Lettere (1914-1973): differenze tra le versioni

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*Lettera 64: 30 aprile [[1944]] a Christopher Tolkien
Questa lettera fu scritta per colmare la grande nostalgia causata dalla lontananza dal figlio, nostalgia incupita dal pensiero dello stesso: {{Citazione|stupido spreco della guerra, non solo materiale, ma morale e spirituale, così difficile da sopportare.}} È assai importante perché documenta lo spirito con cui Tolkien affronta le difficoltà di queste circostanze, di come si riscatti dal {{Citazione|pensiero della quantità della miseria umana che esiste in tutto il mondo in questo momento: i milioni di persone divise, angosciate, che sprecano giornate inutilmente — senza contare la tortura, il dolore, la morte, le perdite, l'ingiustizia.}} Prosegue con un'immagine tratta dalle vicende della [[Terra di Mezzo]]: {{Citazione|Se l'angoscia si potesse vedere, quasi tutto questo mondo ottenebrato sarebbe avvolto da una nuvola densa di vapore scuro, nascosto agli occhi stupiti del cielo!}} Conoscere dunque i pensieri le speranze che animano il cuore di Tolkien in questo periodo aiuta molto a comprendere le flebili speranze di Frodo e Sam, o il loro agire contro ogni speranza. E infatti egli prosegue {{Citazione|Ma il punto di vista storico, naturalmente, non è l'unico. Tutte le cose e le azioni valgono per se stesse, a parte le loro "cause" ed i loro "effetti". Nessun uomo può giudicare quello che sta veramente accadendo al momento attuale ''[[sub specie aeternitatis]]''. Tutto quello che sappiamo, ed anche questo in larga parte per diretta esperienza, è che il male agisce sempre con grande potenza e successi continui — inutilmente: preparando sempre e solamente il terreno affinché il bene inaspettatamente germogli. Così accade in generale e così accade anche nelle nostre vite. Sebbene Frodo e Sam non sembrino pienamente coscienti di queste parole, soprattutto Sam che è l'eterno e stupido buono, le loro azioni sono suggerite da questa speranza, che nemmeno risiede in loro, ma in Gandalf al quale Frodo obbedisce fidandosi ciecamente; al termine della vicenda spettano a lui le splendide parole: "Si" disse Frodo "Ma ricordi le parole di Gandalf: 'Persino Gollum potrebbe avere ancora qualcosa da fare'? Se non fosse stato per lui, Sam, non avrei distrutto l'Anello. La Missione sarebbe stata vana, proprio alla fine. Quindi, perdoniamolo! La Missione è compiuta, e tutto è passato. Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam.}} La lettera prosegue subito dopo chiarendo quale sia quel punto di vista "non storico" accennato sopra (una prospettiva tanto lontana dalla Terra di Mezzo quanto [[Valinor]] dalle Coste Orientali e cioè il punto di vista di Dio e di chi si affida alla sua grazia): {{Citazione|Ma c'è ancora qualche speranza che le cose per noi possano migliorare, anche sul piano temporale, per grazia di Dio. [...] E tu sei stato per me un dono così speciale, in un periodo di disperazione e di sofferenza mentale, e il tuo amore, che si è schiuso subito non appena sei nato, mi ha fatto capire, a chiare lettere, che io avrò sempre motivo di consolazione grazie alla certezza che non c'è fine a tutto questo.}}
 
*Lettera 66: 6 maggio [[1944]] a Christopher Tolkien