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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
===Parrocchiale di San Giovanni Battista===
{{DVedi anche|Duomo di San Giovanni Battista (Gambarare)}}
La chiesa parrocchiale di Gambarare, dedicata a [[San Giovanni Battista]], ha origini medioevali.
Il primo cenno riguardante questo edificio è contenuto nel testamento di [[Speronella Dalesmanini]] (fine [[XII secolo]]) dove, tra i vari beneficiari della sua eredità, compare anche la chiesa di Balladello. L'intitolazione al Battista fa pensare a un'origine più antica, essendo questo santo molto caro ai [[Longobardi]].
 
Nel [[1290]], dopo un periodo di decadenza, venne acquistata dall'abate di [[abbazia di Sant'Ilario|Sant'Ilario]] Prando, che chiese al vescovo della [[diocesi di Treviso]], un tempo comprendente anche Gambarare, di cedergli la giurisdizione sulla chiesa e i suoi diritti. Dopo l'acquisizione, Prando lavorò per alcuni anni al restauro del luogo sacro, che venne solennemente consacrato il 9 giugno [[1306]]. Un'iscrizione mutila in caratteri gotici, individuata nel [[2005]] durante un restauro, sembra celebrare tale evento.
 
Il 27 marzo [[1508]] [[papa Giulio II]] concesse ai capifamiglia del paese il [[giuspatronato]] sulla scelta del parroco, cui rinunciarono solo nel [[1998]]. In cambio, la chiesa ebbe il titolo di duomo e il parroco quello di monsignore e canonico onorario della [[basilica di San Marco]].
 
La chiesa ha subito nel tempo rimaneggiamenti e ricostruzioni, ma mantiene ancora gli originari tratti tardo-[[architettura romanica|romanici]]. I vari interventi hanno visto l'utilizzo di marmi, pietre e colonne provenienti dalle rovine del monastero di Sant'Ilario.
 
Le modifiche più rilevanti sono state quelle [[XX secolo|novecentesche]] che portarono all'allungamento dell'edificio di circa sette metri verso est (con il conseguente rifacimento di coro e abside) e lo spostamento e la modifica degli altari.
 
Delle opere qui conservate, si ricordano i resti di affreschi di [[Melchiorre Melchiori]], risalenti alla seconda metà del Seicento e riportati alla luce nel [[2005]]. Nella stessa occasione è stato restaurato l'organo, opera settecentesca di [[Gaetano Callido]]. Degni di nota anche il [[XVI secolo|cinquecentesco]] fonte battesimale e i più recenti affreschi di [[Clauco Benito Tiozzo]] che sovrastano il pulpito. Nella sacrestia sono custoditi due armadi secenteschi in noce, due statue lignee cinquecentesche dei ''Santi Giovanni e Paolo'' e una ''Deposizione'' della bottega di [[Palma il Giovane]]<ref>{{cita web|url=https://www.comune.mira.ve.it/index.php?area=4&menu=406&page=616|titolo=Itinerari di Mira|accesso=6 agosto 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.comune.mira.ve.it/index.php?area=4&menu=383&page=595|titolo=Chiesa di San Giovanni Battista|accesso=6 agosto 2018}}</ref>.
 
== Note ==