Merchandising: differenze tra le versioni

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Si definiscono tali, in quanto, al mutare dell'una mutano anche le altre. Il mutamento delle leve di merchandising mix fa mutare l'organizzazione del punto vendita. Il mutamento anche solo di una delle leve di merchandising innescherà, perciò, un meccanismo a catena che provocherà, prima di tutto, cambiamenti sulla leva distributiva di marketing (''place''). Ciò provocherà, inevitabilmente, un mutamento anche delle altre leve di marketing: ''prezzo'', ''prodotto'' e ''comunicazione commerciale''. Proprio per questo motivo, la definizione delle leve di merchandising, risulta un'operazione assai delicata.
==== Caratteristiche del punto vendita ====
* ''Lay-out'': può riferirsi alle attrezzature, studiando l'assetto complessivo del punto vendita e delle conseguenti modalità di circolazione dei consumatori al suo interno. Può però riferirsi, in una logica piùmaggiormente restrittiva, ad un mero layout dispositivo degli articoli, allo scopo di combinare prodotti o referenze dello stesso genere merceologico (o di generi merceologici complementari) al fine di incrementare lo stimolo all’acquisto (stimolo combinato). In quest’ultimo caso, si studiano, più che altro, le associazioni di merci simili (ma di diversa marca) sugli scaffali ovvero la disposizione ravvicinata di generi merceologici complementari nelle attrezzature del negozio. Questa accezione del layout sconfina nel concetto di scaffaling. Se invece si fa riferimento al layout delle attrezzature (accezione più comune del layout) si possono individuare due diversi tipi di layout (delle attrezzature):
** a griglia: dove gli scaffali sono posti in modo da guidare il consumatore. Gli scaffali sono posti ai lati e i consumatori camminano in mezzo, solitamente muniti di carrelli per gli acquisti self-service
** a isola: dove si creano delle isole in modo che i consumatori abbiano piena libertà di movimento
Se si fa riferimento ad un layout dispositivo degli articoli, invece, si possono studiare le associazioni di merci simili (ma di diversa marca) sugli scaffali ovvero la disposizione ravvicinata di generi merceologici complementari nelle attrezzature del negozio. Questa seconda accezione del layout sconfina nel concetto di scaffaling.
* ''Displaying'': sistemazione ed indicazione-guida per l'individuazione di prodotti/referenze nelle diverse porzioni dello spazio di vendita con effetti sulla visibilità e sulla confrontabilità anche tramite cartelloni e cartellistica. Studia l'elaborazione di una cartellonistica e una cartellistica accattivante, chiara e comunque indirizzata a stimolare l'attività d'acquisto da parte del cliente, ciò anche per tramite di colori, caratteri maiuscoli o cubitali e/o rappresentazioni animate ed elettroniche. Stimola, in senso più generale, la creazione di un ambiente tipo che faccia sentire il consumatore immerso in un clima confortevole, anche attraverso la diffusione di delicata musica di sottofondo e/o fragranze olfattive che possano influenzare positivamente i clienti presenti nel punto vendita.
* ''Scaffaling'': ottimizzazione del rendimento lineare dello scaffale (prodotti disposti in orizzontale o verticale) e valutazione dell'elasticità delle vendite dei singoli prodotti nello spazio, risulta molto legato alle attività di lay-out nel senso che tramite l'esecuzione di tale leva si possono favorire stimoli all'acquisto posizionando, negli scaffali, le merci in determinati punti che possano favorirne la visione e, dunque, stimolarne l'acquisto (prodotti civetta all'altezza degli occhi, prodotti amati dai bimbi in posizioni più basse e cioè all'altezza del bambino che osserva)