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Chiesa della Nunziatella di Mascali modifica

Chiesa della Nunziatella
 
La facciata della chiesa
Stato  Italia
Regione  Sicilia
LocalitàNunziata
ReligioneCattolica
DiocesiAcireale

Contesto modifica

Incastonata fra il mar Ionio e l’Etna, circondata dalla frescura della vegetazione della macchia mediterranea, sorge la chiesa medievale dedicata a Santa Maria Annunziata o per antonomasia identificata da tutti come “Nunziatella”. L’ area geografica su cui è stata costruita è terra di mezzo fra Catania e Messina e precisamente l’ antica Contea di Mascali che a partire  dal XVII secolo è stata contesa tra il beneficio vescovile di Catania e quello di Messina come testimoniano altri numerosi riferimenti notarili dell’ epoca. Tuttavia i manufatti artistici e architettonici recuperati tramandano un’ eredità storica precedente a quella dell’ età del priorato accennata prima, come attesta la presenza accanto alla chiesa della “Nunziatella” di una basilica paleocristiana, datata dagli archeologi intorno al VI secolo d.C. con splendidi mosaici policromi raffiguranti soggetti marini. Del resto, il territorio di Nunziata che si distingue fra i luoghi della Contea mascalese per ricchezza di sorgenti e fertilità del suolo, fu popolato già dall’ età preistorica,  il ritrovamento e la presenza di necropoli accertano tracce del periodo ellenistico; il ritrovamento di reperti allestiti con la tecnica del mosaico, accertano la presenza dell’influenza romana, invece le pratiche di sepoltura e i rinvenimenti di fornaci accertano l’insediamento bizantino. Il “complesso della Nunziatella” dopo aver subito numerose “offese” dal susseguirsi storico-cronologico della sua esistenza, viene riportata alla luce attraverso attenti lavori di riscoperta nel 10 aprile del 1984 quando ebbero inizio le diverse fasi di rinvenimento.

I lavori di restauro

 
Lavori di restauro

I primi lavori riguardarono: il rifacimento di copertura; la demolizione delle decorazioni di fine Ottocento; lo svellimento degli intonaci interni; lo scavo interno ed esterno dietro l’ abside e nella piazzetta; l’intervento propedeutico sui preziosissimi affreschi. I lavori si chiusero alla fine del 1988 e compresero la realizzazione di muri di recinzione intorno al sito, il tetto, l’integrazione delle basole all’interno, il rifacimento di intonaci e vari consolidamenti. Indagini furono eseguite sia all’interno che all’esterno della chiesa, in vari punti del pavimento, in prossimità della parete del prospetto principale e alla profondità di circa un metro rispetto alla quota della soglia della porta. La chiesa tardo medievale era probabilmente più corta dell’attuale, e poteva avere un breve atrio antistante, se le quattro nicchie ai lati della porta principale, come sembra, sono anteriori alla chiesa seicentesca. La tecnica costruttiva nella parte di chiesa più prossima all’abside appariva differente rispetto alla porzione est. La metà più vicina all’attuale ingresso principale era tessuta con pietre più piccole e grossolanamente sbozzate assieme a pezzi di cotto e con abbondante calce, nell’altra metà, corrispondente al fondo della chiesa, la muratura si presentava apparecchiata con pietre più grosse, alcune squadrate e murate sempre con pezzi di tegole di cotto ma con una malta di calce molto più tenace. Inoltre tra le due parti con trama muraria diversa si riscontravano all’esterno altri due allineamenti verticali di pietre più grandi, anche queste tracce di quelli che dovevano essere due cantonali di fabbrica. In questa parte della chiesa più vicina all’abside, le pareti erano all’interno segnate, ogni due metri, da incassi verticali messi in luce negli anni ’80. Gli incassi denunciavano l’uso di travi di legno di sezione circa cm 20 X 20, nei tratti dove non si presentavano più riempiti e incocciati dietro l’intonaco. In questa porzione della chiesa, le due pareti laterali non scendevano con regolari fondazioni ma erano all’interno visibilmente impostate sul sottostante battuto di coccio pesto. L’uso di una carpenteria con i legni montanti posizionati all’interno dei tavolati è antico e tradizionale nella costruzione delle fondazioni degli edifici. Probabilmente fu questo il luogo dove furono innalzate le pareti. A queste appartiene la porzione di arco prossima all’abside della parte sinistra. Questo dettaglio ha consentito di ipotizzare la lunghezza ridotta rispetto all’attuale edificio. Le due alte feritoie presenti nella fabbrica nella parte alta della parete nord fanno presumere la presenza all’interno di una scala per raggiungerle. Questa conformazione simile ad una torre, la chiesa potrebbe averla assunta quando il vescovo di Catania venne privato della proprietà dei suoi possedimenti siti in questo territorio a nord est dell’Etna.

