Antonio Maria Zaccaria: differenze tra le versioni

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Il collegio maschile venne approvato il 18 febbraio [[1533]], con il [[breve apostolico]] ''Vota per quae'' di [[Clemente VII]]. Con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Dudum felicis recordationis'' di [[papa Paolo III]] del 25 luglio 1535 i nuovi religiosi ricevettero una nuova approvazione e la qualifica di chierici regolari. Anche la contessa Torelli aveva iniziato a raccogliere nella propria casa alcune giovani che volevano intraprendere la vita monastica ed il cui confessore e padre spirituale era proprio Antonio Maria. Da questo nucleo nacque il primo collegio femminile. Paolo III con la bolla ''Debitum pastoralis'' del 15 gennaio 1535, le autorizzò a costituirsi in monastero e le pose sotto la regola di [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino]]. Queste religiose si diedero il nome di "Angeliche". Lo Zaccaria si fece promotore anche del “terzo collegio”, un gruppo di laici che condivideva la stessa spiritualità delle due famiglie religiose: furono chiamati "Coniugati" o "Maritati di san Paolo".
 
I tre collegi della nuova famiglia spirituale fecero subito parlare di sé per le loro pratiche, le loro penitenze, il loro modo di vestire, la loro predicazione talvolta provocatoria. Fra le iniziative, che si devono a loro e che sono continuate nel tempo, va ricordata l'usanza di suonare le campane alle tre del venerdì pomeriggio, in ricordo della morte di [[Gesù]], e l'esposizione solenne dell'[[Eucaristia]], a turno nelle chiese della città (le cosiddette Quarantore).
Lo zelo del nuovo movimento però infastidiva qualcuno. I suoi aderenti furono pubblicamente minacciati; venivano accusati di [[pelagianesimo]], di essere seguaci di fra' [[Battista da Crema]] (morto il 1º gennaio [[1534]]) e sospettati di seguire le eresie delle [[Beghine]] e dei [[Poveri di Lione]]. Le autorità civili ed ecclesiastiche di Milano indagarono su di loro e istruirono due processi. Il primo, svoltosi il 5 ottobre 1534, si concluse senza alcuna sentenza. Il secondo, iniziato nel giugno [[1536]], si concluse il 21 agosto [[1537]] con una sentenza di piena assoluzione.
Proprio come prova di forza, alla vigilia del primo processo, i Barnabiti iniziarono a vivere insieme in povertà. E, nel [[1537]], prima che finisse il secondo processo, lo Zaccaria, accettando l'invito del [[vescovo]] di [[Vicenza]], [[cardinale]] Nicolò Ridolfi, mandò in missione un gruppo di barnabiti, angeliche e coniugati, che si dedicarono alla riforma dei monasteri vicentini.