Utente:Barbara Corazza/Sandbox


Palazzo Sforza Ciotti modifica

-il primo indica con certezz storica la fine di costruzione della seconda ala del palazzo, che crea un angolo tra l’attuale via Guglielmo Marconi e largo V. Bracaletti, la quale ricongiungendosi a piazza Umberto I, dona all’architettura del palazzo una corte esclusiva, il cui ingresso era custodito dal monumentale architrave descritto poc’anzi. Questo determinò un "conflitto " perimetralmente con il municipio che trova, anche nei nostri giorni, una posizione adesa al palazzo stesso con affaccio sulla stessa corte. Impreziosisce quest'ultima la costruzione delle finestre con riquadrature in basaltina, decorate con il blasone del casato e con le scritte Sforza Ciotti, scelta operata anche per gli affacci su strada.

-Nel 1570, con l'influenza delle famiglie sulla comunità di quei tempi, Messer Farnese Sforza richiese ed ottenne la chiusura in muratura, per discrezione, delle finestre del municipio affacciate sulla corte interna del palazzo. Di questo episodio troviamo descrizione della seduta comunale del 2 luglio 1570 nella quale, il consiglio all’unanimità diede il benestare per la chiusura definitiva di suddette finestre. [1][2]

Introduzione modifica

Ciotti, famiglia originaria di Toscanella (odierna Tuscania), con beni posseduti nel comune di Marta oltre che in luoghi limitrofi. Trovano nella loro storia, origine del proprio cognome, in Giovanni del Ciotto ( monco) 1491, avente per stemma due destrocheri che si porgono la mano. Fu di seguito nella prima metà del 1500 che il soprannome "del ciotto" diviene cognome, imparentato di seguito con altri cognomi. [3]

Il palazzo Sforza Ciotti di Marta, cittadina che affaccia sul lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, pone il suo ingresso su piazza Umberto I. Il palazzo quattrocentesco fu dimora della famiglia Sforza dalla prima metà del XVI secolo, ampliato successivamente di una nuova ala. Attualmente l'intera proprietà resta privata, ma comunque di grande interesse storico e culturale per chi visita le terre di Marta.

Dal 1555 al 1560 Messer Sforza Farnese ricopre la carica di sindaco del borgo.

Descrizione modifica

Attualmente l'intera proprietà del palazzo quattrocentesco resta privata, ma comunque di grande interesse storico e culturale per chi visita le terre di Marta.

L’ingresso ha un monumentale architrave bugnato alla cui chiave di volta affigge il fregio del “il giglio farnesiano”; che ritroviamo, nello stesso architrave, raffigurato su un cubo scolpito in bassorilievo posto in cima, nella quale estremità superiore troneggia un terzo rilievo totale in basaltina (proveniente dalla non lontana città di Bagnoregio), stesso pregiato materiale con cui tutto l’arco, e non solo, fu costruito. Vi è anche una dicitura incisa in ingresso “Sforza Ciotti 1571”. Questo indica con certezza storica la fine di costruzione della seconda ala del palazzo, che crea un angolo tra l’attuale via Guglielmo Marconi e largo V. Bracaletti, la quale ricongiungendosi a piazza Umberto I, dona all’architettura del palazzo una corte esclusiva, il cui ingresso era custodito dal monumentale architrave descritto poc’anzi. Questo determinò un “conflitto” perimetralmente con il municipio che trova, anche nei nostri giorni, una posizione adesa al palazzo stesso con affaccio sulla stessa corte.   Impreziosiscono la costruzione delle finestre con riquadrature in basaltina, decorate con il blasone del casato e con le scritte Sforza Ciotti, scelta operata anche per gli affacci su strada. [4]

Storia modifica

Ciotti, famiglia originaria di Toscanella (odierna Tuscania), con beni posseduti nel comune di Marta oltre che in altri luoghi limitrofi. Trovano nella loro storia origine del proprio cognome in Giovanni del ciotto (monco) 1491, avente per stemma due destrocheri che si porgono la mano. Fu di seguito, nella prima metà del 1500, che il soprannome “del ciotto” diviene cognome, imparentato di seguito con altri cognomi.

Dal 1555 al 1560 Messer Sforza Farnese ricopre la carica di sindaco del borgo

Nel 1570, con l’influenza delle famiglie sulla comunità di quei tempi, Meser Sforza Farnese richiese ed  ottenne la chiusura in muratura, per discrezione, delle finestre del municipio affacciate sulla corte interna del palazzo. Di questo episodio troviamo descrizione della seduta comunale del 2 luglio 1570 nella quale, il consiglio all’unanimità, diede il benestare per la chiusura definitiva di suddette finestre. [5] [6] [[Categoria:Storia]] [[Categoria:Architettura]]

  1. ^ Storia, su toscanella.it.
  2. ^ Marta-Guida alla scoperta.
  3. ^ toscanella.it, Http://www.toscanella.it/cultura/lanzetta/ciotti.htm|titolo=Ciotti.|titolo=Palazzo sforza ciotti}}
  4. ^ palazzo ciotti, su torredimarta.altervista.org.
  5. ^ Ciotti, su toscanella.it.
  6. ^ Marta-Guida alla scoperta.