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Pietro Pacifico Gamondi

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Pietro Pacifico Gamondi (Ghirla, 24 luglio 1914 – Luino, 19 agosto 1993) è stato un medico italiano, ricordato soprattutto per il suo interesse e impegno nei confronti di un ambito della medicina oggi noto come Etnomedicina o Medicina Primitiva.

Biografia

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Infanzia e formazione

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Pietro Pacifico Gamondi, figlio di Anna Maria Luigia Bonin e Paolo Gamondi, è nato a Ghirla, un piccolo paese in provincia di Como, il 24 luglio 1914. Poiché il padre era un soldato la sua educazione seguì un modello molto rigoroso e ciò contribuì a formare un carattere propenso ad adattarsi a situazioni e usanze diverse, ad affrontare una vita avventurosa e ad accettarne i rischi.

Si diplomò al Liceo Classico Leone XIII di Milano, istituto gestito dai Padri Gesuiti, ciò contribuì a consolidare alcuni tratti della sua personalità: rigore, costanza nello studio e senso morale che lo accompagnò per tutta la sua vita.

Il 26 giugno 1940 si laureò, dopo una brillante carriera da studente, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Roma. Poco dopo, il 29 giugno 1942, venne ammesso ai corsi per Allievi Ufficiali nella Scuola di applicazione di Sanità Militare di Firenze, ma non essendo abilitato dovette prima conseguire questo titolo, cosa che avvenne qualche mese dopo e il 30 giugno dello stesso anno tornò a frequentare il corso di Sanità Militare di Firenze. Ad ottobre fu nominato Allievo Ufficiale Medico di Complemento in attesa di essere destinato, nel dicembre dello stesso anno, al reggimento “Piemonte Reale” cavalleria; il 18 maggio del 1942 si iscrisse al sindacato fascista dei medici di Roma e ciò gli consentì di specializzarsi, il 30 giugno dello stesso anno a Roma, in Medicina Tropicale e Subtropicale in qualità di allievo di Aldo Castellani, lo scopritore del microrganismo Trypanosoma Gambiensis, maestro che influenzò tutta la sua vita da medico indirizzandone anche le scelte intellettuali.

Gli anni della guerra non erano stati un momento di interruzione dei suoi studi, anzi in quel periodo si impegnò nell’organizzare posti di medicazione. Nel 1946 andò con Aldo Castellani a Lisbona e successivamente a Londra, dove continuò i suoi studi e le sue ricerche, perfezionandosi sempre più nella medicina tropicale. Vivendo in Inghilterra poté apprezzare la cultura anglosassone nelle dissonanze rispetto a quella italiana.

In questi anni i numerosi viaggi gli permisero di frequentare personaggi noti per la loro cultura, conobbe persone di ambienti scientifici diversi, spostandosi spesso tra Lisbona e Londra fin quando stabilì la sua residenza a Roma. Qui, nel 1946 fu iniziato nella Loggia di Carducci e, l’anno dopo, alla Loggia Vittorio Veneto del grande Oriente di Italia, attiva a Varese. Interessato alla conoscenza degli altri continenti si trasferì all’estero, esperienza che gli permise di mettere alla prova la sua competenza medica specialistica.

Un medico tropicalista

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Pietro Gamondi fu tra i migliori rappresentanti italiani di quella che era definita Medicina Coloniale o Medicina Tropicale. Il suo nome può trovare certamente posto nella storia della medicina del secolo scorso a causa dei contributi scientifici e dell’impegno umanitario da lui sempre generosamente messo a disposizione di popolazioni povere ed ad alto rischiò di mortalità.

La ragione che guidava i medici che sceglievano di partire per luoghi lontani e pericolosi mettendo a rischio la loro stessa vita va ricercata nel fatto che essi erano medici tropicalisti, specialisti della scienza microbiologica aggiornata. Erano guidati dalla neonata Organizzazione Mondiale della Sanità. Avevano il desiderio di essere utili nei paesi dove la scienza non aveva portato ancora tutte le sue risorse.

Nonostante vi siano pochi lavori scientifici attribuibili a Gamondi, il suo impegno nella ricerca è stato senza dubbio significativo.