Giovanni Conti (politico): differenze tra le versioni

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Giovanni Conti, dimessosi dal [[Partito Repubblicano Italiano|P.R.I.]], dedicò gli ultimi anni di vita alla riforma degli enti locali ed alle autonomie, alla battaglia contro il latifondo, alla costituzione del [[Consiglio superiore della magistratura|Consiglio Superiore della Magistratura]] della cui proposta di legge fu primo firmatario. Si batté a favore delle popolazioni della [[Sila]], promuovendo un'indagine sulle condizioni di quelle terre ed una riforma; e del [[Molise]], ottenendo che il parlamento deliberasse per l'acquedotto del comparto di [[Ururi]]. Intervenne per la costruzione degli alloggi dei coltivatori diretti, per le provvidenze e la meccanizzazione in agricoltura. Sostenne, diversamente dalla [[Democrazia Cristiana]], che gli agricoltori non andassero concentrati in villaggi e paesi ma lasciati abitare in singole case coloniche, pur favorendo la socialità mediante organizzazioni culturali ed economiche.
 
La fine della [[I legislatura della Repubblica Italiana|I legislatura]] segnò il definitivo ritiro dalla scena politica di Giovanni Conti, ma egli continuò fino alla morte a scrivere per l'ideale repubblicano e l'educazione democratica, attorniato da intellettuali e scienziati come [[Guglielmo Negri]], [[Alberto Ronchey]], Anton Luigi Aiazzi, Alessandro Morandi. Pubblicò il periodico "Gioventù Libera", insieme ad [[Annibale Bianco]] - suo stretto collaboratore, firmatario di molti articoli, membro della Direzione e dell'Esecutivo della Unione Romana del P.R.I. e nominato Segretario Nazionale della F.G.R.I. (Federazione Giovanile Repubblicana) - e iniziò a scrivere "La lotta per la democrazia in Italia", rimasto incompiuto a causa della morte, l'11 marzo [[1957]]. Morì in un letto di ferro, sostanzialmente povero, in una casa priva di riscaldamento, avendo rifiutato i comodi alloggi costruiti all'[[EUR]] per i senatori della Repubblica sulla base di una legge contro la quale egli aveva votato. È sepolto a fianco della moglie Rosa Alessandrini al [[Cimitero del Verano|cimitero monumentale del Verano]] di [[Roma]]. Il suo studio professionale di Via Campo Marzio 69 è stato ricostruito con alcuni oggetti originali (la scrivania con sedia, una libreria, altri oggetti) presso i locali dell'Archivio di Stato di [[Ancona]].
 
== Note ==