Pietro Nardini: differenze tra le versioni

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==Cenni biografici==
===Le attività a Livorno===
Si sa poco dei suoi precoci studi a Livorno, ma non sono da escludere lezioni con influenti didatti come i violinisti Antonio Del Bravo, Francesco Galeotti e Francesco Puccini o l’organista di [[Chiesa di San Giovanni Battista (Livorno)|San Giovanni Battista]], Leonardo Cini.<ref name="DBI">Antonella D'Ovidio, ''Nardini, Pietro'' (sub voce), in ''Dizionario biografico degli italiani'', vol. 77, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012, consultabile on-line su [http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-nardini_(Dizionario-Biografico)/ ''Treccani.it''].</ref><ref>{{cita|Marri|p. 2}}</ref> A 12 anni si recò a Padova per studiare con [[Giuseppe Tartini]]<ref name="DEUMM" /><ref name="DBI" /> e già a 14 figura come strumentista dello stato lucchese per le Feste di Santa Croce.<ref name="DEUMM">Guido Salvetti, ''Nardini, Pietro'' (sub voce), in ''Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti'', diretto da Alberto Basso, serie II: ''Le biografie'', vol. 5: ''ME-PIA'', Torino, UTET, 1988, p. 326.</ref> Non si sa quanto questi incarichi inficiarono sul suo apprendistato padovano con Tartini, ma è certo che i soggiorni dal maestro si protrassero fino al 1740<ref name="DBI" />, anno in cui la sua posizione a Lucca si fece più alta (divenne capo strumentista).<ref name="DBI" /><ref>{{cita|Marri|p. 4}}</ref> Fu certamente maestro di [[Filippo Manfredi]] a Livorno<ref name="DBI" /> (mentre meno sicuro è il suo rapporto didattico con [[Giuseppe Cambini]]<ref name="DEUMM" /> e [[Gaetano Brunetti]]<ref>{{cita|Catalogo|pp. 136-138.}}</ref>), nell'ambito di un intenso periodo di insegnamento (c'è notizia di almeno una decina di suoi allievi)<ref>{{cita|Catalogo|p. 136-146.}}</ref> e di concerti pubblici e privati che lo vide coinvolto come ''star'' emergente del violino<ref name="GROVE">Mariateresa Dellaborra, ''Nardini, Pietro'' (sub voce), in ''The New Grove of Music and Musicians. Second Edition'', edited by Stanley Sadie, executive editor John Tyrrell, vol. 17: ''Monnet to Nirvana'', London, Macmillan, 2001-2002, pp. 638-639.</ref>: periodo di cui, però, ci sono rimaste scarse evidenze documentarie.<ref>{{cita|Catalogo|p. 26.}}</ref> Alcuni ritengono che in questo periodoquest'epoca viaggiò molto in Europa<ref name="GROVE" />, altri indicano invece una sua permanenza pressoché uniforme a Livorno, città comunque ricca di stimoli, dove negli stessi anni lavoravano anche [[Charles-Antoine Campion]] (suo futuro ''capo'' alla corte di Firenze) e i librettisti [[Giovanni De Gamerra]] e [[Marco Coltellini]].<ref>{{cita|Catalogo|p. 26.}}</ref>
 
===Il lavoro in Europa e il ''Quartetto toscano''===