', vv.2-3}}
[[File:Fanny Targioni Tozzetti.jpg|thumb|Fanny Targioni Tozzetti]]
Intanto, nell'aprile del [[1830]], il Colletta, al quale il poeta scriveva della sua vita infelice, gli offrì, grazie ad una sottoscrizione degli "amici di Toscana",<ref>Cecchi, Sapegno, ''op. cit.'', p. 845</ref> l'opportunità di tornare a Firenze, dove il 27 dicembre [[1831]] fu eletto socio dell'[[Accademia della Crusca]]<ref>Cfr. la {{cita web|url=http://213.225.214.179/fabitaliano2/globale/accademico.asp?_method=trovaaccademico&pcount=1&p0=chiave%20=%20543|titolo=scheda su Giacomo Leopardi del sito dell'Accademia della Crusca|accesso=7 giugno 2009|urlmorto=sì}}</ref>. Per mantenersi accettò la sottoscrizione e progettò un giornale che avrebbe curato quasi da solo, ''Lo spettatore fiorentino'', ma che non realizzerà a causa della burocrazia e del timore della censura. Nello stesso [[1831]] a Firenze curò un'edizione dei "Canti", partecipò ai convegni dei [[liberalismo|liberali]] fiorentini e strinse infine una stretta amicizia col giovane esule [[Napoli|napoletano]] [[Antonio Ranieri]], futuro senatore del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], che durerà fino alla morte. Nel 1831, grazie alla fama di personalità liberale, fu eletto deputato dell'assemblea del [[Province Unite Italiane|governo provvisorio di Bologna]] (sorto dai [[moti del 1831]]), su designazione del Pubblico Consiglio di Recanati, ma non fa in tempo ad accettare la nomina (peraltro mai richiesta) che gli austriaci restaurano il governo pontificio. I genitori decidono infine di concedergli un modesto assegno mensile che gli permette di sopravvivere; Leopardi accetta ma, reputandolo umiliante, decide di non tornare mai più a Recanati.<ref>{{cita|Citati|p. 310-335}}</ref>
 
Risale sempre a questo periodo la forte passione amorosa per [[Fanny Targioni Tozzetti]], conclusasi in una delusione, che gli ispirò il cosiddetto "[[ciclo di Aspasia]]", una raccolta di poesie scritte tra il [[1831]] e il [[1835]] che contiene: ''[[Il pensiero dominante]]'', ''[[Amore e morte (poesia)|Amore e morte]]'', ''[[A se stesso]]'', ''[[Consalvo (poesia)|Consalvo]]'' e ''[[Aspasia (poesia)|Aspasia]]''. In questa raccolta si manifestò il Leopardi più disilluso e disperato, orfano anche di quella tristezza nostalgica degli ''Idilli'', nella perdita dell'ultima illusione che gli era rimasta, quella dell'amore (''l'inganno estremo'').<ref>{{cita|Citati|p. 375-390}}</ref>
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* {{cita web|http://www.bnnonline.it/biblvir/leopardi.htm|I canti di Giacomo Leopardi dai manoscritti autografi della Biblioteca Nazionale di Napoli}}
* {{cita web|url=http://www.gheminga.it/articolo.asp?art=31&title=il+'pessimismo'+in+leopardi+e+schopenhauer|titolo=Il ''Pessimismo'' in Leopardi e Schopenhauer|urlmorto=sì}}
* {{collegamento interrotto|1=[http://www.bibliotecaitaliana.it/ScrittoriItalia/catalogo/browse/autore-autore.xq?autore=Leopardi,%20Giacomo Opere] |date=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }} integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]]
* [http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT230.HTM Opere di Giacomo Leopardi], testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
* {{cita web|url=http://www.giornaledifilosofia.net/public/filosofiaitaliana/scheda_fi.php?id=15|titolo=Leopardi: Dialogo di un Fisico e di un Metafisico. Arte di prolungare la vita o arte della felicità?}}