Abū Manṣūr Muḥammad al-Qāhir bi-llāh [1] (Baghdad, 899Baghdad, 950) è stato il diciannovesimo Califfo della dinastia abbaside e regnò dal 932 al 934.

Al-Qahir
Dinar aureo di Al-Qahir
califfo del califfato abbaside
Amir al-Mu'minin
In carica1º marzo 929 –
2 marzo 929
PredecessoreAl-Muqtadir
SuccessoreAl-Muqtadir
califfo del califfato abbaside
In carica31 ottobre 932 –
24 aprile 934
PredecessoreAl-Muqtadir
SuccessoreAl-Radi
NascitaBaghdad, 899
MorteBaghdad, 950
DinastiaAbbasidi
PadreAl-Muʿtaḍid
MadreFitnah
ConsorteUmm al-Mansur
FigliMansur
ReligioneIslam sunnita

Biografia modifica

Dopo l'uccisione del precedente Califfo al-Muqtadir, i cortigiani, temendo che il figlio (il futuro califfo al-Radi) si volesse vendicare su di loro della morte del padre, decisero di nominare nuovo califfo il fratellastro del defunto Califfo, al-Qāhir, che si dimostrò addirittura peggiore per loro di al-Muqtadir. Nonostante esteriormente apparisse un uomo pio e giusto, in realtà il nuovo Califfo si lasciò andare ad ogni sorta di crudeltà, torturando anche la madre di al-Muqtadir e i suoi figli, per costringerli a consegnargli le ricchezze che avevano accumulato durante il regno del fratellastro. Molti riuscirono a fuggire prima di finire nelle sue mani.

Fece murare vivo un suo nipote, sospettato di cospirazione. Al-Qahir, quindi, a causa del suo comportamento, si fece subito molti nemici. L'ex vizir Ibn Muqla organizzò una cospirazione, e il califfo venne aggredito durante la notte quando era ubriaco. Al suo rifiuto di abdicare, gli vennero cavati gli occhi,[2] e fu gettato in prigione nel 934. Gli succedette al trono al-Radi, il figlio di al-Muqtadir inizialmente estromesso dalla successione.

Undici anni dopo venne liberato, e fu più volte avvistato a Baghdad vestito con stracci da mendicante e sandali di legno.

Note modifica

  1. ^ in arabo أبو منصور محمد القاهر بالله?
  2. ^ Uno dei requisiti per essere valido Califfo era l'integrità fisica, oltre a quella mentale. Di derivazione bizantina, l'usanza di provocare un'invalidità fisica al sovrano era quindi misura sufficiente per ottenere da parte dei dotto religiosi la dichiarazione di decadenza dalla sua funzione del "Comandante dei credenti". Mentre però la consuetudine bizantina era quella di tagliare il naso all'Imperatore da far decadere, nel contesto islamico si ricorreva invece di preferenza al cavare gli occhi del Califfo.

Bibliografia modifica

  • William Muir: The Caliphate: Its Rise, Decline, and Fall. (EN)

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