The Dawn of Love (Etty)

dipinto di William Etty

The Dawn of Love, anche noto come Venus Now Wakes, and Wakens Love, è un dipinto a olio su tela dell'artista inglese William Etty, esposto per la prima volta nel 1828. Attualmente si trova nel Russell-Cotes Art Gallery and Museum di Bournemouth.[1] Il quadro è ispirato liberamente a un passaggio del masque Como, scritto da John Milton nel 1634.[2] L'opera ritrae una Venere nuda che si china per svegliare l'Amore dormiente accarezzandogli le ali. Etty includeva spesso delle figure nude nelle sue opere, ma ritraeva di rado l'intimità fisica, e per questo motivo The Dawn of Love è uno dei suoi quadri più inusuali. La sensualità esplicita dell'opera venne intesa come una sfida per lo spettatore, rispecchiando la trama del Como, nel quale l'eroina è tentata dal desiderio ma rimane razionale e distaccata.

The Dawn of Love
AutoreWilliam Etty
Data1828
Tecnicaolio su tela
Dimensioni88,6×98 cm
UbicazioneRussell-Cotes Art Gallery and Museum, Bournemouth

Se alcuni critici lodarono gli elementi della sua composizione e l'esecuzione, The Dawn of Love venne accolto molto freddamente quando venne esposto per la prima volta.[3] Etty era divenuto noto per dipingere delle figure realistiche, e la sua Venere stilizzata venne ritenuta troppo influenzata dagli artisti stranieri come il Rubens, oltre a essere troppo voluttuosa e dal colorito irrealistico, mentre l'intero quadro venne ritenuto di cattivo gusto e osceno. The Dawn of Love non fu tra i 133 dipinti esposti nella grande mostra retrospettiva delle opere di Etty del 1849,[4] e quando venne esposta a Glasgow nel 1899 suscitò delle lamentele per la sua oscenità presunta.[3] Nel 1899 venne acquistata da Sir Merton Russell-Cotes, e da allora è rimasta nella collezione del Russell-Cotes Art Gallery & Museum.

Descrizione

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(EN)

«And on the tawny sands and shelves

Trip the pert fairies and the dapper elves

By dimpled brook and fountain-brim

The wood-nymphs, decked with daisies trim

Their merry wakes and pastimes keep;

What hath night to do with sleep?

Night hath better sweets to prove,

Venus now wakes, and wakens Love.

Come, let us our rites begin;

'Tis only day-light that makes sin

Which these dun shades will ne'er report.

Hail! Goddess of nocturnal sport.»

(IT)

«E sull'arsiccia arena, e sulle secche,

Saltellano le leste Fate, e i rigogliosi Folletti.

Presso cresposo rio, e colma fonte,

Le Ninfe boschereccie, adorne di vaghe margherittine,

Tengono le loro tresche, e trastulli festevoli.

Che ha da far la Notte col Sonno?

La Notte migliori dolcezze ha da provare;

Svegliasi ora Venere, e sveglia Amore.

Orsù incominciamo i nostri riti:

È il chiaro giorno che sol fa il peccato,

Qual mai queste ombre oscure riveleranno.

Salve! Dea di notturni sollazzi.»

The Dawn of Love illustra un passaggio dall'inizio del Como, un masque di John Milton del 1634. Como è un racconto morale nel quale la protagonista femminile, chiamata solo "la signora", viene separata dalla sua famiglia. Ella incontra Como, un mago debosciato, che la cattura e la imprigiona, e che adopera tutti i metodi a sua disposizione per provare a risvegliare il suo desiderio sessuale. La signora resiste a tutte le tentazioni, e usando il suo intelletto e il suo senso morale resiste agli sforzi di Como di trascinarla nell'intemperanza o di arrendersi al desiderio.[5]

