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Nicolò Dell'Erba è nato a Bronte (CT) il 27 ottobre 1969.

All'età di sei anni inizia a frequentare il laboratorio di scultura del nonno, appassionandosi al mondo della scultura. Nel 1992 fonda "PETRA", un laboratorio artistico di scultura e restauro. Ha lavorato come artista in Germania dove ha realizzato opere architettoniche, in Italia dove è stato coinvolto nella ristrutturazione della Chiesa di S. Sebastiano situata all'interno del Castello di Nelson (Maniace), in Irlanda dove si è occupato del restauro della chiesa dell'Immacolata Concezione (Louth Village).

L’origine di questa famiglia di “artisti-intagliatori” si perde nella notte dei tempi, addirittura all’epoca dei Maestri Comacini, “i costruttori, i muratori, gli stuccatori e gli artisti raggruppati in una corporazione di imprese edili itineranti”, che fin dal Settimo Secolo dopo Cristo operavano in Lombardia, soprattutto tra il Comasco e il Canton Ticino, “donde il cognome Dell’Erba, cioè famiglia originaria di Erba, in provincia di Como”.[1]

Nel 2020, spinto dal sogno di trasformare i rifiuti dell’industria marmifera in arte, nasce il progetto "PLAKA". L'obiettivo di PLAKA è quello di riciclare i rifiuti provenienti dall'industria del marmo al fine di produrre oggetti di uso quotidiano che sostituiscano prodotti in plastica. Uno dei principali prodotti di PLAKA è uno spalmino dalla forma che rimanda ai profili dell'Etna, adatto all'industria alimentare, con un peso di 35 gr. e personalizzabile.

Nel 2011 espone le sue opere alla Biennale di Firenze riscuotendo grande successo e grande approvazione. Successive sono le Mostre espositive di Bronte, alla Pinacoteca Sciavarrello, a Vibo Valentia, a Itala. Molte delle sue opere d'arte sono ispirate alla cultura greca e alla filosofia platonica.

Ogni pensiero originato dalla filosofia dei Maestri Comacini e trasmesso attraverso le generazioni che, qualche secolo prima, si erano trasferiti dal Nord Italia alle falde del Vulcano”. Almeno cinque, secondo Nicola, le generazioni vissute in Sicilia: il nonno Nicola, il bisnonno Giuseppe, il trisavolo e via via a ritroso nel tempo. Circa tre secoli che hanno segnato la vita di Chiese e di piazze, di strade e di fontane di questo fazzoletto di Sicilia.

A Bronte ci sono esempi dell’opera dei Dell’Erba: dalla Fontana dell’ Immacolatella alle Chiese di Santa Lucia e della Madonna delle Grazie; dal pavimento del castello di Nelson all’ Ippogrifo situato all’ingresso della città. Ma da alcuni anni le sculture e i lavori di Nicola sono presenti sia al Nord Italia che all’estero, soprattutto in Irlanda, in Germania e in Inghilterra. E adesso c’è il progetto di mettere a disposizione degli scultori giovanissimi (anche disabili) la sua esperienza e dei blocchi di pietra che verranno lavorati da loro.[2]


È adesso in mostra al Palazzo Duchi di Santo Stefano a Taormina. Seguiranno la Mostra nella Sala Espositiva di Palazzo D'amico e subito dopo, per un mese circa la Mostra al Castello Maniace, presso l'isola di Ortigia a Siracusa.

  1. ^ Luciano Mirone, NICOLA DELL'ERBA, L'ANIMA DELLA PIETRA, su L'Informazione. URL consultato il 4 settembre 2023.
  2. ^ Luciano Mirone, NICOLA DELL'ERBA, L'ANIMA DELLA PIETRA, su L'Informazione. URL consultato il 4 settembre 2023.