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Nove Petali di Loto
File:Nove-petali.jpg
Lingua originalelingua italiana
GenereDramma Contemporaneo
MusicaGianluigi Antonelli
LibrettoLuca Pompei e Milo Vallone
Attiuno
Prima rappr.22 ottobre 2014
TeatroMassimo, Pescara, Italia
Personaggi
Nove Petali di Loto
MusicaGianluigi Antonelli
LibrettoLuca Pompei e Milo Vallone
Attiuno
Personaggi

Nove Petali di Loto è un dramma contemporaneo, scritto da Milo Vallone e Luca Pompei, liberamente ispirato alla vera storia della Soc. Coop CEARPES di cui le attività sono oggi gestite dalla Cooperativa Lilium.

Genesi dell’opera

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“Nove petali di Loto” è un opera di fantasia, apertamente suggerita da una storia vera della Soc. Coop. CEARPES. Lo spettacolo rincorre il piano di lavoro ideato e avviato diversi anni fa da Milo Vallone e definito Cineprosa. Questo progetto di messa in scena vede l’unione e l’intreccio tra i linguaggi teatrali e quelli cinematografici, facendo nascere così un vero e proprio cine-spettacolo che vede un ininterrotto rimbalzo narrativo tra palcoscenico e schermo.

Il titolo richiama il numero di anni (o petali di vita) di cui la vicenda presentata si compone. Il fiore di loto è un fiore splendido che si può ammirare ovunque perché presente in tutto il mondo, ma la sua esistenza non è così semplice e piena di splendore come si potrebbe immaginare. Diversamente da tutti gli altri fiori, infatti, quando il loto comincia a germogliare, si trova sotto l'acqua sporca di laghi o piccoli stagni, attorniato da fango e melma e assalito da pesci e insetti. A dispetto di queste condizioni, il fiore di loto si fa forza e, crescendo, sale verso la superficie dell’acqua. E’ ancora solo un gambo con alcune foglie e un piccolo baccello. Con il passare del tempo lo stelo continua ad allungarsi e il baccello pian piano emerge dall’acquitrino. E’ allora che il loto inizia ad aprirsi, petalo dopo petalo, nell’aria pulita e nel sole. Il fiore di loto è pronto per compiacere gli occhi di tutto il mondo.             

Sebbene sia nato in acque fangose, scure, dove l’aspettativa di una vita bella pare lontana, il loto cresce, passa oltre le avversità e, ironia della sorte, quella medesima acqua sporca che lo ha visto germogliare si pulisce man mano che esso affiora. Quando il loto si apre, non una macchia di fango o sporcizia rimane esternamente. All’interno poi non vi è traccia dell’acqua di provenienza.

Un affresco drammatico, liberamente tratto da una vicenda che ha fatto scalpore e continua a farlo per l’evidenza di quegli elementi di malaffare, di superficialità e violenza che sono un emblema dell’Italia che prova a farcela ma sbatte contro il muro d’acciaio degli interessi dei pochi. La vicenda kafkiana di un uomo nel giusto schiacciato da un meccanismo capace di stritolare chi prova a mettersi di traverso, anche solo per difendere se stesso, il proprio lavoro, i principi in cui crede.

80 minuti, 6 attori in scena ed un progetto tra cinema e teatro che vede la firma dell’attore e regista Milo Vallone e di Luca Pompei.

La Trama

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lo spettacolo vede protagonista Roberto Occhipinti, un operatore sociale da anni attivo con crescente e meritata fortuna nel campo del recupero di minori disagiati. La PreCase, struttura che dirige, cresce sia in termini di efficacia nell’azione della sussistenza e del reinserimento sociale degli ospiti che nella relativa consistenza economica della cooperativa che gestisce il centro. Le fortune però non passano mai inosservate e divengono perno attrattivo per vampiri e avvoltoi che oggi senza alcuna esagerazione, potremmo riassumere con l’ esplicativa espressione di “poteri forti” che cercano di ritagliarsi un ruolo all’interno di queste esperienze, per usare, pian piano, le stesse idee come nuove proposte di certi abusi di potere. 

Occhipinti, spinto da sempre, da una vera e pura passione per il suo lavoro e con l’ardore e l’energia di chi ben sa della rilevante possibilità di incidenza sociale che un lavoro così può significare, dopo una primaria e giusta accettazione istituzionale di cooperazione con sindacati e consorzi nazionali, si vede obbligato a prendere le distanze da questi stessi enti visto che le loro ingerenze si facevano sempre più pressanti, insostenibili per di più minatorie verso la delicata e totalmente necessaria qualità che il suo centro doveva offrire ai non fortunati ospiti.

Da qui cominceranno per il nostro protagonista, i suoi collaboratori e la PreCase tutta, una successione di azioni di persecuzione giudiziaria che manderanno completamente in frantumi l’ ammirevole lavoro svolto negli anni e l’eccellenza che, su tutto il territorio nazionale, questa esperienza simboleggiava.A nove anni dall’avvio dell’inchiesta, il processo finale.      

Anche per l’ultimo come per tutti gli altri (tanti) capi d’accusa, la magistratura si pronuncerà con una sentenza inequivocabile: “Assoluzione. Poiché il fatto non sussiste”.  Alla fine del caso raccontato, come il fiore di Loto Occhipinti, un'altra volta trarrà forza dalle acque limacciose nelle quali si è trovato a navigare, per cominciare nuovamente da capo. Con la potenza del bene generato in tanti anni di integro e ammirevole lavoro e con la fertilità di un dolore che mai riuscirà a dimenticare, il protagonista e i suoi collaboratori, sono pronti per partire di nuovo poiché la dirompenza del bene la si può affrontare, ma non arginare.

Critica

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«Il dramma è a dir poco magnifico oltre che sorprendente. Ed arriva. Eccome. Al cuore, agli occhi, alla coscienza, alle lacrime persino; E alla fine il pubblico, la società, la Civiltà risponde. Un solo, rabbioso, fragoroso, applauso nella sala dà un manrovescio alla coscienza.»

Clara Giovanetti IlSussidiario.net

«Il tutto raccontato in un un'ora e venti di spettacolo in forma di cine-prosa davanti ad oltre 400 spettatori letteralmente scossi dalla drammatica portata di una vicenda che sembra arrivare da chissà quale epoca o in chissà quale luogo ed invece è accaduta oggi ed è accaduta qui. »

Barbara Orsini rete8.it

«La pièce è una operazione-verità sul cortocircuito giudiziario-politico-mediatico che si è abbattuto sulla cooperativa Cearpes sociale abruzzese»

ilcentro.it

http://www.ilgiornale.it/news/politica/comunit-salva-vite-i-processi-inutili-uccidono-1060780.html La comunità salva le vite I processi inutili la uccidono ...

http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2014/10/25/NOVE-PETALI-DI-LOTO-La-mafia-ci-distrugge-ma-la-Provvidenza-ha-l-ultima-parola/546928 Nove Petali di Loto/La mafia ci distrugge, ma la Provvidenza ha l'ultima parola

http://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2014/10/22/news/in-scena-nove-petali-di-loto-1.10167095 In scena “Nove petali di loto”

http://www.rete8.it/it/cultura-e-spettacolo/17665-pescara-nove-petali-di-loto-mercoledi-al-massimo.html Pescara: "Nove petali di loto", mercoledì, al Massimo

Collegamenti esterni

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