Le pitture

Le pitture, presenti nella parte sinistra della chiesa, appartengono ad un registro pittorico di tipo ionico, ovvero con la rappresentazione isolata dei santi a figura intera ed in sequenza. Sebbene le tracce siano modeste, la presenza del colore marrone per descrivere i piedi e l’abito del santo posto a sinistra della figura vescovile, dovrebbero appartenere all’immagine di San Francesco d’Assisi. Ne consegue che le pareti laterali della chiesa furono affrescate necessariamente dopo la canonizzazione di Francesco fatta da Papa Gregorio IX. Quindi è lecito supporre che la chiesa sia stata allungata dopo la metà del XIII secolo. A questa fase tardo medievale sembrano appartenere anche i volti della Madonna con il bambino a destra della parete dell’abside. Davanti a questo era anche emerso un recinto di circa sei metri per sei e formato da muretti spessi 40cm e alti 60. Il ritrovamento durante le indagini in questa zona della chiesa di alcuni scheletri, ci fornì ulteriori elementi di comprensione per l’evoluzione storica del manufatto architettonico in quanto gli scheletri appartenevano ad individui femminili di età tra gli 8 e i 40 anni. Gli scheletri sono posizionati in asse con la chiesa e con la testa verso l’abside per cui è molto probabile che i resti dei corpi rinvenuti appartengano a membri di una piccola comunità religiosa femminile legata alla Nunziatella durante il medioevo.

Il progetto

 

Il progetto prevedeva l’acquisizione di una modesta abitazione di fine Ottocento parzialmente diruta e posta a nord della chiesa della Nunziatella. La struttura architettonica, rinvenuta al di sotto della casa che era stata acquistata, si rivelò essere quella di un’altra piccola chiesa, mono absidata, con impianto basilicale a tre navate e impostata pressoché alla stessa quota della Nunziatella. Se precedenti scoperte nell’intorno di Nunziata, davano già frequentazioni della zona nell’antichità, sia in periodo ellenistico  che romano e bizantino con la presenza di una fornace poco lontano dal nostro sito, questa scoperta porta di molto indietro la storia di questo luogo di culto cristiano, rispetto a quanto si pensasse prima di questi ultimi lavori, e sulla base degli affreschi medievali presenti dentro la chiesa. Dalla sovrapposizione degli strati di crollo della struttura architettonica al di sopra di una grande quantità di tegole rotte a contatto con il pavimento, nonché dalle tracce di incendio sugli intonaci dell’abside e dei reperti rinvenuti durante lo scavo, possiamo considerare il IX secolo come terminus a quo saranno avvenuti, prima il crollo del tetto ligneo con copertura a coppi, e successivamente quello delle strutture murarie. Alcune monete della zecca di Siracusa, di Costante II e di Costantino IV, e due di Teofilo, trovate durante lo scavo sul pavimento, attestano la frequentazione dell’edificio tra il VII e il IX secolo. Dalla posizione di interi pezzi di muratura frammisti a singole pietre sopra lo strato di tegole, la dinamica dei crolli degli elevati strutturali, ovvero delle arcate impostate sui pilastri tra le navate e dei muri, sembra scriversi ad un evento tellurico, forse al noto terremoto che colpì la Sicilia Orientale intorno al 1969 che ebbe il suo epicentro nelle pendici nord orientali dell’Etna, e quindi dovette essere fortissimo a Mascali.

