Simone Boccaccini: differenze tra le versioni

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Il 12 marzo del [[2002]], Boccaccini e l'altro brigatista [[Roberto Morandi]], vennero fermati dai carabinieri nei pressi di Porretta, località nell'Appennino tosco-emiliano, mentre a bordo di una Panda rientravano a [[Firenze]] da [[Bologna]].
 
Quello che al tempo sembra solo un normale controllo (i due saranno subito rilasciati), diventa invece un elemento preziosissimo per la procura che, dopo l'arresto di [[Roberto Morandi|Morandi]], catturato insieme ad altri sei brigatisti, il 24 ottobre [[2003]], ricolloca quel fermo registrato negli archivi dei carabinieri dieciuna giornisettimana prima dell'agguato al professor [[Marco Biagi]], nell'ambito di una serie di ''prove generali'' che i terroristi attuarono in previsione dell'omicidio.<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/10_Ottobre/29/br.shtml Terrorismo, primo fermo per il delitto Biagi - Il Corriere della Sera, 29 ottobre 2003]</ref>
 
Il 29 ottobre del [[2003]], Boccaccini viene convocato negli uffici della Procura fiorentina dove, per cinque ore, è sottoposto alle domande degli inquirenti. Le accuse sono inizialmente soltanto per banda armata e per le due rapine di ''autofinanziamento'' (quelle agli uffici postali) ma, quando le contestazioni del pm Giovagnoli, titolare dell'inchiesta [[omicidio di Marco Biagi|Biagi]], diventano più pressanti, si dichiara militante rivoluzionario per il partito comunista combattente e per lui viene emesso anche un fermo per l'omicidio del professore bolognese.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/11/12/boccaccini-interrogato-alla-dozza.html Boccaccini interrogato alla Dozza - La Repubblica, 12 novembre 2003]</ref>