Pietro Nardini: differenze tra le versioni
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===A Firenze===
Nel 1770 divenne direttore delle musiche alla corte di Firenze, dove rimase per il resto della sua vita.<ref name="DEUMM" /><ref name="GROVE" /><ref name="MGG" /> Là collaborò con grandi musicisti (suo ''principale'' alla cappella di corte era la sua vecchia conoscenza livornese [[Charles-Antoine Campion|Campion]] e il sovrintendente alla musica era [[Eugène de Ligniville]])<ref>Sulla complessa struttura della cappella fiorentina vedi Stefania Gitto, ''Le musiche di Palazzo Pitti al tempo dei granduchi Asburgo-Lorena. Storia della collezione musicale granducale'', in «Annali di storia di Firenze», VI (2011), Firenze, Firenze University Press, 2011, pp. 121-154, [http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/10299 consultabile on-line]; e Duccio Pieri, ''Il marchese Eugenio de Ligniville. Sovrintendente alla musica della Real Camera e Cappella'', in «Philomusica. Rivista del dipartimento di filologia musicale», V/1 (2006), Pavia, Pavia University Press, 2006, [http://riviste.paviauniversitypress.it/index.php/phi/article/view/05-01-SG04/57 consultabile on-line].</ref>, insegnò (almeno una trentina i suoi allievi a Firenze<ref>{{cita|Catalogo|p. 146-201.}}</ref><ref name="MGG" />, tra cui [[Václav Pichl]]<ref>{{cita web|url=http://notedicarta.altervista.org/it/76/vaclav-pichl/show/6/200|titolo=Scheda biografica di Pichl|sito=Note di Carta}}</ref><ref>Pichl ha dedicato al maestro ''Cento Variazioni sulla scala del Basso fermo per esercizio del Violino'', pubblicato come op. 11 da Giuseppe Poggiali a Firenze. {{cita web|url=http://id.sbn.it/bid/MUS0088333|titolo=Vedi scheda dell'edizione|sito=SBN}}</ref>, [[Giovanni Francesco Giuliani]]<ref>{{cita web|url=http://notedicarta.altervista.org/it/76/giovan-francesco-giuliani/show/6/111|titolo=Scheda biografica di Giuliani|sito=Note di Carta}}</ref>, [[Bartolomeo Campagnoli]]<ref>{{cita|Catalogo|p. 151-157}}</ref> e [[Francesco Vaccari (musicista)|Francesco Vaccari]]<ref>{{cita|Catalogo|pp. 198-201.}}</ref>), e incontrò il plauso di molti facoltosi e influenti ascoltatori: uno dei più estasiati fu [[Charles Burney]]<ref>Charles Burney, ''The Present State of Music in France and Italy'', London, Becket & Co., 1773, trad. it. di Enrico Fubini: ''Viaggio musicale in Italia'', Torino, EDT, 1979.</ref><ref name="DEUMM" /><ref name="GROVE" />, il quale inaugurò la leggenda che vuole Nardini presente al capezzale dell'amato maestro Tartini nel 1770, voce non suffragata da alcuna prova documentaria.<ref name="DBI" /> Grazie al lavoro fiorentino si esibì a Napoli (alla corte di [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] a Posillipo<ref name="DBI" /><ref name="GROVE" />), Pisa (nel 1784 per una visita di [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]]<ref name="GROVE" />) e a Roma, dove suonò per l'incoronazione di [[Corilla Olimpica]] all'Accademia di Arcadia (società in cui venne incluso egli stesso, con il nome di Terpandro Lacedemone).<ref name="DBI" /><ref name="MGG" /> Di Corilla divenne intimo amico (si scambiarono molte lettere e nel testamento Nardini le lasciò un prezioso astuccio d'oro)<ref name="DBI" /> e forse anche grazie a lei ottenne il benvolere delle accademie fiorentine (suonò per gli Ingegnosi e per gli Armonici), a cui seguì anche quello delle alte cariche diplomatiche (partecipò alle feste private di molti ambasciatori)<ref name="DBI" /><ref>{{cita|Catalogo|p. 44}} cita concerti di Nardini presso le ville del [[George Clavering-Cowper, III conte Cowper|conte Cowper]] e del conte John Tylney.</ref>, forse favorito
==Stile e fortuna==
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