Eremo di San Leonardo al Volubrio: differenze tra le versioni

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L’'''eremo di San Leonardo''' '''al Volubrio''' è un antico monastero costruito nel cuore delle [[Gole dell'Infernaccio]], sui [[Monti Sibillini]] nel territorio comunale di [[Montefortino]], nelle [[Marche]].
 
Della struttura originale oggi resta solamente una chiesetta, ricostruita sui preesistenti resti dal frate cappuccino Armando Lavini, meglio noto come ''padre Pietro,''; il quale, a partire dagli [[Anni 1970|anni '70]], intraprese l'opera di ristrutturazione da solo e con strumentazioni inadeguate.<ref>{{Cita news|url=http://www.sibilliniweb.it/citta/montefortino-rubbiano-eremo-di-san-leonardo-xisec/|titolo=Montefortino> Rubbiano - Eremo di San Leonardo (XI°sec.) - SibilliniWeb.it|pubblicazione=SibilliniWeb.it|accesso=15 settembre 2017}}</ref>
 
== Struttura ==
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[[File:SibilliniMontePizzo StradaAnticaSanLeonardo 1.jpg|miniatura|Resti di un muro di contenimento che danno testimonianza dell'antica mulattiera che conduceva da [[Vetice]] al Volubrio per le asperità del Monte Pizzo.]]
[[File:SibilliniMontePizzo StradaAnticaSanLeonardo casale 1.jpg|miniatura|Ruderi di un casale costruito lungo la vecchia strada del Volubrio.]]
L'attuale chiesa è stata ricostruita sui resti di quello che era un antico [[monastero]] [[Ordine di San Benedetto|benedettino]]. Proprio alla presenza di detto monastero alle pendici della montagna si deve il nome ''monte Priora'', cioè ''monte del [[priore]]'', che era il direttore del monastero e amministratore dei beni.
 
La struttura, che oggi risulta completamente isolata dalla società, sorge in realtà lungo un'antica via di montagna che collegava l'[[Mare Adriatico|Adriatico]] a [[Roma]]. La vecchia strada doveva risalire da [[Vetice]] (frazione di [[Montefortino]]), attraverso le asperità di M. Pizzo, fino a San Leonardo, per poi scendere lungo il fiume e costeggiarlo fino a [[Gole dell'Infernaccio#Capotenna|Capotenna]], e infine valicare l'Appennino all'altezza di [[passo Cattivo]]. La [[Gole dell'Infernaccio|gola dell'Infernaccio]] rimase inaccessibile da [[Rubbiano (Montefortino)|Rubbiano]] fino al [[1820]], quando un'impresa di [[San Severino Marche|San Severino]] costruì i ponti e le infrastrutture per permettere il trasporto della legna dal bosco di Mèta attraverso le gole.<ref>{{Cita news|url=http://www.sibilliniweb.it/citta/le-gole-dell-infernaccio/|titolo=Montefortino> Rubbiano - Le Gole dell'Infernaccio - SibilliniWeb.it|pubblicazione=SibilliniWeb.it|accesso=21 settembre 2017}}</ref>
 
Il fatto che la struttura originaria non fosse limitata alla semplice chiesa è anche archeologicamente provato dai resti delle mura perimetrali di alcuni piccoli edifici, forse cellette abitate dai monaci. Inoltre, poco distanti dalla chiesa sono ancora rintracciabili i resti di muratura che dovevano essere delle fonti annesse al monastero, oggi immerse nella vegetazione.
 
