Limbadi: differenze tra le versioni

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Le origini di Limbadi sono incerte, ma si suppone che il primo borgo abitato sia stato fondato dopo l'XI sec. come villaggio annesso al più antico centro di Motta Filocastro. Sull'origine di quest'ultima non ci sono notizie certe. Alcuni affermano che furono i Locresi a fondare la città, in epoca magnogreca, altri da Annibale. In altri documenti, inoltre, si afferma che Motta è stata costruita dagli stessi abitanti di Nicotera dopo che la città fu distrutta dall'emiro Hasan-ibu-Alì (950 d. C.). In quell'epoca delle famiglie perbene, quali i Cafaro, i Massara e i Vinci, si sono insediati nella campagna di fronte a Motta.
 
Il piccolo villaggio divenne negli anni più popolatipopolato di Motta, tanto che i nobili del posto si diedero da fare per ottenere l’autonomia comunale, vista anche la disponibilità dimostrata dal Re Borbone che finanziò una nuova chiesa parrocchiale. Il nucleo abitato assunse la fisionomia di un centro medievale con imponente cinta muraria e castello. Vari furono i Feudatari tra cui: Nanno Scaglione (nel 1414), Covella Ruffo (nel 1442), suo figlio Marino Marzano, Tommaso Calatauth (nel 1506), il duca di Monteleone Ettore Pignatelli la cui famiglia mantenne la proprietà fino all'abolizione della feudalità (1806).
 
Purtroppo però, nel [[1783]], l'intero comune fu distrutto dal terremoto. Ricostruito con un vero e proprio piano regolatore - il primo dopo il sisma – Limbadi, divenuto ormai il centro abitato più grande del comune, divenne la sede decisionale della vecchia università di Motta, di cui era una frazione.
Con una legge del 19 gennaio [[1807]] il re di Napoli [[Napoleone Bonaparte]] elevò Limbadi ad Università (cioè Comune autonomo) nel governo di [[Nicotera]]. Chiese l’autonomia già nel [[1790]], mentre un decreto del 4 maggio [[1811]], però, retrocesse nuovamente il paese a frazione di Motta Filocastro. Limbadi ottenne l'autonomia il 1° gennaio [[1830]] con un decreto emanato dal re delle Due Sicilie [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco I]].
 
Si trova nella [[diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea]]. Negli anni del fascismo Limbadi è stata sede di confino politico e ha accolto 38 perseguitati del regime fascista, ai quali il consiglio comunale nell'agosto del 2015 ha conferito la cittadinanza onoraria alla memoria.