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L'ulcera di Mooren, anche chiamata ulcera rodente è una rara forma di cheratite cronica, che si localizza inizialmente alla periferia della cornea per poi spostarsi circonferenzialmente e centripetamente[1][2].

Ulcera di Mooren
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
Sinonimi
Ulcera rodente

Epidemiologia modifica

Colpisce entrambi i sessi, con una lieve preferenza per il genere maschile[2], e oltre i 40 anni di età nel 75% dei casi[1].

Eziologia modifica

Le cause della malattia sono sconosciute, ma si ritiene possano essere basate su di un meccanismo autoimmune verso antigeni specifici del tessuto corneale. Non è tuttavia associata a malattie sistemiche[1][2]. L'alta prevalenza della malattia nei paesi africani ha fatto ipotizzare una correlazione con elmintiasi altrettanto prevalenti e una sua natura post-infettiva[1].

Clinica modifica

I pazienti lamentano forte dolore, fotofobia e visione offuscata[2]. La malattia si può complicare con perforazioni corneali, infezioni opportunistiche, grave astigmatismo, cataratta e glaucoma[2].

Sono state descritte due forme della malattia[1]:

  • una forma tipica, generalmente monolaterale con decorso lento e prognosi buona
  • una forma atipica, spesso bilaterale, con decorso rapidamente progressivo e prognosi infausta

Trattamento modifica

In assenza di trattamento la malattia progredisce fino alla cecità nel giro di 6-18 mesi[2]. La terapia prevede la somministrazione topica di corticosteroidi, mentre nei casi più gravi, soprattutto quelli bilaterali, si deve instaurare una terapia immunosoppressiva basata su ciclofosfamide o ciclosporina[2]. La rimozione del tessuto necrotico tramite intervento chirurgico o crioablazione può essere efficace, ma solo nella forma monolaterale[2].

Note modifica

  1. ^ a b c d e Scuderi, pp. 242-3, 2008.
  2. ^ a b c d e f g h Kanski, pp. 277, 2008.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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