=== Il Castrum de Volubrio ===
[[File:Infernaccio Fonti San Leonardo 1.jpg|miniatura|Resti delle fonti anticamente annesse al monastero.]]
Fin dai primi secoli del Medioevo doveva esistere il "''Castrum de Volubrio''", un insediamento fortificato posto a difesa del territorio dalledelle incursioni dei vicini nemici [[Visso|vissani]]. A favore di questa ipotesi, lungo il sentiero che collega San Leonardo a [[Passo Cattivo]] c'è un luogo che i [[Montefortino|montefortinesi]] chiamano "''Arcufù''" ("''arco fu''"), come a dire che lì "''vi fu l'arco''" d'ingresso di una fortificazione che occludeva il passaggio nella valle. Inoltre è documentata una battaglia del [[1066]] combattuta contro [[Visso]] presso [[Gole dell'Infernaccio#Capotenna|Capotenna]]<ref>{{Cita libro|autore=G. Nepi|titolo=Cenni storici di Montefortino|edizione=Fermo, 1960}}</ref>.
=== Il monastero ===
Il primo atto che documenta l'esistenza di una chiesa risale al XII secolo, quando la contessa Drusiana redige un atto di donazione al [[Monastero di Fonte Avellana]] (nel comune di [[Serra Sant'Abbondio]]) di tutti i suoi possedimenti, tra i quali compare anche la chiesa di San Leonardo al Golubro. Dal XII secolo quindi vi risiederono i [[Congregazione camaldolese|monaci Camaldolesi]] che trasformarono il Volubrio in un centro di fede, cultura e sviluppo frequentato dai pellegrini che nel Medioevo percorrevano la strada che “''…duce a Roma, a Norcia, a Visse et altri luoghi…''”.[[File:Interno-SanLeonardoVolubrio.jpg|miniatura|Interno della chiesa.|sinistra]]
 
In seguito ad un atto del [[1571]], ufficializzato anche dal Papa dell’epoca, i monaci abbandonarono l’eremo a causa “''…della rigidezza et asprezza del luogo, et neve quasi insopportabile, et la difficoltà di addurci su le robbe per la pericolosa et ribiliosa strada''”. Un'altra probabile causa che portò all'abbandono di San Leonardo fu lo sviluppo del [[Ordine francescano|movimento francescano]] che favoriva la vita semplice e umile allapiuttosto che la vita monastica nei luoghi di culto, chedove talora i monaci, grazie alle rendite dei possedimenti e alle ricchezze ricevutoricevute in dono, si erano col tempo allontanati dal primitivo ideale di vita povera. Fatto sta che laLa dipartita dei monaci segnò l'inizio del decadimento della struttura del monastero, che successivamente fu adibita dai pastori della zona a stalla per il bestiame, deposito e fienile.
 
In seguito furono proprietari del Volubrio i monaci di [[Abbazia di Montecorona|monte Corona]], i quali, concessoconcessero in affitto prati e pascoli alla gente di [[Visso]] e [[Ussita]], ed i poderi e gli appezzamenti ai signori di Montefortino, riscuotendo una somma annua di 450 scudi. È documentata una visita pastorale dell’[[8 agosto]] del [[1715]] del cardinale Girolamo Mattei, durante la quale egliche, constatate le condizioni rovinose in cui versava l’eremo, sequestrò il canone di affitto di tutti i beni fino a quando non fosse stato restituito degno decoro all'edificio di culto. Tuttavia il provvedimento non riuscì a migliorare lo stato di degrado dell'eremo, che subì un ulteriore peggioramento tra il [[1805]] ed il [[1815]], durante il [[Regno d'Italia (1805-1814)|regno Napoleonico]]. Nel [[1832]] il comune di [[Montefortino]] tentò invano di far tornare i monaci sul Volubrio. Infine, con l’avvento del Regno d’Italia, nel [[1860]] vennero soppresse tutte le Corporazioni Religiose e i beni dell’eremo confiscati dallo Stato furono venduti all’asta.
 
Negli anni successivi la chiesa di San Leonardo e i territori circostanti furono quindi in mano a diversi privati. La proprietà appartenne alla famiglia Rosi dal [[1909]] al [[1934]], poi fu venduta al [[Luigi Albertini|Senatore Luigi Albertini]].