Il quadro di Etty non illustra direttamente una scena del Como. Al contrario, si ispira a un passaggio iniziale del racconto nel quale Como, prima di incontrare la signora, medita sul fatto che il peccato è un problema solo se gli altri se ne rendono conto, e che pertanto è giusto e naturale arrendersi ai desideri ignobili se si è avvolti dalle tenebre, sostenendo: "Che ha da far la Notte col Sonno? / La Notte migliori dolcezze ha da provare; / Svegliasi ora Venere, e sveglia Amore".[2][5] Il quadro di Etty ritrae la dea Venere ignuda, come "dea di notturni sollazzi", mentre si protende per svegliare l'Amore dormiente accarezzando le sue ali.[5][6] Se Etty si era fatto una reputazione per la sua abilità rinomata nel dipingere delle figure umane realistiche, la Venere in The Dawn of Love è molto stilizzata ed è dipinta in un pastiche intenzionale dello stile rubensiano.[5]

The Dawn of Love presenta intenzionalmente un dilemma morale agli spettatori. Con la sua raffigurazione esplicita della nudità e della sensualità, Etty sostiene lo stesso ragionamento di Como, ossia che è razionale per lo spettatore soccombere ai propri pensieri lussuriosi nel privato. Il quadro presenta allo spettatore la stessa sfida morale che Como presenta alla signora, quella di rimanere fedele alla sua natura migliore, morale e razionale, nonostante non vi sia alcuno svantaggio apparente nell'arrendersi al desiderio.

Anche se Etty dipingeva spesso la nudità, egli ritraeva raramente l'intimità fisica al di fuori delle scene di combattimento, e The Dawn of Love è insolita tra le sue opere; il biografo di Etty Leonard Robinson commentò nel 2007 che The Dawn of Love "è un soggetto così inusuale per Etty che è difficile capire perché egli l'abbia dipinto".[7]

Accoglienza

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Etty espose il quadro nel febbraio del 1828 alla British Institution con il titolo Venus Now Wakes, and Wakens Love.[5][8] Il dipinto venne subito deriso per lo stile nel quale venne dipinta Venere.[5] Una delle rare critiche positive fu quella del The New Monthly Magazine, secondo il quale "il corpo di Venere è disegnato deliziosamente e colorato voluttuosamente; e il modo attraverso il quale sveglia Amore, arruffando le piume delle sue ali, è immaginato e reso squisitamente". The Times notava che il disegno è "libero e fluido" e "la colorazione, seppur ricca, è perfettamente naturale", ma riteneva che "il soggetto, tuttavia, è rappresentato in modo troppo seducente (si potrebbe, con tutta la correttezza, utilizzare un termine più severo) per l'opinione pubblica".[9]

La Literary Gazette ammise che la tela è "molto attraente, soprattutto per il colore", ma considerò la "voluttà" del quadro "uno dei peccati contro il gusto più imperdonabili" e criticò Etty per la "sua negligenza" nel disegno, osservando che "è impossibile che un artista che ha studiato per così tanti anni, e instancabilmente, il modello vivente, possa smarrirsi in questo modo per la mancanza delle conoscenze".[10]


Il Monthly Magazine si lamentava di una Venere "dal colore cupo e dalla forma corpulenta", nonché "dell'esposizione eccessiva del suo corpo". Per La Belle Assemblée, la rappresentazione di Venere fatta da Etty, "anche se è una bella donna voluttuosa, non è né un'apoteosi della beltà, né una Venere, se si considerano tutte le descrizioni della dea dell'amore", e rimpiange "un colorito della pelle un po' cretoso".[11] La critica più severa si deve a un lettore anonimo del London Magazine:

(EN)

«This small picture ... we utterly condemn, not for the nudity or indecency of which some have complained, but because there is a total want of beauty, grace, and expression, to clothe the nakedness and abstract the mind from it. Mr. Etty seems conscious of the coldness of his flesh-colour, and atones for it by the flabbiness of his figures. They are any thing but voluptuous or alluring. We would recommend to our artist to leave these small unfinished vignettes, these little doughy Rubenses as "toys of desperation" to others. His firm, broad, manly pencil, requires wider scope and a different subject.»

