Alfonso Maria de' Liguori: differenze tra le versioni

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Nel [[1762]] [[papa Clemente XIII]] lo volle contro la sua volontà{{Citazione necessaria}} [[vescovo]] della [[Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti|diocesi di Sant'Agata de' Goti]]. Durante la terribile carestia che colpì nel gennaio [[1764]] il Regno di Napoli, Alfonso Maria de' Liguori riuscì a limitare le sofferenze della popolazione del suo territorio. Si industriò, assieme ai governatori locali, ai sacerdoti della città e della diocesi, per accendere mutui e calmierare il prezzo del pane arrivato alle stelle, rilanciando l'economia bloccata per quasi due anni. Nel [[1775]] lasciò la carica vescovile per problemi di salute: soffriva infatti di una forma di [[artrite]] che gli incurvò la spina dorsale.
 
I suoi agiografi raccontano che mentre era vescovo, nel [[1774]], andò in [[bilocazione]] a Roma per assistere [[papa Clemente XIV]] che stava morendo e partecipò ai suoi funerali. I suoi confratelli ad [[Arienzo]], nel Palazzo Vescovile dove risiedeva, lo avrebbero visto, per due giorni consecutivi, fermo su una poltrona, immobile come una statua, mentre a Roma sarebbe stato visto intento a confortare il papa che era in agonia<ref> T. RayRey-Mermet, ''Il Santo del Secolo dei lumi'' p. 753</ref>.
 
Tra il 1770 ed il 1776 tentò più volte di costituire una missione nel territorio di [[Martina Franca]]<ref>Una della lettere di Alfonso Maria de' Liguori scritte a tale scopo viene analizzata e pubblicata in ''Spicilegium historicum'', 9, 1961, pp. 357-359. Altre due lettere riguardanti la costituzione della missione e indirizzate al padre Andrea Villani sono pubblicate in ''Alphonsi Maria de Ligorio, Lettere'', volume II, pp.617 e 619.</ref> e scrisse in risposta ad alcune tesi dell'abate Magli di Martina un breve testo, ''Dichiarazione del sistema intorno alla regola delle azioni morali'', che in seguito venne integrato nell'opera ''Theologia Moralis''.