Segnalibro: differenze tra le versioni
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== Storia ==
La nascita del segnalibro è indicata da più parti come il 1584, anno in cui lo stampatore Christopher Barker presentò alla regina [[Elisabetta I d'Inghilterra]] un libro in cui aveva cucito all'interno
Nel Seicento il segnalibro entra sempre più nell'uso ma continua ad essere soltanto un sottile nastro fissato alla rilegatura del libro. Bisogna aspettare il secolo XIX perché divenga autonomo (e quindi utilizzabile per più libri). A.W. Coysh, nel suo libro ''Collecting Bookmarkers'', divide la storia del segnalibro in Inghilterra in quattro periodi: ''Ribbon'' (nastro) dal 1850 al 1880; ''Victorian Advertising'' dal 1880 al 1901; ''Pre-World War I'' (periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale) dal 1901 al 1914, e infine ''Publicity and Greetings'' dal 1914 ad oggi.
In Italia, il segnalibro si diffuse in particolare nell'epoca Liberty, dove bellissime immagini femminili, spesso realizzate da celebri artisti come ad esempio [[Alphonse Mucha]], figuravano su cartoncini corredati di nastro di raso. Col tempo i segnalibri diventarono anche un veicolo pubblicitario (si pensi ad esempio alle famose figurine [[Liebig]] o ai segnalibri celebri negli anni Venti-Trenta, della fabbrica di cioccolato [[Perugina]], realizzati dal famoso cartellonista e disegnatore [[Federico Seneca]]) e persino uno strumento di propaganda politica.
Divenuto ben presto anche un oggetto da collezione (specialmente in Francia, Spagna, Germania e Inghilterra), il segnalibro assume ancor oggi le forme più svariate e può essere fatto con i più diversi materiali: in cartoncino (su cui sono spesso riportati disegni, dipinti oppure aforismi e frasi di celebri scrittori), in cuoio, in stoffa ricamata, lavorato all'uncinetto, oppure, come un vero e proprio gioiello artigianale, con pendagli in legno colorato, rame, vetro [[Murrina|(Murrina]]), pietre dure o argento.
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