Il toparca (dal greco antico τοπάρχης, composto di τόπος "luogo" e -άρχης "-arca", in latino classico toparches, toparcha[1]) era il capo di ogni toparchia (ogni suddivisione territoriale presente nell'Egitto tolemaico fino al 310/316 d.C. quando venne sostituito dai pagi).

Nell'Egitto tolemaico modifica

Nell'Egitto tolemaico sembra che ogni suddivisione territoriale principale fosse a sua volta composta da una toparchia settentrionale e una meridionale. In ogni toparchia erano poi presenti città o dei villaggi (κῶμαι) governati dai comarchi (κωμάρχης). Si sa che anche la Giudea, prima e dopo la dominazione romana, era composta da un certo numero di toparchie e di toparchi.[1]

Nell'impero bizantino modifica

Il termine apparve per la prima volta durante il periodo ellenistico, per designare le toparchie. Nel VI secolo d.C. nelle Novellae Constitutiones di Giustiniano I, il termine passò a indicare tutte le magistrature locali, sia civili che militari.[2]

Durante il X e il XIII secolo d.C., gli scrittori bizantini utilizzarono il termine in riferimento ai re locali. Come scrisse il bizantinista Paul Lemerle: «una toparchia è un governatore indipendente di una terra straniera confinante con l'impero. [...] In un certo modo è sotto l'influenza dell'impero, vista la supposizione che queste terre siano ribelli al dominio bizantino». Il termine toparchia (e toparca al capo del territorio) si può quindi applicare a tutti quei territori rivendicati dall'impero bizantino (come l'Emirato di Creta).[2][3]

Note modifica

Bibliografia modifica