Riforma Gentile: differenze tra le versioni

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La '''riforma Gentile''' è una serie di [[atto normativo|atti normativi]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] che costituì la riforma scolastica organica varata in Italia.
 
Prese il nome dall'ispiratore, il filosofo [[idealismo|neoidealista]] [[Giovanni Gentile]], [[Ministri della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia|Ministro della Pubblica Istruzione]] del [[governo Mussolini]] nel [[1923]] che la elaborò assieme a [[Giuseppe Lombardo Radice]]. Questa riforma prevedeva la formazione classica e umanistica, cui venne dato ampio spazio nel nuovo ordinamento, come unico mezzo di istruzione per formare le future classi dirigenti fasciste; così al Liceo classico venne attribuita molta importanza, e ricopriva un ruolo fondamentale quindi, nella formazione dirigenziale e amministrativa. (Ogni dirigente, amministratore o dipendente pubblico doveva essere comunque tesserato al [[Partito Nazionale Fascista|P.N.F.]] ).)
 
«La più fascista» delle riforme, come la definì Mussolini<ref>Circolare ai prefetti delle città sedi universitarie del 6 dicembre 1923, ora in Edoardo e Duilio Susmel (a cura di), ''Opera omnia di Benito Mussolini'', XX, ''Dal viaggio negli Abruzzi al delitto Matteotti. 23 agosto 1923-13 giugno 1924'', Firenze, La fenice, 1956, p. 366.</ref>, rimase sostanzialmente in vigore inalterata anche dopo [[nascita della Repubblica Italiana|l'avvento della Repubblica]], fino a quando il [[Parlamento della Repubblica Italiana|parlamento italiano]], con la legge 31 dicembre 1962 n. 1859, abolì la [[scuola di avviamento professionale]] creando la cosiddetta ''scuola media unificata''.<ref>[http://www.treccani.it/scuola/itinerari/anniversari/albanese_smu.html ''31 dicembre 1962: nasce la nuova scuola media'' di Alessandro Albanese, da treccani.it, 20 dicembre 2012.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161115072520/http://www.treccani.it/scuola/itinerari/anniversari/albanese_smu.html |data=15 novembre 2016 }}</ref>