Guerra in Iraq: differenze tra le versioni

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Nei primi mesi del [[2006]] si rafforzano le attività guerrigliere contro le forze d'occupazione e si intensifica lo scontro tra le comunità sciita e sunnita, con diversi attentati a moschee che provocano la morte di centinaia di persone.<ref>{{cita web|url=http://www.nytimes.com/2013/09/04/world/middleeast/car-bomb-epidemic-is-the-new-normal-in-iraq.html?_r=0&pagewanted=print|titolo=Car Bombings in Baghdad Follow a Familiar Pattern|editore=nytimes.com|data=3 settembre 2013|accesso=18 giugno 2015}}</ref> Le ricercate armi di distruzione di massa non vengono trovate, mentre l'ipotesi che il regime iracheno avesse un rapporto di collaborazione con l'organizzazione terroristica di al-Qāʿida viene progressivamente smontata con l'analisi dei documenti iracheni, gli interrogatori di ufficiali di Saddam e la pubblicazione o desecretazione di numerosi rapporti di CIA e Pentagono anche precedenti all'invasione.<ref>{{cita web|url=http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/04/05/AR2007040502263.html|titolo=Hussein's Prewar Ties To Al-Qaeda Discounted|editore=washingtonpost.com|data=6 aprile 2007|accesso=18 giugno 2015}}</ref>
 
All'inizio del 2007 George W. Bush annuncia un forte incremento delle truppe americane in Iraq, come parte della strategia detta "surge", nel corso della quale si cerca anche di coinvolgere maggiormente anche i sunniti, sia nel nuovo regime politico, sia nella lotta contro gli estremisti (e in particolare i "[[Al-Qa'ida|qa'idisti]]" di ''[[Al-Jama'at al-Tawhid wa al-Jihad|al-Jamāʿat al-Tawḥīd wa al-Jihād]],'' che nel frattempo, nel 2004, si erano alleati con bin Laden cambiando il nome della lorodell' organizzazione in ''al-Qāʿida in Iraq'' e, nel 2006, in ''Stato islamico dell' Iraq''). Milizie prevalentemente sunnite, alcune delle quali in passato impegnate nella guerriglia contro le truppe straniere, cominciano così a cooperare con gli occupanti e a ricevere da loro finanziamenti.<ref>{{cita web|url=http://fpc.state.gov/documents/organization/106174.pdf|titolo=HIraq: Post-Saddam Governance and Security|editore=Congressional Research Service|data=4 giugno 2008|accesso=18 giugno 2015}}</ref> La strategia ha almeno in parte successo, ma nel momento in cui viene terminata alla fine del 2008, molti gruppi sunniti, delusi, si alleano con i ribelli.<ref>{{cita web|url=http://edition.cnn.com/2014/06/12/opinion/pregent-harvey-northern-iraq-collapse/?c=&page=0|titolo=Who's to blame for Iraq crisis|editore=cnn.com|data=12 giugno 2014|accesso=18 giugno 2015}}</ref> Nel frattempo alcuni Stati, fra cui il Regno Unito e l'Italia, cominciano il ritiro delle proprie truppe.
 
Nel 2008 Stati Uniti e Iraq firmano un accordo sullo status delle forze armate nel quale si fissa il ritiro di tutte le truppe americane entro la fine del 2011. Benché continuino i combattimenti sia contro il governo iracheno e le truppe straniere, sia fra le diverse comunità etnico-religiose, la scadenza viene rispettata e nel 2011 le truppe straniere terminano il ritiro dall'Iraq.<ref>{{cita web|url=http://www.nytimes.com/2011/12/19/world/middleeast/last-convoy-of-american-troops-leaves-iraq.html|titolo=Last Convoy of American Troops Leaves Iraq|editore=nytimes.com|data=18 dicembre 2011|accesso=18 giugno 2015}}</ref>