Pellegrinaggio: differenze tra le versioni

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Il suo uso successivo invece - il nostro - implica una scelta. Chi parte in pellegrinaggio non si trova ad essere, ma ''si fa'' straniero e di questa condizione si assume le fatiche e i rischi, sia interiori che materiali, in vista di vantaggi spirituali - come incontrare il sacro in un luogo lontano, offrire i rischi e i [[sacrificio|sacrifici]] materialmente patiti in cambio di una salvezza o di un perdono metafisici - e perché no anche materiali, grazie alle avventure e occasioni che, strada facendo, non possono mancare.
 
In tutte le grandi [[religione|religioni storiche]] esistono indicazioni, forme, destinazioni e finalizzazioni, del pellegrinaggio.<ref>Le visite rituali ai luoghi sacri sono antichissime e diffuse in tutto il mondo: dal [[Croagh Patrick]] (rinominato e ribattezzato con il nome del patrono d'[[Irlanda]]) al ghiacciaio Gangotri, nella catena dell'[[Himalaya]], da cui sgorga il sacro [[Gange]] che fa da contraltare al più vicino, ed anch'esso sacro, [[Giordano|Giordano(fiume)]]. Numerose sono le testimonianze nell'area mediterranea: dalla navigazione sul [[Nilo]] per recare omaggio al tempio della dea [[Baster]] (già dal III millennio avanti Cristo) alla visita al tempio dedicato alla dea [[Gea]] a [[Delfi]] (dall'XI millennio a.C.) passando per il santuario laziale di [[Monte Autore]] frequentato sin dalla preistoria (V millennio a.C.) e da quello dei [[Paleoveneti]] a [[Lagole]] in [[provincia di Belluno]]. ("Il pellegrinaggio" di Michele Rigo e Laura Simeoni in ''Venezia alle Crociate'', Dario De Bastiani editore, Vittorio Veneto, 2017, pag. 32). </ref>
 
Attualmente la diminuzione dei tempi, dei rischi e dei costi di viaggio, nonché la desacralizzazione delle culture, fanno sì che la categoria culturale del pellegrinaggio sia ormai sempre più intrecciata con quella del [[turismo]] di massa, del quale viene anzi spesso considerata una specie di sottoclasse, almeno dagli operatori economici del settore ([[turismo religioso]]).