Tiratoio delle Grazie

(Reindirizzamento da Tiratoio di Piazza d'Arno)

Il Tiratoio delle Grazie (o "di Piazza d'Arno", "delle Travi" o "de' Castellani"), era un antico edificio dell'Arte della Lana a Firenze, situato tra le attuali piazza de' Giudici, Lungarno Diaz e piazza Mentana. In disuso, fu distrutto nel 1860 circa e al suo posto sorse la Borsa delle Merci.

Tiratoio delle Grazie
Il Tiratoio delle Grazie in un dipinto di Thomas Patch (1760)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate43°46′02.6″N 11°15′25.13″E / 43.767389°N 11.256981°E43.767389; 11.256981
Informazioni generali
CondizioniDistrutto
Distruzione1850 circa
Realizzazione
ProprietarioArte della Lana

Storia modifica

 
Resti di fornaci del vecchio tiratoio sotto il palazzo della Camera di Commercio

La lavorazione del panni di lana, un tempo una delle più redditizie di Firenze, necessitava, tra i vari passaggi lavorativi, di una stesura al fresco in terrazze coperte e aerate, dove essi, opportunamente stesi e "tirati", asciugassero dopo le operazioni di coloritura e lavaggio. Per tali operazioni l'Arte della lana possedeva alcune grandi strutture apposite denominate appunto "tiratoi". A Firenze se ne sono contati cinque principali: quello delle Grazie, al cui posto oggi sorge la Camera di Commercio, quello della Pergola, quello degli Angeli in via Alfani, e quello dell'Uccello in piazza di Cestello, che fu sostituito poi con l'unico edificio ancora esistente, il tiratoio di San Frediano in piazza del Tiratoio. Tra i minori, quello dell'Aquila.

Il tiratoio delle Grazie da alcuni studiosi era attribuito ad Arnolfo di Cambio e consisteva in una struttura con alti palchi in legno dove venivano poste ad asciugare le pezze di stoffa. Popolarissimo scorcio pittoresco immortalato da numerosi vedutisti, conteneva una specie di pontile lungo il fiume, con una tettoia verso l'Arno. L'attività dei lavoranti al tiratoio (strettamente legata a quella dei tintori le cui botteghe si distribuivano per lo più nel tratto ancora denominato corso dei Tintori) e quella dello scalo fluviale della piazza d'Arno e dei legnaioli, individuavano quindi la zona come eminentemente manifatturiera.

Quando le antiche corporazioni furono sciolte da Pietro Leopoldo, gran parte del patrimonio dell'Arte della Lana passò alla neonata Camera di Commercio, e questa zona venne individuata per un grande palazzo atto a ospitare la Camera, la Borsa di Commercio e la Banca Nazionale Toscana (oggi Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Firenze).

Bibliografia modifica

  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 56;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p 145, n. XIX;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 310; II, 1977, p. 263;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 274;
  • Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 138–139, n. 174.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica