Pietro I di Russia: differenze tra le versioni

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→‎L'esautorazione di Sofia: corretto nome patriarca da Giocacchino a Gioacchino
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Compreso che la fuga di Pietro verso il monastero poteva essere usata a vantaggio politico dello zar, Sofia capì che la sua posizione era seriamente minacciata. Quando seppe che Pietro aveva ordinato al colonnello del [[reggimento Stremjani]], [[Ivan Cykler]], di raggiungerlo immediatamente al monastero balenò in lei il terrore che Cykler potesse confessare sotto tortura le intenzioni di Šaklovitij di eliminare i Naryškin. Quando giunse al monastero, Cykler disse tutto quello che sapeva senza bisogno della tortura e si offrì di passare dalla parte di Pietro. Vistasi perduta, Sofia capì che la sua unica salvezza sarebbe stata una riconciliazione e inviò al monastero [[Ivan Troekurov]] affinché persuadesse Pietro a ritornare nella capitale. La missione di Troekurov ebbe però esito negativo.
 
Pietro scrisse poi una lettera ai colonnelli di tutti i reggimenti degli Strelzi ordinando loro di raggiungerlo al monastero con dieci uomini di ogni reggimento. Sofia, per impedire una tale mobilitazione di Strelzi, dichiarò che chiunque avesse avuto intenzione di partire per il monastero sarebbe stato decapitato. Il giorno seguente Pietro inviò un dispaccio ufficiale allo zar Ivan e a Sofia nel quale pregava la sorellastra affinché provvedesse a che i suoi ordini fossero rispettati. La reggente, nella speranza di ottenere una riconciliazione, supplicò il patriarca GiocacchinoGioacchino di recarsi al convento a persuadere Pietro. Il patriarca si recò al monastero, ma appena vi giunse si schierò subito dalla parte del giovane zar.
 
Il 27 agosto Pietro inviò nuove lettere ripetendo gli stessi ordini delle precedenti e minacciando di morte coloro che non lo avessero ubbidito. Queste lettere sortirono il loro effetto e una massa di Strelzi abbandonò la capitale per recarsi al monastero. In un ultimo tentativo di risolvere la crisi tramite una riconciliazione, Sofia decise di recarsi lei stessa a parlamentare con Pietro.