Aldo Manuzio: differenze tra le versioni

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Questi intensi rapporti intellettuali portarono infine ([[1502]]) alla fondazione dell'[[Accademia Aldina]], istituto dedicato agli studi ellenistici che poté annoverare fra i suoi membri alcuni dei più grandi studiosi dell'epoca: [[Erasmo da Rotterdam]], [[Pietro Bembo]] e [[Thomas Linacre]]. L'Accademia, di cui conosciamo lo statuto, si prefiggeva di dare impulso allo studio dei classici greci in Italia e in Europa. I suoi membri si impegnavano a parlare fra di loro soltanto in greco e, in caso di trasgressioni o errori, a versare una piccola multa a un fondo comune che sarebbe poi servito per organizzare festosi banchetti.
 
[[File:Aldus-symbol.jpg|thumb|right|IlLa celeberrima [[marca tipografica]] col simbolo del delfino intorno all'ancoraàncora, che richiamarappresenta il motto ''Festina lente'', usatousata da Aldo Manuzio per identificarecontrassegnare le proprie opereedizioni a partire dal 1502.]]
Nel [[1494]] aprì la tipografia nella contrada di Sant'Agostin. Il suo motto, ''[[festina lente]]'' ovvero ("affrettatiaffréttati con calma"), apparve per la prima volta nel 1498 nella dedica delle opere di [[Agnolo Poliziano|Poliziano]]. Con la pubblicazione dellede [[Divina Commedia|Terze''Le terze rime'']] di [[Dante]] nel [[1502]], comparve anche un simbolo raffigurante un'[[àncora]] con un [[delfino]], immagine che Manuzio aveva ricavato da un'antica moneta romana donatagli da Pietro Bembo: l'ancoraàncora stava a indicare la solidità, il delfino la velocità.<ref>Erasmo da Rotterdam, ''Adagia'', 1001.</ref> Rapidamente, in tutt'tutta [[Europa]], i suoi volumi furono conosciuti con il nome di "edizioni [[AldineAldina|aldine]]".
 
Nel [[1505]] Aldo sposò Maria, la figlia di [[Andrea Torresano]] (o Torresani) da [[Asola (Italia)|Asola]], che aveva rilevato la tipografia fondata a Venezia da [[Nicolas Jenson]] e che dal 1495 era in società con Aldo, assieme a Pierfrancesco Barbarigo, figlio del doge in carica [[Agostino Barbarigo (doge)|Agostino Barbarigo]]. Vennero così a fondersi due tra gli editori più importanti della città.
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La commercializzazione delle sue opere era affidata a greci, e il greco era la lingua usata nelle conversazioni a casa sua nonché nelle istruzioni a tipografi e legatori. Impiegò non meno di trenta greci come correttori di bozze, ricercatori di manoscritti e calligrafi, sui cui modelli ricalcò i suoi caratteri.
[[File:Manutius.jpg|thumb|Una pagina della [[Hypnerotomachia Poliphili|''Hypnerotomachia Poliphili'']] di [[Francesco Colonna (scrittore)|Francesco Colonna]] (1499).]]
 
Fra il 1495 e il 1498 pubblicò l'opera di [[Aristotele]] in 5 volumi. Nel 1499 dai suoi torchi uscì, in volgare, un libro tanto eccentrico rispetto alla sua produzione quanto celeberrimo: la ''[[Hypnerotomachia Poliphili]]'' (ossia "La battaglia amorosa di Polifilo in sogno"), romanzo attribuibile al domenicano [[Francesco Colonna (scrittore)|Francesco Colonna]] (anche se l'attribuzione è tuttora incerta), con un apparato formidabile di xilografie splendide, uno dei volumi più pregiati (non solo per le illustrazioni) dell'umanesimo italiano.
 
Nel 1501 dette l'avvio a una collana di libri (di dimensioni e prezzo ridotti), in cui per la prima volta venne utilizzato il carattere [[corsivo]]. I caratteri utilizzati erano detti aldini e assomigliavano alle lettere dei manoscritti greci da cui i libri a stampa erano copiati. Dai caratteri trasse il nome l'Accademia Aldina, che Manuzio fondò per accogliere numerosi artisti e studiosi fuggiti da Bisanzio e rifugiatisi a Venezia.
 
Nel 1501 comparve la sua edizione di [[Virgilio]] in quel carattere [[corsivo]] che aveva fatto incidere dal bolognese [[Francesco Griffo]] (o Griffi) e che diventò tanto celebre da essere da allora in poi imitato da tutti. Non solo: il volume era anche "[[in ottavo]]", e quindi in un formato molto ridotto rispetto ai grandi e maestosi volumi "[[in folio]]" (cioè un foglio piegato in due, ossia quattro pagine) o a quelli "[[in quarto]]" (cioè di otto pagine). La ''enchiridion forma'' rese il libro, per la prima volta, maneggevole, leggero e quindi facilmente trasportabile.
 
Lo stesso Erasmo da Rotterdam, come tantissimi altri celebri eruditi dell'epoca, fece il primo passo per avvicinare Aldo, con cui nascerà una grande amicizia e una proficua collaborazione. Nel 1508 Aldo pubblicherà i suoi ''Adagia''. La sua attività conobbe una brusca interruzione nel [[1509]]: in quell'anno l'esercito veneziano fu sconfitto nella [[battaglia di Agnadello]]. Manuzio si rifugiò dapprima a Ferrara, poi sostò in altre località italiane prima che la crisi rientrasse definitivamente.
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Il [[Progetto Manuzio]], archivio elettronico di testi in lingua italiana, porta il suo nome, così come la ''[[Aldus|Aldus Corporation]]'' (ora incorporata in ''[[Adobe Systems]]''), che nel [[1985]] pose le basi del [[Desktop Publishing]] professionale con il suo programma ''[[PageMaker]]''.
 