Struttura e mosaici

 
Mosaico

Per la struttura della pianta, per le strutture murarie e per rapporti dimensionali, la chiesa della Nunziatella richiama ad altri esempi architettonici sparsi per l’Italia ed in Sicilia. Basti pensare alla basilica post costantiniana di Nora, in Sardegna, i cui resti si osservano ancora vicino al mare, anche essa con abside a occidente; nell’area pugliese somiglianze tipologiche si riscontrano con le Cento Porte(chiesa di San Cosma e Damiano) a Giurdignano e, per la presenza di un’articolata recinzione presbiteriale, con la basilica paleocristiana rinvenuta negli anni ’90 del secolo scorso sotto la cattedrale di Barletta in Sicilia e datata intorno al V e VI secolo: la basilica di Sofiana a Piazza Armerina e quella di Kaucana a Santa Croce Camerina; in particolare analogie dimensionali si osservano con la basilica di Monte Po nella zona di Nesima presso Catania. La piccola basilica di Nunziata potrebbe appartenere a quella tipologia dalla caratteristica forma cosidetta “quadratica”; nei rapporti dimensionali la sua pianta si sovrappone infatti in maniera quasi perfetta a quella della chiesa di San Michele in Africisco a Ravenna, datata intorno al VI secolo. Per restare in Sicilia l’orientamento presenta anche la basilica Incontrada San Miceli a Salemi, che viene datata intorno al V secolo. All’interno del recinto rettangolare  della navata centrale si sono rinvenuti due preziosi mosaici policromi pavimentali in sequenza. Uno posto alla stesa quota del piano pavimentale della chiesa, l’altro copre l’area del presbiterio, sopraelevato di circa 80 centimetri rispetto al pavimento della chiesa e accessibile attraverso un passaggio centrale con tre gradini. Il mosaico superiore risulta molto danneggiato per la presenza di due fosse scavate nell’abside, ed un’altra imposizione centrale nel presbiterio, contenente uno scheletro composto in mezzo alla terra, con la testa verso l’abside, non manomesso, di un individuo di sesso maschile con una patena tra le braccia, quindi apparentemente al clero celebrante. Nella navata destra invece, a pochi centimetri dalle pareti di fondo si è trovata un’altra tomba, con piano interno e pareti in muratura, ma vuota e con lastre di copertura, in parte di marmo e in parte di mattoni, crollate all’interno; essa sembra costruita contemporaneamente alla chiesa, e forse svuotata già prima del crollo del tetto; è leggermente più ampia dal lato est, il che fa supporre che il defunto per cui fu predisposta fosse posizionato con la testa verso l’ uscita della chiesa. Questo dato, e la sua posizione nella navata destra ci orienta a ritenerla destinata ad un personaggio importante, ma laico. La colonna di marmo bianco rinvenuta sul pavimento nella navata destra che ha una fattura classica, per il posto dov’è stata rinvenuta può essere l’unica superstite di una serie al tempo riutilizzata in una possibile pergula di recinzione del presbiterio. Il pannello pressoché quadrato del mosaico del presbiterio presenta, all’interno di un’elegante cornice, una scena dove si fronteggiano due pavoni ed in basso due cerbiatti, in uno sfondo bianco con volute, foglie d’ acanto e rami fioriti. Anche se la parte centrale del mosaico manca, si presuppone dovesse esserci una fonte, o un altro elemento legato all’acqua. Il secondo mosaico, davanti al primo è posto alla stessa quota del piano pavimentale della chiesa, copre una superficie rettangolare. Questo tappeto musivo era quasi integro nel complesso, ad eccezione di una modesta lacuna laterale superficiale. I due mosaici differiscono anche per la grandezza delle tessere. A differenza di quello superiore il secondo mosaico ha  un’ organizzazione fortemente geometrica, la cornice è figurata in prevalenza con volatili rivolti verso il centro del tappeto musivo. La diversa fattura e composizione figurativa dei due mosaici rivela con molta probabilità l’ esecuzione ad opera di due differenti mosaicisti e una maggiore antichità del mosaico inferiore più usurato. L’ uso della tecnica di posatura delle tessere e le figure rappresentate  richiamano molto le immagini del bestiario delle chiese dell’ adriatico e delle ville imperiali romane.

Struttura basilica

Tornado all’architettura della basilica recentemente scoperta è evidente che essa venne costruita addossata ad un terrapieno dei lati nord ed est. Per quanto lo sviluppo della pianta presenti leggeri fuori squadra, ed in particolare una slittamento degli elementi verso sud, rilevando le misure delle navate laterali, larghe intorno a m 1,86 e il diametro dell’abside di m 3,10, si evince che l’ unità di misura usata fu il piede bizantino, corrispondente a 31,2 cm. Complessivamente la basilica appare costruita utilizzando il principio della diagonale di un quadrato, tipico rapporto uguale a √2 . La larghezza della navata è di 2X5 piedi X √2, per un totale di metri 4,41.

Iconografia di Cristo

L’iconografia dell’affresco con il Cristo risorto della Nunziatella è tipicamente bizantino, si basa su regole che provengono da Costantinopoli sin dal periodo di Giustiniano, ma si diffonderanno e continueranno ad essere ripetute oltre Costantinopoli ancora per molti secoli. L’ispirazione costantinopolitana è nel nostro affresco evidente nella postura delle figure angeliche inferiori impostate volanti che sembrano ispirarsi a consolidate composizioni come quella degli angeli scolpiti in un sarcofago di bambino custodito al Museo Archeologico di Istanbul e datato al IV secolo.

I resti umani, indagini antropologiche

 
resti umani

Le indagini antropologiche condotte sui reperti umani provenienti dalla Nunziatella hanno consentito di trarre alcuni importanti dati in merito all’ età di morte degli individui, al sesso, alla statura e ad eventuali patologie o tratti ereditari. L’ osservazione macroscopica è stata finalizzata ad una ricostruzione più completa dell’assetto tafonomico e dell’architettura funeraria, portando un fondamentale contributo alla comprensione del quadro storico ed archeologico dell’ area indagata.

Bibliografia

"La Nunziatella sopra Mascali", Giovanna Buda