Repubblica Sociale Italiana: differenze tra le versioni

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L'integrità territoriale della RSI non fu rispettata dai tedeschi. Il 10 settembre del [[1943]], con un ordine segreto firmato a poche ore di distanza dalla liberazione di Mussolini,<ref>{{cita|Cospito, Neulen|p. 127}}. L'ipotesi di allargare il Reich a sud era emersa già prima dell'8 settembre. Ibidem, p. 128. NB. Il testo di Cospito e Neulen contiene per refuso la data del 10 settembre, ma i documenti riprodotti riportano correttamente la data del 12.</ref> Hitler concesse ai [[Gauleiter]] del [[Tirolo]] e della [[Carinzia]] di annettere ai rispettivi [[Reichsgau]] molte province del Triveneto.<ref>Il 1º ottobre il Gauleiter della [[Carinzia]] prendeva per decreto con valore retroattivo al 29 settembre il controllo militare e civile. Cfr. ''Gazzetta Ufficiale del Litorale Adriatico nr. 1 del 15 ottobre 1943'' e [[Franco Filanci]]. ''Trieste, tra alleati e pretendenti, ediz. [[Poste italiane]] - Museo Postale dicembre 1995''</ref> Con la liberazione di Mussolini e la proclamazione della RSI, Hitler non tornò sulla propria decisione, ma la legittimò con la costituzione delle due zone di Operazioni [[Zona d'operazioni delle Prealpi|delle Prealpi]] (province di [[Provincia autonoma di Trento|Trento]], [[Provincia autonoma di Bolzano|Bolzano]] e [[Provincia di Belluno|Belluno]]) e del [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico|Litorale Adriatico]] (province di [[Provincia di Udine|Udine]], [[Provincia di Gorizia|Gorizia]], [[Provincia di Trieste|Trieste]], [[Provincia dell'Istria|Pola]], [[Provincia del Carnaro|Fiume]], [[Provincia di Lubiana|Lubiana]]), ufficialmente con motivi militari,<ref>Cioè la protezione delle direttrici del Tarvisio e del Brennero e la difesa antisbarco in Istria. Cfr. {{cita|Cospito, Neulen|p. 127}}.</ref> ma in pratica amministrate da funzionari civili tedeschi che ricevevano direttamente dal Führer "le indicazioni fondamentali per la loro attività".<ref>''Documenti diplomatici tedeschi Serie E VI n.311''</ref> Una decisione che serviva alla Germania per lasciare aperta la questione delle frontiere con l'Italia, da ridisegnarsi a guerra eventualmente vinta<ref>Nelle Zone d'Operazioni si intrecciarono i differenti punti di vista e le aspirazioni dei diversi poteri del Terzo Reich, spesso anche incoerenti fra loro: per Göbbels sarebbe stato desiderabile annettere l'intero nord-est italiano, compresa Venezia. I Gauleiter di Tirolo e Carinzia invece rispondevano a progetti ambigui, proiettati alla ricostituzione di una "grande Austria" presentabile nei confronti dei futuri vincitori alleati della guerra o di un Tirolo unito e indipendente a guerra finita. Le SS insediarono in provincia di Udine oltre 20 mila cosacchi con le proprie famiglie, nella prospettiva di creare uno "Stato cuscinetto del Friuli" (''Pufferstaat Friaul'') o del Kosakenland, cercando anche di suscitare sentimenti anti-italiani nelle popolazioni ladine. Cfr. Pier Arrigo Carnier, ''Lo sterminio mancato'' e ''L'armata cosacca in Italia. 1944-1945'' Mursia. Dal canto suo, l'ambasciatore tedesco Rahn cercò di moderare le prevaricazioni dei gauleiter Reiner e Hofer, rimandando ogni discussione a guerra finita. Cfr. {{cita|Cospito, Neulen|pp. 128-129}}.</ref>
 
Nei giorni successivi all'8 settembre 1943 la [[Croazia]] di [[Ante Pavelić|Pavelić]] invase la [[Dalmazia]], ma Hitler non le concesse anche il possesso di [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Zara]], sottoposte a comando militare tedesco (la prima nell'ambito dell'OZAK). Similmente, le Bocche di Cattaro furono sottoposte a comando militare tedesco, mentre l'[[Albania]] – unita dinasticamente dal 1939 all'Italia tramite la corona di Casa Savoia – fu dichiarata "indipendente". Il [[Dodecaneso]], rimase sotto nominale sovranità italiana, sebbene sottoposto a comando militare tedesco. Per la [[Provincia di Lubiana|Provincia Autonoma di Lubiana]] (Provinz Laibach) il gauleiter Rainer impedì addirittura l'insediamento – ancorché solo formale – del capo-provincia (equivalente al prefetto) italiano nominato da Mussolini.<ref>{{cita|Cospito, Neulen|p. 128}}.</ref>
 
Durante l'occupazione nazista numerose opere d'arte, quali dipinti e sculture, vennero trafugate dalle loro sedi italiane e trasferite in Germania: a tale scopo [[Hermann Göring]] istituì un apposito corpo militare nazista chiamato Kunstschutz (''protezione artistica'').<ref>Parte delle opere rubate vennero recuperate dopo la guerra, in particolare grazie all'opera di [[Rodolfo Siviero]], altre andarono perse o inglobate nel bottino di guerra raccolto dell'[[Armata Rossa]] in Germania e mai reso agli originali proprietari</ref>