(IT)

«Questo piccolo quadro... lo condanniamo totalmente, non per la nudità o l'indecenza di cui alcuni si sono lamentati, ma perché c'è una mancanza totale di bellezza, grazia ed espressione, da vestire la nudità e distrarne la mente. Il signor Etty sembra consapevole della freddezza del suo colore della carne, e lo espia attraverso la flaccidezza delle sue figure. Sono tutt'altro che voluttuose o seducenti. Consigliamo al nostro artista di lasciare agli altri queste piccole vignette incompiute, questi piccoli Rubens pastosi come dei "giocattoli della disperazione". La sua matita ferma, chiara e virile ha bisogno di uno scopo maggiore e di un soggetto diverso.»

In seguito, nello stesso anno, un lettore anonimo tornò su questo tema nella stessa rivista, e criticò Etty di aver imitato degli artisti stranieri piuttosto che aver cercato di sviluppare un suo stile nuovo e unico.[12] Egli osservò che "è impossibile imitare la voce o le azioni altrui senza esagerarle o caricaturarle", e si lamentò che "non è giusto vedere le Veneri di Tiziano, le favole del paganesimo, o i mestieri principali dei bifolchi olandesi, poste in parallelo con i soggetti che rappresentano la base [di] tutte le nostre speranze future", e aggiunse che "ovviamente qui [in Inghilterra] Rubens dovrebbe essere evitato come la peste, e non seguito come una luce".[12]

  1. ^ (EN) Christopher Wright e Catherine May Gordon, British and Irish Paintings in Public Collections: An Index of British and Irish Oil Paintings by Artists Born Before 1870 in Public and Institutional Collections in the United Kingdom and Ireland, Yale University Press, 1º gennaio 2006, p. 327, ISBN 978-0-300-11730-1. URL consultato il 27 giugno 2024.
  2. ^ a b c (ITFR) John Milton, Como, dramma con maschere ... Traduzione sostenuta ad litteram. Comus, masque ... traduction littérale. Edited by F. H. Egerton, Earl of Bridgewater. L.P., 1812, p. 10. URL consultato il 27 giugno 2024.
  3. ^ a b (EN) The Dawn of Love - Russell-Cotes, su Russell-Cotes - The Russell-Cotes house is a Museum & Art Gallery located in Bournemouth with stunning panoramic views of the sea., 11 maggio 2022. URL consultato il 27 giugno 2024.
  4. ^ Farr 1958, p. 157.
  5. ^ a b c d e f Burnage, Hallett e Turner 2011, p. 116.
  6. ^ (EN) « Fine Arts », Literary Gazette, London, Henry Colburn, vol. III,‎ 1 aprile 1828, p. 157.
  7. ^ Robinson 2007, p. 259.
  8. ^ Burnage e Bertram 2011, p. 23.
  9. ^ (EN) « British Institution », The Times, London, n. 13506,‎ 4 febbraio 1828, p. 3.
  10. ^ (EN) « Fine Arts: British Institution », The Literary Gazette, London, W. A. Scripps, n. 577,‎ 9 febbraio 1828, p. 90.
  11. ^ (EN) « Fine Arts Exhibitions, British Institution », La Belle Assemblée, London, vol. 7, n. 39,‎ marzo 1828, p. 133.
  12. ^ a b (EN) « The British Institution », The London Magazine, London, vol. I, n. 2,‎ luglio 1828, p. 395.

Bibliografia

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  • (EN) Sarah Burnage, Marc Hallett e Laura Turner, William Etty : Art & Controversy, London, Philip Wilson Publishers, 2011.
  • (EN) Sarah Burnage e Beatrice Bertram, « Chronology », in William Etty: Art & Controversy, vol. 1, London, Philip Wilson Publishers, 2011.
  • (EN) Dennis Farr, William Etty, London, Routledge and Kegan Paul, 1958.
  • (EN) Leonard Robinson, William Etty : The Life and Art, Jefferson, McFarland & Company, 2007.
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