Il teatro di Solunto è un antico edificio teatrale sito in provincia di Palermo, nell'antica città di Solunto, e risalente alla colonizzazione greca dell'Italia insulare.

Teatro di Solunto
gradini del teatro
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSanta Flavia

Storia modifica

Venne con molta probabilità fondato attorno al IV secolo a.C..

Il teatro tornò alla luce inaspettatamente nel 1953, il 19 maggio: prima degli scavi archeologici, essendo stato interamente ricoperto dalla terra, appariva come un pendio che ben si confondeva nell'andamento collinare del paesaggio circostante. A maggior ragione, i primi scavi portarono alla luce resti di decorazioni a mosaico, il che fece pensare alla presenza di una casa più che di un edificio pubblico. Gli scavi furono interrotti per un lungo periodo a causa di mancanza di fondi: ripresero solo nel 1958. Durante questa seconda campagna, vennero disotterrati il teatro maggiore e un edificio minore, forse usato come odeon o come bouleuterion.

Gli scavi sono stati promossi anche da Vincenzo Tusa.

Architettura modifica

Il teatro è collocato nei pressi di una grande piazza, alla quale era collegato da una scalinata; presenta all'incirca 2500 posti a sedere.

La cavea (di raggio complessivo 23,30 metri) è orientata a nord-est e la sua disposizione offre agli spettatori la visuale del mare: fu edificata su un pendio calcareo spianato artificialmente per la posa dei sedili. Si sviluppa su 23 gradinate (ciascuna delle quali alta 38 centimetri e ospitante nella parte anteriore un sedile, in quella posteriore lo spazio poggiapiedi) e 5 settori, divisi da 4 scalette, il cui gradino era alto la metà di un livello della gradinata.

La cavea presenta due fasi di costruzione: la seconda, più alta di 25 centimetri, si sviluppa secondo la tradizionale forma circolare, mentre la prima appariva più ridotta e quasi semicircolare.

Gli edifici costitutivi del teatro si trovano attualmente in cattive condizioni: probabilmente, esso venne abbandonato ancora durante l'epoca greca e smantellato di conseguenza per realizzare edifici civili[1].

Note modifica

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