Andrew McAuley

alpinista e canoista australiano

Andrew McAuley (Goulburn, 7 agosto 1968Mar di Tasmania, scomparso il 9 febbraio 2007) è stato un alpinista e canoista australiano. Amante dell'avventura, era noto per le scalate e le traversate di tratti di mare in kayak.

È scomparso durante il tentativo di attraversare in kayak il Mar di Tasmania, una traversata di 1.600 km, nel febbraio del 2007.

Biografia modifica

Nel 2003 effettuò la prima traversata dello Stretto di Bass, un braccio di mare che separa l'Australia meridionale dalla Tasmania. L'anno successivo intraprese l'attraversata del Golfo di Carpentaria, tra Australia e Nuova Guinea e nel 2006 guidò una spedizione nel Territorio Antartico Australiano, dove navigò per oltre 800 km nel Circolo Antartico[1].

Scalate modifica

McAuley si è arrampicato su svariate vette in Australia, Nuova Zelanda, Pakistan e Patagonia. Preferiva sperimentare nuove vie ed effettuare scalate di esplorazione, piuttosto che ricalcare strade già battute[2].

La traversata del Mar di Tasmania e la morte modifica

Nel dicembre del 2006, Andrew effettuò il primo tentativo di attraversare il Mar di Tasmania in un kayak singolo standard che però fallì a causa dell'eccessiva temperatura all'interno della cabina[3].

Il secondo tentativo iniziò l'11 gennaio 2007 e si concluse tragicamente con il ritrovamento del kayak parzialmente allagato il 10 febbraio, ad appena 30 miglia dal punto di arrivo a Milford Sound[4]. Iniziarono le ricerche del corpo, che vennero interrotte il 12 febbraio, senza successo.

 
La traversata del Mar di Tasmania

Per poter dormire doveva scivolare con il corpo lungo il kayak[5], e rimanere con un braccio appoggiato sull'addome e l'altro lungo il fianco e chiudere ermeticamente il "boccaporto" con un bulbo in fibra di vetro (soprannominato "Casper") che rendeva possibile superare le condizioni più dure durante le tempeste, inevitabili in quel tratto d'oceano[6]. Quando il bulbo era inutilizzato e posto nella sua posizione di riposo dietro la schiena di Andrew, in caso di cappottamento il kayak avrebbe potuto riempirsi d'acqua. Perciò, nel caso fosse accaduto, egli avrebbe dovuto uscire dal kayak, rimetterlo nella corretta posizione e provvedere ad auto-soccorrersi[7]. Probabilmente fu questa la causa del fallimento. Quando il kayak fu ritrovato la capsula era sparita[8]. Si suppone sia stata strappata da un'onda anomala, come dimostrato da una delle corsie su cui era incardinata, che risultava danneggiata[9].

Jonathan Borgais, un esperto marinaio che stava guidando la spedizione fornendo le previsioni meteorologiche, fece questa osservazione:

(EN)

«From the beginning, my biggest concern was the approach to New Zealand. And this part of New Zealand is notoriously dangerous. On a good day you can get rogue waves: a two or three metre set that can come out of nowhere. Not big, but powerful. That's very dangerous. I have no doubt that a wave got him.»

(IT)

«Fin dall'inizio, la mia più grande preoccupazione era l'avvicinamento alla Nuova Zelanda. Quest'area della Nuova Zelanda è notoriamente pericolosa. In una buona giornata puoi imbatterti in onde traditrici alte due o tre metri che compaiono dal nulla. Non grandi, ma potenti. Ciò è molto pericoloso. Non ho dubbi che sia stata un'onda a portarlo via.»

Il documentario dell'impresa di Andrew, "Solo: Lost at sea"[10], include spezzoni di video recuperati dalla memory card della sua videocamera, così come interviste al suo team durante la spedizione. Inizia con l'angosciante chiamata da lui effettuata il 9 febbraio, nella quale, con una voce particolarmente provata, chiede un estremo aiuto:

(EN)

«Do you copy? This is Kayak One. Do you copy, over? I've got an emergency situation.
I'm in a kayak about 30 kilometres from Milford Sound.
I need a rescue.
My kayak's sinking,
fell off into the sea,
and I'm going down.»

(IT)

«Mi sentite? Qui è Kayak Uno. Mi sentite? Mi trovo in una situazione di emergenza.
Sono in un kayak a circa 30 chilometri da Milford Sound.
Ho bisogno di soccorso.
Il mio kayak sta affondando,
sprofondando in mare,
e sto annegando.»

Nella stessa estate un kayak speciale costruito per due persone ha attraversato il Mar di Tasmania lungo una rotta più a nord (traversata nota con il nome Crossing the ditch). Un particolare spirito di competizione deve aver spinto Andrew ad effettuare la traversata in quel periodo[7].

Note modifica

  1. ^ "Kayaking", da AndrewMcAuley.com Archiviato il 17 luglio 2009 in Internet Archive.
  2. ^ "Climbing" da AndrewMcAuley.com Archiviato l'11 febbraio 2007 in Internet Archive.
  3. ^ Si veda il post nel blog "Tactical Retreat" del 6 dicembre 2006 su AndrewMcAuley.com Archiviato il 10 febbraio 2007 in Internet Archive.
  4. ^
    (EN)

    «Andrew McAuley was not crazy or reckless but crossing the Tasman Sea in a kayak was a calculated, planned gamble he lost»

    (IT)

    «Andrew McAuley non era né pazzo né sconsiderato, la traversata del Mar di Tasmania in kayak era una scommessa calcolata che lui ha perso»

  5. ^ Si veda il post nel blog "Sleep well y'all" del 3 febbraio 2007 su AndrewMcAuley.com Archiviato il 10 febbraio 2007 in Internet Archive.
  6. ^ Si veda il post nel blog "Weather the weather" del 31 gennaio 2007 su AndrewMcAuley.com Archiviato il 10 febbraio 2007 in Internet Archive.
  7. ^ a b c d Solo: Lost at sea Archiviato il 21 febbraio 2009 in Internet Archive. documentario del 15 settembre 2007 del National Geographic, trasmesso della BBC durante il programma Solitary Endeavour on the southern il 22 febbraio 2009.
  8. ^ Search for kayaker called off ("Interrotte le ricerche di McAuley") articolo dell'11 febbraio 2007 dal quotidiano australiano The Sydney Morning Herald.
  9. ^ Si veda il post nel blog "ETA Sunday" dell'8 febbraio 2007 su AndrewMcAuley.com Archiviato il 10 febbraio 2007 in Internet Archive.
  10. ^ Testualmente: "La traversata in solitaria: sperduto in mare"

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Collegamenti esterni modifica

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