Esercito romano: differenze tra le versioni

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Nel corso di una lunghissima storia, che ne ha fatto «l'istituzione militare più efficace e più longeva che si conosca nella storia umana»,<ref name="EB1911">''[[Enciclopedia Britannica|Encyclopedia Britannica]]'', [[Encyclopædia Britannica Eleventh Edition|Eleventh Edition (1911)]], ''The Roman Army''.</ref> l<nowiki>'</nowiki>esercito romano ha conosciuto una continua evoluzione strutturale che, nel tempo, ne ha profondamente modificato l'[[organica|organizzazione militare]] e la stessa costituzione.
 
All'interno dei massimi livelli di entrambe le branche, le trasformazioni strutturali occorsero sia in conseguenza di effettive riforme militari, sia per l'emergere di naturali evoluzioni strutturali. DellL'organizzazioneesercito militareromano romanasubì notevoli incrementi nel corso della sua storia, almeno fino a quando Roma riuscì ad occupare l'intero [[FlavioMar GiuseppeMediterraneo|bacino del Mediterraneo]]. Da un esercito composto da soli 3.300 armati ai tempi del primo re [[Romolo]], raggiunse ai tempi dell'[[Impero romano]] la sua massima dimensione, superando le ci500.000 dice:unità.
 
Dell'organizzazione militare romana, [[Flavio Giuseppe]] ci dice:
{{Citazione|[...] riguardo alla loro organizzazione militare, essi hanno questo [[Impero romano|grande impero]] come premio del loro valore, non come dono della fortuna. Non è infatti la guerra che li inizia alle armi e neppure solo nel momento dei bisogno che essi la conducono [...], al contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano, poiché non interrompono mai l'addestramento, né stanno ad attendere di essere attaccati. Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento, tanto che ogni giorno tutti i soldati si esercitano con il massimo dell'ardore, come se fossero in guerra costantemente. Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la massima calma; nessun panico li fa uscire dai ranghi, nessuna paura li vince, nessuna fatica li affligge, portandoli così, sempre, ad una vittoria sicura contro i nemici [...]. Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre, battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 5.1.71-75.}}
 
== Il reclutamento ==
Dopo un iniziale periodo nel quale vi furono ovviamente precise disposizioni in quanto tutti gli abili alle armi dovevano contribuire alla comune difesa, si instaurò la leva (''dilectus'') quando l'accrescimento del numero dei cittadini atti alle armi permise e impose di scegliere fra essi quelli idonei alla pesantezza del servizio. Inizialmente, il soldato doveva equipaggiarsi con i mezzi propri; con l'ordinamento ''serviano'' i cittadini furono perciò distinti in cinque classi di censo. L'esercito di campagna veniva reclutato tra gli ''juniores'' che erano costituiti dai maschi dai 18 ai 46 anni; esistevano poi i ''seniores'' (dai 47 ai 60 anni) che potevano essere chiamati per i servizi territoriali.
 
Il quadro di leva dell'epoca più antica era costituito dalle classi, distinte in centurie: più tardi venne sostituito dalle tribù. Man mano che il dominio di Roma si estese nella [[penisola italiana]] e nel [[mare Mediterraneo]], i sistemi di reclutamento si modificarono adattandosi alle condizioni ambientali. Erano ammesse varie cause di dispensa: età, numero di campagne fatte (in genere, secondo [[Polibio]], 10 a cavallo o 16 a piedi).
 
Nel corso del [[I secolo a.C.]] i sistemi di leva si modificarono profondamente: gli eserciti romani si formarono ordinariamente con volontari, e si ricorse alla [[leva coatta]] solo quando i volontari non si offrivano in numero sufficiente. Sotto [[Augusto]], con l'avvento dell'[[Impero romano|Impero]], la leva è un diritto del principe, ed avviene in [[Italia]] e nelle province per cura dei suoi legati e di appositi ufficiali, in relazione ai bisogni dei vari eserciti. Con [[Publio Elio Traiano Adriano]], il reclutamento divenne esclusivamente regionale.
 
I coscritti dovevano soddisfare certe condizioni giuridiche e morali:
 
* essere liberi e non [[schiavo|schiavi]] o [[liberto|liberti]]
* appartenere a determinate comunità dell'Impero
* onorabilità
e fisiche:
* età
* robustezza
* statura
 
I riconosciuti idonei prestavano giuramento e passavano quindi nei reparti d'istruzione. A partire dal [[IV secolo]], pur rimanendo formalmente l'obbligo generale al servizio, alcune categorie di cittadini sono avviate alle armi, mentre altre ne sono esentate.
 
I quadri sono formati prevalentemente con volontari anche [[barbaro|barbari]], e la leva forzata assume due forme:
 
# la ''leva diretta'' interessa, in base al principio della ereditarietà delle professioni, innanzitutto i figli dei veterani, e poi anche coloro che non erano impiegati nell'agricoltura o negli uffici pubblici
# la ''leva indiretta'' prevedeva
## nei periodi più antichi, che il chiamato potesse inviare al suo posto un sostituto
## successivamente, la possibilità di dispensa dal servizio mediante il pagamento di una somma di denaro, fissata dall'Imperatore.
 
All'epoca di [[Giustiniano]], il sistema della leva obbligatoria non è più praticato: l'esercito era formato da volontari e da mercenari stranieri.
 
== Principali fasi evolutive ==
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Nel 476 l'esercito sollevato da [[Odoacre]] contro il ''magister militum'' [[Flavio Oreste]] e l'ultimo imperatore in Italia, [[Romolo Augusto]], era costituito unicamente da federati germanici, perlopiù [[Sciri]] ed [[Eruli]].<ref>[[Giordane]], ''[[De origine actibusque Getarum|Getica]]'', 242: «...Odoacer Torcilingorum rex habens secum Sciros, Herulos diversarumque gentium auxiliarios Italiam occupavit..».</ref> Tuttavia l'assetto generale dell'esercito romano tardo-imperiale, e alcune sue unità, sopravvissero almeno fino alla fine del VI secolo in seno alla ''Pars Orientis'', come testimoniato dalla presenza dei ''[[Regii]]'', una ''auxilia palatina'' attiva sin dalla pubblicazione della ''[[Notitia dignitatum|Notitia Dignitatum]]'', a difesa delle [[Mura aureliane]] minacciate dagli [[Ostrogoti]] durante la guerra di riconquista di [[Giustiniano I|Giustiniano]].<ref name = "Procopio di Cesarea">[[Procopio di Cesarea]], ''De Bello Gothico'', I, 23.</ref>
 
== Il reclutamento ==
== Dimensione dell'esercito nel corso della storia romana (753 a.C. - 476 d.C.) ==
Dopo un iniziale periodo nel quale vi furono ovviamente precise disposizioni in quanto tutti gli abili alle armi dovevano contribuire alla comune difesa, si instaurò la leva (''dilectus'') quando l'accrescimento del numero dei cittadini atti alle armi permise e impose di scegliere fra essi quelli idonei alla pesantezza del servizio. Inizialmente, il soldato doveva equipaggiarsi con i mezzi propri; con l'ordinamento ''serviano'' i cittadini furono perciò distinti in cinque classi di censo. L'esercito di campagna veniva reclutato tra gli ''juniores'' che erano costituiti dai maschi dai 18 ai 46 anni; esistevano poi i ''seniores'' (dai 47 ai 60 anni) che potevano essere chiamati per i servizi territoriali.
{{Vedi anche|Dimensione dell'esercito romano}}
 
L'esercito romano subì notevoli incrementi nel corso della sua storia, almeno fino a quando Roma riuscì ad occupare l'intero [[Mar Mediterraneo|bacino del Mediterraneo]]. Da un esercito composto da soli 3.300 armati ai tempi del primo re [[Romolo]], raggiunse ai tempi dell'[[Impero romano]] la sua massima dimensione, superando le 500.000 unità.
Il quadro di leva dell'epoca più antica era costituito dalle classi, distinte in centurie: più tardi venne sostituito dalle tribù. Man mano che il dominio di Roma si estese nella [[penisola italiana]] e nel [[mare Mediterraneo]], i sistemi di reclutamento si modificarono adattandosi alle condizioni ambientali. Erano ammesse varie cause di dispensa: età, numero di campagne fatte (in genere, secondo [[Polibio]], 10 a cavallo o 16 a piedi).
 
Nel corso del [[I secolo a.C.]] i sistemi di leva si modificarono profondamente: gli eserciti romani si formarono ordinariamente con volontari, e si ricorse alla [[leva coatta]] solo quando i volontari non si offrivano in numero sufficiente. Sotto [[Augusto]], con l'avvento dell'[[Impero romano|Impero]], la leva è un diritto del principe, ed avviene in [[Italia]] e nelle province per cura dei suoi legati e di appositi ufficiali, in relazione ai bisogni dei vari eserciti. Con [[Publio Elio Traiano Adriano]], il reclutamento divenne esclusivamente regionale.
 
I coscritti dovevano soddisfare certe condizioni giuridiche e morali:
 
* essere liberi e non [[schiavo|schiavi]] o [[liberto|liberti]]
* appartenere a determinate comunità dell'Impero
* onorabilità
e fisiche:
* età
* robustezza
* statura
 
I riconosciuti idonei prestavano giuramento e passavano quindi nei reparti d'istruzione. A partire dal [[IV secolo]], pur rimanendo formalmente l'obbligo generale al servizio, alcune categorie di cittadini sono avviate alle armi, mentre altre ne sono esentate.
 
I quadri sono formati prevalentemente con volontari anche [[barbaro|barbari]], e la leva forzata assume due forme:
 
# la ''leva diretta'' interessa, in base al principio della ereditarietà delle professioni, innanzitutto i figli dei veterani, e poi anche coloro che non erano impiegati nell'agricoltura o negli uffici pubblici
# la ''leva indiretta'' prevedeva
## nei periodi più antichi, che il chiamato potesse inviare al suo posto un sostituto
## successivamente, la possibilità di dispensa dal servizio mediante il pagamento di una somma di denaro, fissata dall'Imperatore.
 
All'epoca di [[Giustiniano]], il sistema della leva obbligatoria non è più praticato: l'esercito era formato da volontari e da mercenari stranieri.
 
== Note ==
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* {{Cita libro|cognome=Williams|nome=Stephen|titolo=Diocletian and the Roman Recovery|città=New York|lingua=inglese|editore=Routledge|anno=1997|cid=Williams, 1997|isbn=978-0-415-91827-5}}
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==Voci correlate==
{{Vedi* anche|Dimensione[[Dimensioni dell'esercito romano}}]]
 
== Altri progetti ==