Utente:Annalisa Jo/Sandbox2

Geografia

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Nicastro è uno dei centri abitativi principali della città di Lamezia Terme. Si trova nella zona nord della Piana di Sant'Eufemia e vi passano i fiumi:

  • Torrente Canne
  • Torrente Piazza
  • Torrente Cantagalli

I terreni intorno all'area sono occupati da piantagioni di uliveti e dall'area industriale lametina. Nicastro è classificato odiernamente nella Classificazione Sismica Italiana con il livello 1: sismicità alta (Classificato come città di Lamezia Terme)[1]

Medioevo

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Convenzionalmente, la nascita di Nicastro è fatta risalire al tempo dei Bizantini,tra il IX e il X secolo , ma l'archeologo francese Francois Lenomart afferma: "già esisteva nel VIII secolo"[2]. Successivamente , nel 1057, i Normanni conquistano Nicastro sotto la guida di Roberto il Guiscardo, che stava marciando verso Reggio Calabria per conquistarla. Dopo la sconfitta del Guiscardo a Reggio, della guerra tra lui e suo fratello minore Ruggero e la successiva carestia, Nicastro fu teatro di una delle rivolte dei calabresi contro i conquistatori normanni nel 1059: i nicastresi essediarono il castello uccidendo i soldati normanni lasciati di guardia. Le rivolte furono successivamente sedate e dopo il Concordato di Melfi nel 1059, si proseguì alla latinizzazione del rito religioso in tutta la Calabria. Nicastro fu latinizzata nel 1094 grazie all'elezione di un vescovo normanno. Sempre sotto il dominio normanno risale la fondazione della Cattedrale di Nicastro nel 1100 da parte della nipote del Guiscardo: la contessa Eremburga (o Amburga). Dopo l'unificazione degli svevi e dei normanni, con il matrimonio tra Enrico VI di Svevia e Costanza d'Altavilla, Nicastro, come tutta l'Italia meridionale, passa a Federico II di Svevia. L'imperatore apprezzava molto la zona di caccia nel Bosco di Carrà, oggi parte della città di Lamezia Terme, e fu lui a ristrutturare il castello di Nicastro, conosciuto oggi come il Castello Normanno-Svevo, che nel 1239 divenne una delle sedi del Tesoro di Stato. Nello stesso castello, Federico II fece rinchiudere suo figlio Enrico dopo che questi aveva congiurato contro il padre per ben due volte. Questi morì nella fortezza dopo due anni di prigionia.

Dopo la caduta degli svevi, Nicastro viene conquistata dagli Angioini, sotto Carlo I d'Angiò. In questo periodo la città perse parte del suo splendore e si diffuse il brigantaggio da parte dei francesi. La conseguenza delle incursioni e dei saccheggi fu l'emigrazione di molti calabresi e nicastresi in Sicilia e Puglia. Dopo la guerra tra Angioini ed Aragonesi fu la volta del dominio spagnolo di quest'ultimi nel XXV secolo. Nel XV secolo, precisamente nel 1444, si insediarono in Calabria gli Albanesi che furono ben accolti dagli Aragonesi. Successivamente gli albanesi si insedieranno in molte parti della Calabria e vicino Nicastro fonderanno Zangarona che diverrà parte del comune di Nicastro e dopo il 1968 del comune di Lamezia Terme

Dal '500 all'Unità d'Italia

Durante la seconda metà del '500, si ricorda la presenza di Tommaso Campanella nel Convento dell'Annunziata di Nicastro dove si formò per tre anni. Nel '600 la città fu scossa da molte calamità naturali a partire dal luglio del 1609, che provocò danni alla cattedrale e al castello, per culminare con il grande terremoto del 27 marzo 1638 che ebbe come epicentro proprio la città. Questa fu rasa al suolo e un quinto della popolazione rimase uccisa. Successivamente vi fu l'alluvione del torrente Piazza nel 1638. La città, come tutta la Calabria, passò in mano agli austriaci durante la Guerra di successione spagnola, iniziata con la morte di Carlo II di Spagna e finita con i trattati di Utrecht che diede ufficialmente la Calabria agli Asburgo.

Dopo la guerra di successione polacca, il Regno delle Due Sicilie, di cui faceva parte anche la Calabria, passò in mano ai Borboni e così anche Nicastro. Anche il '700 è un secolo scandito da catastrofi naturali. Il 10 dicembre del 1782 si verificò una alluvione del Torrente Piazza che spazzò via interi quartieri. Le alluvioni erano state già segnalate come possibili catastrofi poiché la città era situata tra due fiumi: il torrente Piazza e il torrente Canne. Il disastro successivo si verificò dopo pochi mesi, nel 1783 con due serie di scosse: una tra il 5 e il 7 febbraio e una seconda il 28 marzo. Queste colpirono la Calabria Ulteriore e la Sicilia ma Nicastro fu uno dei centri abitati con il minor numero di vittime ma con molti danni agli edifici. Questi ulteriori terremoti nel periodo dell'Illuminismo fecero della Calabria, prima ignorata, una destinazione di molti geologi e sismologi che vennero a studiarne i fenomeni.

Dall'800 in poi la Calabria è invasa dai francesi e come molti altri comuni, anche Nicastro è vittima di saccheggi da parte degli invasori. Furono gli inglesi, alleati dei Borboni, a spingere la popolazione ad insorgere contro le truppe francesi. La sorte di Nicastro, che era un punto strategico e capoluogo del suo distretto, fu decisa nella battaglia di Maida che vide vittoriosi gli inglesi e scacciarono via i francesi dalla città. Dopo la battaglia i briganti calabresi continuarono a lottare contro i francesi per annientarli anche all'esterno della piana. La piana di Sant'Eufemia fu devastata sia dal brigantaggio, sia dal tentativo delle truppe francesi di contrastarle. Intere famiglie furono spazzate via e anche solo un sospetto di simpatia verso il nemico scatenava uccisioni di militari e civili. Non tardarono ad arrivare nuove catastrofi come il terremoto del 1832[3] che insieme a nuove carestie e alluvioni dei due torrenti, portarono alla istituzione di un Monte Frumentario per il sostentamento della popolazione.

La fine dell'800 fu un momento di grandi opere tra cui la costruzione delle due stazioni ferroviarie di Nicastro e Sant'Eufemia, il rimboschimento nei presso il Torrente Piazza per contrastare le successive alluvioni e la costruzione dell'acquedotto.

Curiosità

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La città di Nicastro è stata la prima città calabrese a produrre industrialmente la gassosa al caffè, tipica bevanda della regione, nel 1941 sotto il nome di Bibicaffè. [4]

Bibliografia

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Lucio Leone e Filomena Stancati. 2009, Nicastro e il territorio lametino nel tempo, Lamezia Terma, Gigliotti Editore. ISBN 978 88 86273 18 3

  1. ^ Classificazione Sismica, su protezionecivile.gov.it.
  2. ^ Lucio Leone e Filomena Stancati, L'Età medievale, in Nicastro e il territorio lametino nel tempo, Lamezia Terme, Gigliotti Editore, 2009, p. 40.
  3. ^ 8 MARZO 1832: IL FORTISSIMO TERREMOTO CHE COLPI' IL CROTONESE E CATANZARESE, su blueplanetheart.it, 7 marzo 2017. URL consultato il 27 maggio 2019.
  4. ^ Federica Geria, Gassosa al caffè: prodotto made in Calabria conosciuto in tutto il mondo, su CityNow, 31 marzo 2017. URL consultato il 4 luglio 2019.