Sbarco di Anzio: differenze tra le versioni

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Alle 06:30 di mercoledì 16 febbraio l'artiglieria tedesca bombardò per 30 minuti le linee britanniche lungo la via Anzio-Albano, dopodiché i fanti si lanciarono all'attacco contro le unità più avanzate della linea. L'avanguardia tedesca, costituita dal reggimento scelto di fanteria ''Lehr'', concentrata su un fronte di 10 chilometri, attaccò la 45ª Divisione americana e la 56ª Divisione britannica; i battaglioni fucilieri del 157º e del 179º Reggimento statunitense - trincerati rispettivamente sul lato destro e sinistro di Aprilia - persero terreno, e fu soltanto grazie alla resistenza delle riserve che il fronte in quel punto non cedette<ref>{{cita|Atkinson|p. 495}}.</ref>. Anche le avanguardie britanniche del 197º Reggimento furono sbaragliate in un primo momento, ma nonostante gli aspri scontri a fine giornata i tedeschi avevano conquistato solo esigue porzioni di terreno al costo di pesanti perdite; il reggimento ''Lehr'', da cui Hitler si aspettava lo sfondamento decisivo, fu decimato<ref>{{cita|Morris|p. 328}}.</ref>. Kesselring esortò von Mackensen a utilizzare le riserve e a mandare avanti la 26. Panzer-Division appoggiata dalla 29. Panzergrenadier-Division, ma il comandante della 14ª Armata attese il mattino seguente e, dopo un'incursione della Luftwaffe, mandò all'attacco sessanta panzer e tre divisioni di fanteria contro il 157º e il 179º Reggimento americano<ref>{{cita|Atkinson|p. 497}}.</ref>.
[[File:ParatedeschiAnzio.jpg|miniatura|upright=0.7|sinistra|Paracadutisti tedeschi in un momento di tregua durante l'operazione ''Fischfang''; la trincea si trovava delnel settore di Anzio]]
 
A mezzogiorno del 16 febbraio, complici altri bombardamenti della Luftwaffe, almeno quattordici battaglioni tedeschi erano penetrati in un cuneo di quasi 3 chilometri al centro della 45ª Divisione, mettendo in grave difficoltà i difensori che in alcuni punti ripiegarono in modo precipitoso e caotico. Per scongiurare l'immediato pericolo, gli Alleati riversarono sulle posizioni nemiche il fuoco di 400 cannoni, dei mortai, di venticinque carri armati e di quattro batterie antiaeree da 90&nbsp;mm, per l'occasione utilizzate ad alzo zero<ref>{{cita|Atkinson|pp. 497-498}}.</ref>. Dal mare intervennero inoltre i cacciatorpediniere e due incrociatori, che si portarono molto vicini alla costa, e infine piombarono dal cielo 800 aerei che nel corso della giornata sganciarono sulle truppe e sulle postazioni d'artiglieria tedesche circa 1.000 tonnellate di bombe. Lo slancio nemico fu dunque frenato e il generale Lucas tentò di ricucire il suo fronte pericolante nelle ore di pausa seguenti<ref>{{cita|Atkinson|p. 498}}.</ref>. Nelle prime ore del 17 febbraio la 45ª Divisione intraprese un debole contrattacco, facilmente respinto dai tedeschi che, poco prima dell'alba, si lanciarono nuovamente all'offensiva, coadiuvati dai battaglioni freschi di Panzergrenadier veterani della [[Sbarco in Sicilia|campagna di Sicilia]], della [[Sbarco a Salerno|battaglia di Salerno]] e dei duri combattimenti sulla linea Gustav. I panzer avanzarono superando la debole resistenza nemica; a mezzogiorno il 179º Reggimento di fanteria americano fu distrutto e i superstiti si ritirarono in grande disordine sull'ultima linea di difesa prima del bosco Padiglione, un cavalcavia che tagliava perpendicolarmente la via Albano-Anzio. Alle 14:00 il colonnello Darby, comandante dei ranger, rimpiazzò su ordine di Lucas l'ufficiale alla testa del menomato 179º Reggimento per riorganizzarlo; nei minuti seguenti, l'artiglieria anglo-americana eseguì numerosi tiri sul fronte di battaglia allentando la pressione tedesca<ref>{{cita|Atkinson|p. 499}}.</ref>.