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Nel [[XVII secolo|Seicento]], dalla fusione di diverse vigne fu realizzata a nord del quartiere la [[villa Doria Pamphilj]]<ref>{{Cita|Benocci}}.</ref>, oggi il parco pubblico più grande di Roma, al cui interno sorge il Casino progettato da [[Alessandro Algardi]] e che fu espropriato e poi aperto al pubblico nel 1972. L'area della villa, insieme col Vascello e porta San Pancrazio, fu teatro nel [[1849]] di cruente battaglie per la difesa della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]].
 
Sulla base del [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] del [[1909]], nell'area più prossima alle Mura è avvenuta agli inizi del Novecento la prima espansione urbana di Monteverde Vecchio (via Carini e piazza Rosolino Pilo), caratterizzato da villini signorili con giardino, inclusi dal vigente piano regolatore nella "città storica". L'edificazione è poi proseguita durante il [[Urbanistica a Roma tra il 1870 e il 2000#La capitale del fascismoFascismo|fascismo]] con le case popolari (soprannominate "i grattacieli") nella vallata di via di Donna Olimpia (occupata un tempo dal fosso di Tiradiavoli fino al Ponte Bianco, struttura ferroviaria degli [[anni 1920|anni venti]]), con l'ospedale del Littorio, oggi San Camillo, e con le palazzine sull'altro rilievo di Monteverde Nuovo, incentrato su piazza San Giovanni di Dio. Solo nel secondo dopoguerra è invece cominciata l'edificazione dei Colli Portuensi, in concomitanza con l'apertura dell'omonima strada come parte della via Olimpica.
 
Nella vasta spianata sotto il Ponte Bianco si apre il primo capitolo (''Il Ferrobedò'') di ''[[Ragazzi di vita]]'', il celebre romanzo di [[Pier Paolo Pasolini]], nel quale il ponte ritorna spesso come presenza funzionale e [[simbolo|simbolica]]<ref>{{Cita|Capitolo, Saci, Sofri|Pier Paolo Pasolini a Monteverde.}}.</ref>.