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Cesare Leonelli (Campagnano di Roma, 14 agosto 1906 – Roma, 24 marzo 1944) è stato un avvocato e partigiano italiano.

Avvocato, antifascista, dopo l'8 settembre 1943 entrò nel Partito d'Azione clandestino come organizzatore della locale Resistenza; arrestato e torturato, finì nel gruppo dei fucilati alle Fosse Ardeatine all'indomani dell'attentato di via Rasella.[1]

Biografia

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Nacque a Campagnano di Roma il 14 agosto 1906, figlio di Gregorio e Rosa Capuani.

Fu arrestato insieme a Vincenzo Saccotelli in un uno dei palazzi d’angolo tra piazzale degli Eroi e Via Andrea Doria in cui abitava. Dopo selvagge torture anche l’avv. Cesare Leonelli, fu massacrato alle Fosse Ardeatine. Il 24 Marzo, alle due del pomeriggio, 335 uomini furono ammassati nei camion, portati nelle cave Ardeatine, un luogo deserto a sud di Roma, e massacrati. Subito dopo l'eccidio i tedeschi fecero saltare in aria la zona e murarono la cava, cosicché i pochi coraggiosi che si erano spinti fin lì per vedere cosa fosse successo, si trovarono di fronte a un muro invalicabile. Solo dopo la Liberazione fu possibile abbattere il muro e scoprire la verità terribile che si celava dietro il lugubre, inesorabile e stringato comunicato tedesco del 24 marzo 1943: "L' ordine è già stato eseguito".[2][3]