Ludovico il Bavaro: differenze tra le versioni

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Ludovico tentò però, inutilmente, di ottenere il riconoscimento dell'elezione da parte di [[Papa Giovanni XXII]], che non voleva prendere partito nella lotta tra le due fazioni. In questo modo Ludovico fu spinto verso una posizione avversa al [[papato]]. Ludovico ignorò la pretesa della [[Curia romana]] di esaminare il diritto di Ludovico alla corona (si trattava della questione dell'approvazione di un neoeletto imperatore; Ludovico, non senza ragioni, riteneva che l'esame da parte del papato non fosse super partes). Di fronte all'atteggiamento di Ludovico, papa Giovanni interdisse l'imperatore. Da allora Ludovico venne chiamato, dispregiativamente, ''il Bavaro''. Fu l'inizio di una lotta che accompagnò Ludovico per tutta la vita. Ludovico riuscì però a raggiungere un accordo con gli Asburgo, quando, nel [[1325]], Federico il bello divenne co-reggente dell'impero.
 
Ludovico progettava allora di indebolire la posizione del papa in [[Italia]]. D'accordo con diversi esponenti [[ghibellini]], nel [[1327]] marciò su [[Roma]]. Molte città ghibelline accolsero fra grandi acclamazioni l'Imperatore, che seguito dalle sue truppe e dai suoi cortigiani, vescovi e cardinali, imponeva tributi ed esigeva omaggio dai principi, conti e vescovi feudatari dell'Impero. Durante una dieta di rappresentanti delle maggiori città italiane, fu dichiarato il Pontefice romano eretico ed indegno, e presaricevuta la [[corona di ferro a [[Milano]] dalle mani di [[Guido Tarlati]], scomunicato vescovo di [[diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro|Arezzo]], avanzò in Toscana, scrivendo lettere ai Comuni per i quali doveva passare, lungo la [[via Aurelia]], da [[Pisa]] verso [[Roma]], invitandoli di porsi ai suoi ordini e di comparirgli davanti, al suo passaggio, conducendo con sé i propri sindaci.
 
Ludovico e il suo seguito si recarono quindi a [[Castiglione della Pescaia]], allora sotto il dominio della [[Contea di Santa Fiora]], e vi celebrò il [[Natale]] del [[1327]]. Dopo aver soggiornato nel borgo per diverse settimane, permettendo così alle sue truppe di riposarsi e rinvigorirsi dopo il lungo viaggio, riprese il cammino. Ripresa la [[via Aurelia]], l'imperatore, non volendo proprio in quel momento entrare in conflitto con [[Siena]], preferì non attraversare la città di [[Grosseto]], e quindi, fatto fare un ponte volante sul fiume [[Ombrone]], passò con il suo seguito poco distante dalla città e riprese verso i borghi di [[Magliano in Toscana|Magliano]] e [[Manciano]], lungo le valli dei fiumi [[Albegna]] e [[Fiora]]. Toccò la città di [[Viterbo]] e infine giunse a [[Roma]].