Utente:BeatricePiazza91/sandbox
La metodologia della formazione è essenzialmente riflessione sui metodi per progettare e attuare la formazione.Essa si distingue dal “metodo” in quanto la si può definire come un corpo di pratiche, procedure e regole utilizzate da coloro che si occupano di una disciplina. Il metodo è invece: un mezzo o modo di procedere, in particolare modo regolare e sistematico di realizzare qualcosa; “avere il senso della strada tracciata”.
Definizione
modificaMetodologia è essenzialmente la riflessione sui metodi. La metodologia della formazione rappresenta un costante esercizio di studio e di riflessione sulle modalità di come collocare “ in situazione” l’evento formativo , di come allenarsi a pensare la formazione, a trasformare in azione l’idea formativa, a individuare un metodo, a tracciare le traiettorie di un progetto, a inserire nel percorso scelto le tecniche necessarie, a descrivere e a condurre la pratica formativa, a puntare agli obiettivi possibili, a misurare l’effetto di ricaduta in itinere e a conclusione. Non si tratta solamente di fare teorie sulla formazione, ma di pensare la formazione, come riferimento d’obbligo tra il pensare e l’agire formativo.* [1] La metodologia può significare stimolare e generare domande , valori, progetti e itinerari nuovi. Essa non insegna metodi ma insegna a ricercare e a discutere in maniera critica attorno ad essi, in ogni campo d'applicazione,per poi tradurli in metodi operativi. Uno dei criteri fortemente significativi del "come fare formazione" e di una aggiornata metodologia è quello che punta ad una buona capacità di relazioni umane e didattiche. L'arte del formatore consiste nello sviluppo di una sensibilità per riuscire a calibrare in modo sapiente ed empatico le differenze, da favorire l'apprendimento di tutti i partecipanti, nella buona prospettiva di ridurre le resistenze al cambiamento. Hubert Jaoui pensa alla formazione non solo o non più come ad un atto dovuto ma piuttosto come ad un luogo di scambio, di godimento reciproco inteso come piacimento di crescita, autoaffermazione, di donazione, di realizzazione, di rigenerazione .
Evoluzione delle metodologie della formazione
modificaNegli anni 70 la formazione avviene tutt'al più in aula : arrivano in Italia la formazione manageriale e le prime Business School; le azioni sono centrate sull'allievo/studente verso lo sviluppo di metodi attivi e apprendimento orizzontale; è qui che cresce la domanda di partecipazione, di co-produzione e di conoscenza e l'istruzione diventa formazione. Nascono i primi metodi attivi di formazione (diagnosi,scelta, simulazione in ambienti "situati") in cui si avverte l'esigenza di porre al centro del processo educativo lo studente e di ridefinire il ruolo del docente.
Verso gli anni 80 le dinamiche di apprendimento non si basano solo sul passaggio dei contenuti ma specialmente sui processi emotivo-relazionali e la formazione si presenta come funzione integrativa e di accompagnamento del percorso di carriera dei dirigenti; ci si sposta sempre più verso aree comportamentali (saper essere, fattori di senso e d'identità,appartenenza,fiducia,lavoro in team).
Negli anni 90 la formazione si sposta fuori dell'aula: si diffondono le metodologie Outdoor Training con esercitazioni all'aria aperta così che si possano affrontare difficoltà non solo intellettuali ma anche esperienziali. Vengono usati sempre di più i lavori di squadra e la cooperazione con meno formalità burocratiche,con migliori rapporti informali tra le persone, con più senso di autoefficacia e con un nuovo stile di docenza : docente come allenatore,animatore,facilitatore, affiancatore. Aumenta l'offerta Outdoor e Indoor e si diffonde l'Experiential Learning.
Dai primi anni 2000 nella formazione si tende ad andare oltre l'aula coniugando esperienze di "in aula" con metodi di didattica attiva e di "fuori aula" con experiential learning e processi di comunicazione.
Oggi non esiste più competizione tra metodi d'aula e metodi fuori d'aula e i metodi non vengono sostituiti ma integrati : "ri-mediazione". In azienda si ricorre a team di specialisti, a Project Leader con pluralità di ruoli e di competenze in back-office (content provider, pedagogisti) e in front-office (docenti,coach,tutor,operator desk) e le esigenze sono di sviluppo individuale in cui viene valorizzato il capitale umano con attività di counseling, di tutoring, con experiential learning, con E-learning, con assistenza e supporto personalizzato.
Note
modifica- ^ R.Di Nubila, "Saper fare formazione: manuale di metodologia per giovani formatori", Pensa Multimedia, 2005, pp. 18
Bibliografia
modificaP.Gianola, " Orientamenti pedagogici : rivista internazionale di scienze dell'educazione",ISSN 0030-5391
G. Dionisi,M. G. Garuti ,"I giardini della formazione",Armando Editore,Roma,2011,ISBN 978-88-6081-993-2
R. Di Nubila, "Saper fare formazione: manuale di metodologia per giovani formatori",Pensa Multimedia,Lecce,2005,ISBN 8882324230