Utente:And.martire/Universitas

La Universitas Casalium fu l'organizzazione giuridica dei casali di cosenza.

Storia modifica

Verso la fine del secolo IX Cosenza venne duramente sottoposta a dalle incursioni saracene. I cosentini, abbandonata la città ormai quasi distrutta, si trasferendosi sulle colline e formarono quelli che adesso vengono chiamati Casali di Cosenza distinti successivamente in Casali del Manco e Casali del Destro. Originariamente i casali erano circa cento, mentre, Cosenza svolgeva il ruolo di capitale in quanto sede fisica e diplomatica dei rappresentanti del Governo. L’unione dei casali dava vita a l’Universitas Casalium che per reali privilegi hanno sempre fatto parte del Demanio Statale. L’indipendenza dei casali rischiò dal 1596 al 1631 di cadere sotto il dominio feudale per ottemperare alle esigenze economiche. Tre furono i momenti storico economici che interessarono i casali. Agli inizi del 1600 i casali tramite l’esborso di ingenti somme all’erario, riuscirono a conservare la loro autonomia. Nel 1644 il difficile momento economico per evitare di imporre ulteriori tributi ai sudditi La Regia Camera della Sommaria bandiva l’asta per la vendita dei Casali. L’asta venne aggiudicata da Francesco Paci che acquistava per conto del marchese fiorentino Vincenzo Salviati. Il prezzo fissato era di 40 ducati per fuoco sulla base di 7510 fuochi. L’infeudazione durò appena tre anni, perchè il malcontento generale della popolazione aveva dato inizio ad un pericoloso periodo di guerra. I casali si costituirono in un piccolo Stato con capitale a Celico. Passato però il triennio turbolento appena descritto il territorio dei casali venne riannesso al demanio statale.

Nello stesso periodo i casali detti allora del manco perchè posti sulle coste delle pendici della Sila a nord di Cosenza e a sinistra di chi saliva la valle del Crati, si organizzarono insieme alla città di Cosenza in un'unica comunità la Universitas casalium, cioè l'università dei casali di Cosenza per la giurisdizione e la gestione comune dei territori della sila, che così venivano a rappresentare un vasto territorio, non appartenente a nessuno, ma destianto ad uso civico delle popolazioni locali. Da questi territori una gran parte della popolazione ricavava i mezzi di sussistenza. Queste terre in sostanza erano disponibili all'uso comune delle popolazioni locali dei casali e di quelle famiglie di cosentini che su queste terre esercitavano le varie attività come pastorizia agricoltura caccia approvvigionamento di legna e così via. L'Universitas casalium era un'organizzazione amministrativa della quale facevano parte i rappresentanti di tutti casali e della città di cosenza . I profughi cosentini che avevano trovato una sistemazione nei nuovi villaggi chiamati casali continuarono a mantenere sempre stretti legami di amicizia e di parentela con la città, e continuarono a sviluppare in comune la loro attività Il consiglio dell Università era formato dei rappresentanti eletti proporzionalmente al numero di abitanti dei casali e della città di Cosenza ed era rispettato il principio democratico del sistema proporzionale. I magistrati che venivano eletti dal consiglio erano 4, 2 rappresentavano gli interessi dei casali, 2 difendevano i diritti e gli interessi dei cosentini. Le riunioni del Consiglio si tenevano nella chiesa madre di Cosenza, non solo perchè l'università non aveva una sede propria, ma anche perchè l'Università si poneva sotto il protettorato dell'autorità ecclesiastica riconosciuta importante e rappresentativa. I territori della sila erano nominalmente terre regie, ma di fatto erano gestite dalla comunità dei casali e ne usufruivano gli abitanti della città di Cosenza, sia le famiglie che abitavano i diversi casali della Presila. compito importante di questo consiglio era quello di provvedere ai bisogni comuni e soprattutto di difendere i cittadini agli abusi dello Stato e del Baglivo della Sila. furono molti allora i tentativi d'infeudazione di territori della sila da parte dei potenti feudatari confinanti e di privati che spesso con l'aiuto di funzionari regi corrotti cercavano di abolire i diritti civici in questi territori con i benefici e le concessioni di cui godeva l'universitas casalium, per istituire su questi territori formalmente demaniali, difese private dette così perchè ottenuto con qualsiasi titolo venivano recintate come proprietà private, vietate tutti e difese con le armi se necessario. le conquiste normanne vennero minacciate dalla dilagante potenza sveva. Sconfitto Tancredi, ultimo dei normanni, i casalesi temettero rappresaglie da parte sveva ed allora, nel 1196, inviarono presso la corte di palermo, l'abate gioacchino da fiore, al quale i normanni avevano permesso di fondare dei monasteri, per ottenere il riconoscimento dei diritti acquisiti.

Le rivendicazioni furono riconosciute dal re Enrico Vi che addirittura ne migliorò la portata per intercessione della moglie Costanza di Altavilla. Morto Enrico VI (1197) il regno passò al figlio Federico II il quale, con la Costituzione di Melgi (1231), gettò le basi per uno stato accentrato con una salda burocrazia. Ciò portò innegabili benefici per gli abitanti dei casali che videro anche diminuire la pressione fiscale.