Gino Lucetti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 21:
Nato da famiglia contadina benestante, da ragazzo lavorava nelle terre di [[Avenza]], di proprietà della madre Adele Crudeli, e militava nell'organizzazione giovanile del [[Partito Repubblicano Italiano|Partito Repubblicano]], in aperto contrasto con il padre Filippo, fervente anarchico carrarese.
 
DuranteNel [[1918]], durante la [[primaPrima guerra mondiale]], fu chiamato alle armi, nel [[1918]], e prestò servizio militare nei Reparti d'assalto, senza però partecipare ad alcun fatto d'arme, vista la quasi immediata fine delle ostilità. Dopo la guerra, come accadde ad una parte degli [[Arditi]] d'[[Italia]], che poi furono il nucleo fondatore degli [[Arditi del Popolo]], maturò una coscienza politica che lo portò ad opporsi al [[fascismo]], aggregandosi agli [[Anarco-individualismo|anarchici individualisti]].
 
Protagonista di vari scontri e risse di natura politica durante il [[Biennio rosso in Italia|Biennio rosso]], continuò la sua opposizione ai fascisti locali anche negli anni successivi e, il 26 settembre [[1925]], al culmine di un diverbio estrasse la pistola e ferì il militante fascista e concittadino Alessandro Perfetti. Il compagno di quest'ultimo, Antonio Vatteroni, sparò a sua volta, ferendo Lucetti al collo e all'orecchio, mentre fuggiva. Nonostante la ferita, riuscì a dileguarsi e imbarcarsi clandestinamente su un mercantile, riparando a [[Marsiglia]]. Rimpatriò sotto il falso nome di Ermete Giovannini, con il proposito di attentare alla vita di [[Benito Mussolini|Mussolini]], seguendo un piano che affermò di aver elaborato da solo.<ref>Marco Cesarini Sforza, ''Gli attentati a Mussolini, Per pochi centimetri fu sempre salvo'', in La storia illustrata n°8 Anno 1965, pag. 242: "Emigrò a Marsiglia e qui, da solo, senza farne parola a nessuno, elaborò il suo progetto."</ref>