Ferdinando Palasciano (nave ospedale): differenze tra le versioni

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Nel 1914, con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], il ''König Albert'' si fece [[internamento militare|internare]] nel [[porto di Genova]], per evitare la cattura da parte di unità della [[Royal Navy]]<ref name="piccione"/><ref name="mmi"/>. [[File:SS König Albert luxury cabin.jpg|thumb|left|Una cabina di prima classe del piroscafo.]] Il 25 maggio 1915, in seguito all'entrata in guerra dell'[[Italia]], il piroscafo venne [[requisizione|requisito]] nel porto [[Liguria|ligure]] dal [[governo]] italiano, mantenendo tuttavia il proprio nome<ref name="piccione"/><ref name="mmi"/><ref name="fp"/><ref>secondo alcune fonti la nave sarebbe subito stata ribattezzata Ferdinando Palasciano e convertita in nave ospedale.</ref>. La nave venne iscritta con matricola 57 di registro provvisorio al [[Compartimento marittimo]] di Genova<ref name="gazzuff">[http://augusto.digitpa.gov.it/gazzette/index/download/id/1919110_PM Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia]</ref>.[[File:Pfo Konig Albert2.jpg|thumb|Un dipinto del ''König Albert'' del pittore statunitense John Henry Mohrmann.]]
 
Agli inizi del 1916, nell'ambito della vasta operazione per il salvataggio dell'esercito [[Regno di Serbia|serbo]] in ritirata attraverso i [[porto|porti]] dell'[[Albania]], la [[Regia Marina]] decise di dotarsi di tre ulteriori [[nave ospedale|navi ospedale]] (oltre alle cinque già in servizio), ed una delle unità scelte allo scopo fu il ''König Albert'', che divenne, con una capienza di 1000 posti [[letto]], la più grande e capiente nave ospedale italiana<ref name="naviospedale">Enrico Cernuschi, Maurizio Brescia, Erminio Bagnasco, ''Le navi ospedale italiane 1935-1945'', pp. 8-9-10</ref>. La trasformazione, eseguita in breve tempo, dotò la nave di [[farmacia|farmacie]], sale di medicazione ed altre attrezzature mediche tra le più moderne all'epoca disponibili<ref name="quatdic">{{Collegamento interrotto|1=[http://www.14-18.it/periodico/pag/15087 14-18] |date=settembre 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
Le navi ospedale italiane erano impiegate principalmente nel trasporto di [[Wounded in action|feriti]] e malati tra le truppe italiane dal [[Fronte italiano (prima guerra mondiale)|Norditalia]] (provenienti dal [[fronte dell'Isonzo]] e delle [[Alpi]]) negli ospedali d'appoggio situati in [[Sicilia]] e [[Sardegna]], nel supporto sanitario ai contingenti del [[Regio Esercito]] dislocati in [[Libia]] ed in [[Albania]] e nel trasporto di feriti e malati [[British Army|britannici]] dai [[Dardanelli]] (ed in seguito da [[Salonicco]]) a [[Malta]] ed in [[Inghilterra]], solitamente a [[Southampton]] (nel corso di tali missioni le navi ospedale imbarcavano anche personale sanitario, sia maschile che femminile – queste ultime erano chiamate «''sisters''» –)<ref name="naviospedale"/>. Agli inizi del 1916 le navi ospedale, insieme a numerosi trasporti, presero parte alla vasta operazione per il salvataggio dell'esercito [[Regno di Serbia|serbo]] in ritirata, che venne imbarcato nei [[porto|porti]] dell'[[Albania]] e trasportato in Italia<ref name="naviospedale"/>.