Utente:Ana Elba Alarcon/Sandbox

Aldo Palazzolo

Siracusa 1948

E’ fra i testimoni più importanti del nostro tempo avendo immortalato i più grandi protagonisti del mondo della cultura contemporanea. Personaggi illustri ma anche sconosciuti che racchiudono storie, segreti, interessanti sempre.

Entra in fotografia per caso e diventa fotografo professionista per necessità dopo una breve parentesi milanese dal 1968 al 1970 che risulterà decisiva per la sua formazione politica e sociale. Dapprima i matti dell’ospedale psichiatrico di Siracusa, (seguiva la vicenda teorico-legislativa di Franco Basaglia), poi a Paris nel 1975 alla celebre scuola di mimo di Jacques Lecoq, indagando il legame fra mimo e fotografia (Semantica del Gesto, la sua prima esposizione).

Seguendo il suo istinto di viaggiatore Palazzolo, comincia a frequentare i musei più importanti del mondo: per studio e per passione. Da queste lunghe peregrinazioni viene alla luce l’esposizione ‘Frammenti di Marmo’, un’indagine sul gesto erotico nella scultura antica e contemporanea.

Immagini di rara bellezza in cui la plasticità dei marmi viene esaltata e valorizzata dalle riprese a luce naturale e dalla riscoperta di un gesto e di uno svelamento nuovo cui il fotografo dedica attenzione e sensibilità. Una stampa puntuale e raffinata in bianco e nero aggiunge fascino ed ambiguità ad un elemento all’apparenza freddo e distante come il marmo.

La fine del ciclo dedicato alla riflessione sulla storia dell’arte coincide con quello che è sempre stato l’interesse primario del lavoro di Palazzolo: la riflessione sull’uomo. Il suo interesse ossessivo per il ritratto che lo ha portato a contatto con personaggi come Jorge L. Borges, Adonis, Giulio Andreotti, Enzo Cucchi, Rudolf Nureyev, Jean Pierre Restany, Yannis Kounellis, Philip Glass, Patti Smith, Jordi Savall, Gina Lagorio, Pierre Boulez, Sean Scully, Giuseppe Sinopoli, Enrico Rava,  Gesualdo Bufalino, Mimmo Paladino, Giovanni Michelucci, César, Manlio Sgalambro, Jack Dejohnette, Pierre Boulez, e tanti altri personaggi della cultura, dell’arte, dello spettacolo.

Ritratti che inquietano profondamente e spesso, quasi sempre anzi, seducono. I suoi umani Palazzolo li fotografa frontalmente, a viso aperto, con lo sguardo che rimanda al suo proprio sguardo. I suoi ritratti sono sempre carichi di una tensione emotiva ed esistenziale che riporta il soggetto al suo essere mortale. Ancora una volta ci sorprende la qualità e la bellezza della luce oltre alla sapienza della stampa. La luce imprigiona tutto, tutto svela, tutto degrada in un tempo sospeso che sembra non aver fine, che non riesce a svelare tutte le centomila maschere di cui siamo portatori, un tempo mitico. È in questa sospensione di tempo, in questo languore dello sguardo nella sospensione di ogni giudizio morale che si rivela l’arte sublimemente folle del ritratto fotografico. La fucilata (perché di questo si tratta) che Palazzolo spara con la sua camera fa fuori il suo soggetto-oggetto e ce lo restituisce in una lontananza frontale, immortale, come in un’eternità: un ritratto riuscito è per sempre.

Nel 1989 il critico Peter Weiermair lo segnala fra i ritrattisti più importanti al mondo allestendo la mostra e il catalogo per ‘Il ritratto nella Fotografia Contemporanea’ con artisti come Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Annie Leibovitz, Bruce Weber,Mary Ellen Mark, Duane Michals, Cleg & Guttman, Lynn Davis, Thomas Ruff.

Ha esposto in manifestazioni di prestigio internazionale: da Arles. dov’è presente nel 1992 con una grande personale, alla Biennale di Venezia, ai festival di fotografia di Amsterdam, Liegi, Montpellier etc.

