Gino Lucetti: differenze tra le versioni
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Nato da famiglia contadina benestante, da ragazzo lavorava nelle terre di [[Avenza]], di proprietà della madre Adele Crudeli, e militava nell'organizzazione giovanile del [[Partito Repubblicano Italiano|Partito Repubblicano]], in aperto contrasto con il padre Filippo, fervente anarchico carrarese.
Protagonista di vari scontri e risse di natura politica durante il [[Biennio rosso in Italia|Biennio rosso]], continuò la sua opposizione ai fascisti locali anche negli anni successivi e, il 26 settembre [[1925]], al culmine di un diverbio estrasse la pistola e ferì il militante fascista e concittadino Alessandro Perfetti. Il compagno di quest'ultimo, Antonio Vatteroni, sparò a sua volta, ferendo Lucetti al collo e all'orecchio, mentre fuggiva. Nonostante la ferita, riuscì a dileguarsi e imbarcarsi clandestinamente su un mercantile, riparando a [[Marsiglia]]. Rimpatriò sotto il falso nome di Ermete Giovannini, con il proposito di attentare alla vita di [[Benito Mussolini|Mussolini]], seguendo un piano che affermò di aver elaborato da solo.<ref>Marco Cesarini Sforza, ''Gli attentati a Mussolini, Per pochi centimetri fu sempre salvo'', in La storia illustrata n°8 Anno 1965, pag. 242: "Emigrò a Marsiglia e qui, da solo, senza farne parola a nessuno, elaborò il suo progetto."</ref>
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