Acamilofenina

farmaco
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Acamilofenina è una molecola dotata di attività antagonista verso i recettori di tipo muscarinico, e pertanto esercita un'azione parasimpaticolitica. Come farmaco trova indicazione nel trattamento degli stati spastici, specialmente dell'apparato digerente, dipendenti da ipertono vagale.

Acamilofenina
Nome IUPAC
3-methylbutyl 2-(2-diethylaminoethylamino)-2-phenylacetate
Nomi alternativi
Novospasmin, Sintespasmil, Belosin, Camylopin, Navadyl, Spasmocan, Adopon
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC19H32N2O2
Massa molecolare (u)320.47 g/mol
Numero CAS5892-41-1
Numero EINECS200-202-0
Codice ATCA03AA03
PubChem5902
DrugBankDB13738
SMILES
CCN(CC)CCNC(C1=CC=CC=C1)C(=O)OCCC(C)C
Indicazioni di sicurezza

Usi clinici modifica

Acamilofenina viene utilizzata nel trattamento della sindrome del colon irritabile e di altri disturbi dell'intestino.[1] È utile nel trattamento del dolore addominale, particolarmente se legato a spasmo della muscolatura liscia. Viene inoltre utilizzata per la cura degli spasmi dell'apparato urogenitale e del tratto genitale femminile (dismenorrea).

Effetti collaterali ed indesiderati modifica

Acamilofenina anche a dosi terapeutiche può causare senso di secchezza delle fauci, disturbi dell'accomodazione visiva, nausea, vomito, costipazione, cardiopalmo e disturbi mentali fino a vere e proprie forme di psicosi.

Controindicazioni modifica

Il farmaco è controindicato nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo. Similmente ad altre sostanze ad azione antagonista muscarinica, acamilofenina è controindicata nei soggetti affetti da iperplasia prostatica, glaucoma, tendenza alla ritenzione urinaria ed ileo paralitico.

Dosi terapeutiche modifica

Il dosaggio raccomandato negli adulti è pari a 25 mg, tre volte al giorno.

Interazioni modifica

Gravidanza ed allattamento modifica

Studi clinici sperimentali hanno evidenziato la possibilità di danno fetale a seguito dell'assunzione di Acamilofenina in donne gravide. Il farmaco viene secreto nel latte materno ed è stato documentato un rischio significativo per il neonato, pertanto acamilofenina è controindicata nelle donne che allattano al seno.

Note modifica