Dal ‘90 in poi vira verso una ricerca personalissima che lega l’elaborazione della foto alla riflessione sulla luce e sull’alchimia riflettendo sui mezzi che adopera ormai da più di trent’anni per esprimersi. La camera fotografica, la pellicola, ma anche il rivelatore, il fissaggio. Cosa succede se si adopera un rivelatore vecchio di sei mesi o di un anno? Come si esprime la luce in questi casi?Palazzolo indaga questi problemi ormai da anni; il risultato è fatto di immagini che sono pezzi unici molte volte venuti fuori dal caso epperò fortemente voluti attraverso i corti circuiti che riesce ad accendere lavorando in camera oscura alla ricerca di un’immagine originale che dà agli elementi chimici la possibilità di esprimersi al proprio limite per ‘riflettere sullo sgomento della creatività delle origini’ come dice il critico Henry Favrod, che denomina ‘Liquid Light’.

Nel 2002 viene incaricato dal direttore del Conservatorio di Lucerna di fotografare i musicisti che lavorano nella città svizzera; l’esposizione ‘Lucerna, una città in musica’ è stata esposta in diversi spazi pubblici e privati con performance dei musicisti fotografati durante il festival.

Negli anni successivi si dedica a ricerche sul nudo e sull'erotismo.

Nel marzo 2015 espone al Museo Reg. di Palazzo Riso presso la Cappella dell’Incoronazione, dieci lavori di grande dimensione in Liquid Light, ‘I Santissimi’, dedicati a dieci grandi personalità del mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura internazionale.

Nel maggio 2015 la curatrice e critica d’arte francese Christine Macel lo invita all’esposizione collettiva Nel Mezzo del Mezzo, organizzata negli spazi del Museo Reg. di Palazzo Riso, presso l’Albergo dei Poveri, dove espone una serie sette immagini dedicate alla ricerca ‘Le Trame dell’Alchimia’: immagini di grandi dimensioni su tessuto riprese alla chiesa dei Cappuccini di Savoca (Me), riguardanti le mummie li esposte.

Del giugno 2017 è l’esposizione Imago Lucis  alla Fondazione Gesualdo Bufalino a Comiso: ritratti fotografici e ritratti letterari a confronto. I soggetti fotografati riflettono sui loro propri ritratti presi dal fotograto: ne risulta una sorte di ritratto con autoritratto di scrittori, poeti, musicisti, fotografi.

La mitologia e l’alchimia cercano di costruire in un modo pre-scientifico, un contesto globale. Più esattamente l’alchimia è il tentativo di capire il mondo per immagini, al di là della scienza: è quello che tenta di fare anche l’artista che cerca collegamenti sconosciuti. La mia ricerca alchemica si dirige verso la fisicità dell’acqua, del fuoco, del tempo, i tre elementi fondanti il linguaggio fotografico e nell’esercizio della mia inquietudine esistenziale: nel rifiuto di delimitarmi, rassegnarmi, stabilirmi.    

Nel 2022 il Museo Reg. di Palazzo Riso, nel quadro delle nuove acquisizioni, acquista due grandi opere della serie ‘Le Trame dell’Alchimia’ che sono entrate a far parte della collezione permanente.

Autore dei video-ritratti Gli Imperdonabili, dedicati a Manlio Sgalambro, filosofo catanese ed Enzo Sellerio, fotografo e fondatore dell’omonima casa editrice palermitana, Lidda Palazzolo, parente, a 94 anni.

Ha fondato e diretto la rivista d’arte e cultura internazionale ‘Charade’.

Collezioni Pubbliche

Stedeljik Museum Amsterdam

Brooklyn Museum New York

Biblioteque Nazionale Paris

Paris Audiovisuel, Paris

George Heastman House Rochester - New York

Musée de la Ville Montpellier

Museo d’Arte Moderna Gibellina

Fondazione Giovanni Michelucci Fiesole

Museo Reg. Palazzo Riso Palermo