Scandalo Lockheed: differenze tra le versioni

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→‎«Non ci faremo processare» (1977): Con due virgole creata un'incidentale mancante
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[[File:Blindati bologna.jpg|thumb|Proteste e [[M113]] a Bologna l'11 marzo [[1977]]]]
La situazione è tesa anche a causa di manifestazioni della sinistra extraparlamentare, e particolarmente per il [[Movimento del '77]] nelle università. L'11 marzo, ultimo giorno della seduta e giorno della votazione su Gui e Tanassi, muore [[Francesco Lorusso]]. Il ministro dell'Interno [[Francesco Cossiga]], su richiesta dello stesso sindaco comunista di Bologna, che ha perso il controllo dell'ordine pubblico della città universitaria, manda mezzi militari blindati e cingolati nel cuore dell'Emilia rossa.
 
A Roma, Gui e Tanassi colpevoli o innocenti è questione sostanzialmente secondaria: la questione è se il regime è irrimediabilmente corrotto. Il dibattito non è tanto un procedimento per valutare la colpevolezza di due parlamentari, quanto un vero e proprio processo politico al "regime" democristiano del dopoguerra. «Una volta tanto non siamo legislatori, ma giudici, intendo giudici non in senso tecnico-giuridico, ma politico» - dice Moro - «e la valutazione... non riguarda una dichiarazione astratta di giustizia ma un'attuazione concreta di essa»<ref>Parlamento in Seduta Comune 3-11 marzo 1977, p. 444.</ref> Aldo Moro fa l'apologia del regime democristiano. Arriva persino a difendere Tanassi. È uno dei discorsi più intensi di Moro, e anche inusualmente duro: