Luigi Amedeo di Savoia-Aosta: differenze tra le versioni

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Intraprende in seguito una operazione di una grande bonifica agricola in Somalia lungo la valle del fiume [[Uebi Scebeli]] di cui, nel [[1928]], nel corso della sua ultima esplorazione, scoprirà le sorgenti. Muore il 18 marzo [[1933]] nel villaggio "Duca degli Abruzzi" (oggi [[Johar]]), in [[Somalia]], senza figli. Sembra che negli ultimi anni della sua vita, il Duca avesse una relazione con una giovane principessa somala di nome Faduma Ali. Secondo le sue volontà viene lì sepolto, sulle sponde del fiume [[Uebi Scebeli]].
Nel 2006 le milizie islamiche entrarono in Giohar, distrussero il villaggio e si accanirono contro la tomba, profanandola, il monolite fu abbattuo e i resti dispersi<references/>(14) Vincenzo Meleca, "Italiani in Africa Orientale, p.82. L' Ambasciatore italiano in Somalia Carlo Campanile in una lettera del 30 luglio 2018 al prof. Giulio Vignoli, ha confermato l'accaduto e ha agginto: "la profanazione è stata opera delle milizie di Al Shabaah. Benchè il controllo dell'aria sia nelle mani di reparti filogovernativi la zona si caratterizza ancora per un elevato livello di rischio ed è sostanzialmente inacessibile per il personale espatriato".
{{Citazione|Preferisco che intorno alla mia tomba s'intreccino le fantasie delle donne somale, piuttosto che le ipocrisie degli uomini civilizzati.|Luigi Amedeo di Savoia-Aosta prima della sua partenza da Napoli il 7 febbraio 1933<ref>Vittorio Mazzonis, ''I silenzi del Duca degli Abruzzi'', su Historia n° 58, settembre 1962 pag. 61</ref>}}
Nel 2006 le milizie islamiche di Al Shabaab entrarono nel villaggio. Lo distrussero e profanarono la tomba: il monolite fu distrutto e i resti dispersi (Vincenzo Meleca , Italiani in Africa Orientale, TraccePerLaMeta edizioni, 2018. L'ambasciatore italiano in Somalia Carlo Campanile ha confermato il tutto in una sua lettera al prof. Giulio Vignoli del 30 luglio 2018; aggiungendo: "Benchè il controllo dell'area sia ora nelle mani di reparti filogvernativi, la zona si caratterizza ancora per un elevato rischio ed è sostanzialmente inacessibile per il personale espatriato". |Luigi Amedeo di Savoia-Aosta prima della sua partenza da Napoli il 7 febbraio 1933<ref>Vittorio Mazzonis, ''I silenzi del Duca degli Abruzzi'', su Historia n° 58, settembre 1962 pag. 61</ref>}}
 
Dopo la sua morte la [[Regia Marina]] ha intitolato alla sua memoria un [[Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (incrociatore)|incrociatore]] che nel dopoguerra avrebbe anche ricoperto l'incarico di [[nave ammiraglia|ammiraglia]] della [[Marina Militare Italiana]].