== Edizioni aldine ==
[[File:Aldo Manuzio Aristotele.jpg|thumb|L'''Aristotele'' di Aldo Manuzio, 1495-98 ([[Libreria Antiquaria Pregliasco]], [[Torino]])]]
I libri stampati da Aldo Manuzio ancora oggi, a quasi cinque secoli di distanza, suscitano interesse e meraviglia. Le circa 130 edizioni in greco, latino e volgare da lui pubblicate in 20 anni di attività sono tuttora studiate in tutto il mondo. Il suo catalogo costituì una specie di enciclopedia del sapere [[Umanesimo|umanistico]].
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{{vedi anche|Aldina}}
 
I primi volumi uscirono nel [[1494]]. Furono quelli che Aldo stesso definì i "«Precursori della Biblioteca Greca"»: ''Ero e Leandro'' di [[Museo Grammatico|Museo]], la ''[[Galeomyomachia]]'' e i ''[[Salmi]]''. Tra il [[1495]] e il [[1498]] per la prima volta al mondo fu data alle stampe l'edizione[[opera completaomnia]] di [[Aristotele]]. Seguirono le opere di [[Aristofane]], [[Tucidide]], [[Sofocle]], [[Erodoto]], [[Senofonte (storico)|Senofonte]], [[Euripide]], [[Demostene]] e infine [[Platone]]. Dal 1501 Aldo si concentrò sui classici latini e italiani, che pubblicò per la prima volta in formato [[in ottavo]] e nel carattere [[corsivo]], fatto appositamente disegnare all'incisore Francesco Griffo da Bologna.
 
L'impatto rivoluzionario delle edizioni di Aldo Manuzio appare particolarmente evidente paragonando l'elegante volume in formato ottavo del [[1502]] contenente la [[Divina Commedia|''Divina Commedia'']], stampato in corsivo senza alcun commento, agli ingombranti incunabuli[[Incunabolo|incunaboli]] del decennio precedente, che seppellivano il testo di [[Dante Alighieri|Dante]] sotto una mole insostenibile di commentari esegetici. Questa edizione, che sarebbe diventata la base di tutte le ristampe per i successivi tre secoli, fu curata da uno dei più eminenti letterati dell'alto Rinascimento, il veneziano [[Pietro Bembo]] (1470-1547), che fu uno dei principali consulenti di Aldo.
 
La IIseconda edizione della ''Commedia'', uscita dal [[Torchio tipografico|torchio a mano]] del grande stampatore nell'agosto del 1515 a Venezia, risulta essere la prima edizione illustrata in assoluto della famosa opera e, anche per questo, indai genere[[Bibliofilia|bibliofili]] è addirittura più ricercata dell'edizionealdina prior del 1502.
 
Meritano inoltre una menzione particolare:
 
* ''[[De Aetna]]'' di [[Pietro Bembo]] (1496)., Nel ''De Aetna''dove venne usato per la prima volta il [[carattere tipografico|carattere]] ''[[Bembo]]'' che è rimasto uno standard per tutta la storia della [[tipografia]] fino ai nostri giorni.
* ''[[Hypnerotomachia Poliphili]]'' (1499) di [[Francesco Colonna (scrittore)|Francesco Colonna]], erroneamente attribuito a diversi autori (tra gli altri, oltre ad Aldo stesso, a [[Leon Battista Alberti]] e a [[Pico della Mirandola]]). Vero capolavoro dell'arte tipografica, corredato di splendide [[xilografia|xilografie]] probabilmente opera di un artista della cerchia del miniaturista padovano [[Benedetto Bordone]], è ritenuto il libro stampato più bello del [[Rinascimento]]. Una copia è visibile [http://mitpress2.mit.edu/e-books/HP/hyp000.htm qui]. Il libro è stato usato come base per il recente romanzo ''[[Il codice del quattro]]''.
 
Aldo stesso fu autore di grammatiche classiche (gli ''Institutionum Grammaticarum libri quatuor''), di un trattato di [[metrica]] e di traduzioni dal [[lingua greca antica|greco]] e dal [[lingua latina|latino]].
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A lui inoltre sono state dedicate vie a [[Roma]], [[Milano]], [[Torino]], [[Parma]], [[Verona]] e [[Genova]]; una piazza a [[Latina]] (dove esiste anche una scuola media intitolata a lui); nonché alcune scuole a Roma, e [[Mestre]]. Anche a Carpi, città di Alberto Pio, suo primo sostenitore e finanziatore della sua attività di tipografo, è dedicata una strada oltre che una intera sala nel Museo della Città, all'interno del Palazzo dei Pio.
 
== FumettiNei fumetti ==
Appare nella storia "Paperino e la stampa" sul numero 1617 di [[Topolino (libretto)|Topolino]].
 
== AltriNella letteratura e in altri media ==
Viene citato nel libro "[http://www.ilsegretodellalibreria.com/ ''Il segreto della libreria sempre aperta"''] e nel libro" ''L'altra metà del mondo"'' di Carlo Nardi https://web.archive.org/web/20160422104306/http://www.italicpequod.it/italicpequod/?p=3160
 
== Note ==
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== Epistolario ==
 
* ''Lettere prefatorie a edizioni greche'', a cura di Claudio Bevegni, con un saggio introduttivo di Nigel Wilson, AdelphiMilano, MilanoAdelphi, 2017
* ''Lettere e documenti'', a cura di Armand Baschet e Matteo Noja, Milano, La vita felice, Milano, 2018
 
== Bibliografia ==