Lingua lettone: differenze tra le versioni

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* <sup>1</sup> {{IPA|[ɲ]}} è la nasale alveolare palatalizzata, {{IPA|[ʎ]}} è l'approssimante laterale alveolare palatalizzata, e {{IPA|[j]}} è l'approssimante palatale; sono incluse qui tra le alveolopalatali per ragioni di spazio.
 
Il consonantismo lettone non diverge molto da quello slavo. Ci sono innanzitutto, comuni alla maggior parte delle lingue slave e baltiche, le tre lettere ''[[č]]'' ''[[š]]'' e ''[[ž]]'', le quali, contrassegnate dal [[háček]], indicano rispettivamente {{IPA|[ʧ]}} (in italiano c(i)), {{IPA|[ʃ]}} (in italiano sc(i)) e {{IPA|[ʒ]}} (g toscana intervocalica). Come nelle altre lingue baltiche e slave, ''c'' senza diacritici è una z asprasorda {{IPA|[ʦ]}}.
 
Caratteristiche del lettone sono le cinque consonanti palatilizzate [[ģ]] [[ķ]] [[ļ]] [[ņ]] [[ŗ]], segnate nella grafia con una virgola o una [[cediglia]] posta sotto il corpo della lettera (o sopra, per motivi tipografici, nel caso della ģ minuscola). Si pronunciano rispettivamente {{IPA|[ɟ]}}, {{IPA|[c]}}, {{IPA|[ʎ]}}, {{IPA|[ɲ]}} e {{IPA|[rʲ]}}, come le equivalenti g k l n r, ma talora sono seguite nella pronuncia da una subitanea [j] semiconsonante. In particolare, ģ e ķ si leggono come le iniziali delle parole italiane "chiesa" e "ghiaia", ma se possibile ancora più schiacciate; ļ è equivalente alla ''gl'' italiana; ņ alla ''gn'' italiana; infine, ŗ, ormai caduta in disuso, era un suono simile alla r(i) italiana della parola "aria", ma più schiacciata ancora.