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Confrono fianco a fianco del carburante sintetico FT e del carburante tradizionale. Il carburante sintetico e visibilmente piu pulito, trasparente come l'acqua per via della quasi totale assenza di zolfo e composti aromatici.

Il Combustibile sintetico o synfuel è un combustibile liquido ottenuto dal carbone, gas naturale, scisto bituminoso, o dalle biomasse. Può anche essere riferito ai carburanti derivati da altri solidi come la plastica o dagli scarti della gomma. L'uso comune del termine "combustibile liquido" è utilizato per descrivere i carburanti prodotti mediante la conversione Fischer-Tropsch, conversione da metanolo a benzina, o dalla diretta liquefazione del carbone.

Utilizzando processi industriali commercialmente provati, possono essere utilizzate biomasse per produrre combustibile sintetico per trasporto. Questi carburanti posso essere prodotti in modo che venga ridotto il ciclo di vita delle emissioni dei gas serra, mentre vengono costruite infrastrutture pronte a sodissfare gli standard futuri per i carburanti rinnovabili. I combustibili sintetici sono una delle poche alternative, economicamente valide e industrialmente scalabili, al petrolio in grado di rappresentare una fonte necessaria al mantenimento dell'economia, sono inoltre l'unica fonte conosciuta non derivata dal petrolio di carburante avionico.

A Luglio 2009 capacità di produzione di carburante sintetico è di oltre 38,000 m3 al giorno con numerosi proggetti in costruzione o in fase di sviluppo.


La conversione diretta del carbone a carburante sintetico fu originariamente sviluppata in Germania. Il processo Brgius fu sviluppato da Friedrick Bergius che depose il brevetto nel 1913. Karl Goldsmitd lo invitò a costruire un impianto industriale nella sua fabbrica Th. Goldschmidt AG (ora conosciuta come Industrie Evonik) nel 1914. La produzione cominciò solamente nel 1919. Anche la conversione indiretta del carbone (dove il carbone è gasificato e poi convertito in carburante sintetico) fu sviluppata in Germania da ranz Fischer e Hans Tropsch nel 1923. Durante la Seconda Guerra Mondiale usò la creazione di olio sintetico per produrre oli sostituti usando il processo Bergius (dal carbone), il processo Fischer–Tropsch (acqua gas), e altri metodi (Zeitz usava i processi TTH e MTH ).[13][14] Nel 1931, Il British Department of Scientific and Industrial Research a Greenwich, in Inghilterra preparò una piccola attrezzatura dove l'idrogeno era combinato con il carbone a una pressione estremamente alta per produrre un carburante sintetico.


Le fabbriche che usavano il processo Bergius furono la più importante fonte dei tedeshi di gasolio di alta qualità per aerei, di olio, gomma, metanolo e ammoniaca sintetici e acido nitrico. Quasi un terzo della produzione Bergius era prodotta dalle fabbriche in Pölitz e Leuna, con un terzo in più in altre 5 fabbriche (Ludwigshafen aveva una fabbrica Bergius molto più piccola che "migliorava la qualità del gasolio attraverso la deidrogenazione" usando il processi DHD). I gradi di carburante sintetico includevano "T.L. carburante per jet", "gasolio per aerei di prima qualità", "gasolio di base per aerei", e "gasolio-olio di mezzo"; e anche "gas produttore" e diesel furono sintetizzati in carburante ( per esempio carri armati convertiti usavano gas produttore). All'inizio del 1944, la produzione di combustibile sintetico in Germania raggiunse più di 124.000 barili al giorno (19.700 m cubi) da 25 fabbriche incluse 10 nell'area Ruhr.

Classificazione e principi

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Il termine 'combustibile sintetico' ha diverse definizione che posso includere diversi tipi di combustibile. Le difinizioni piu tradizioneli es. la definizione data da International Energy Agency, definisce il 'combustibile sintetico' come qualsiasi combustibile liquido ottenuto dal carbone o dal gas naturale.[1] La Energy Information Administration definisce i combustibili sintetici nella sua Prospettiva Anuale dell'Energia 2006, come combustibili ricavati dal carbone, gas naturale, o biomasse attraverso la conversione chimica in synthetic crude e/o prodotti sintetici liquidi.[2] Un certo numero di definizioni del combustibile sintetico includono anche combustibili prodotti da biomasse e rifiuti industriali o cittadini.[3][4][5] The definition of synthetic fuel may also consist of oil sands and oil shale as synthetic fuel's sources and in addition to liquid fuels also gaseous fuels are covered.[6] On his 'Synthetic fuels handbook' a petrochemist James G. Speight included liquid and gaseous fuels as well as clean solid fuels produced by conversion of coal, oil shale or tar sands, and various forms of biomass, although he admits that in the context of substitutes for petroleum-based fuels it has even wider meaning. Depending the context, also methanol, ethanol and hydrogen may be included.[7][8]

References

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  1. ^ Tracking Industrial Energy Efficiency and [[:Template:CO2]] Emissions (PDF), Paris, OECD/IEA, 2007, p. 289, ISBN 978-92-64-03016-9. URL consultato il 9 luglio 2009. Wikilink compreso nell'URL del titolo (aiuto)
  2. ^ Annual Energy Outlook 2006 with Projections to 2030 (PDF), Washington, D.C., Energy Information Administration, 2006, pp. 52–54, DOE/EIA-0383(2006). URL consultato il 9 luglio 2009.
  3. ^ Prachi Patel, A comparison of coal and biomass as feedstocks for synthetic fuel production, in Alternative energy sources: an international compendium, MIT Technology Review, 21 dicembre 2007.
  4. ^ M. J. Antal, Fuel from waste. A portable system converts biowaste into jet fuel and diesel for the military, Hemisphere, 1978, p. 3203, ISBN 978-0-89116-085-4.
  5. ^ S. S. Thipse, C. Sheng, M. R. Booty, R. S. Magee e E. L. Dreizin, Synthetic fuel for imitation of municipal solid waste in experimental studies of waste incineration, in Chemosphere, vol. 44, n. 5, Elsevier, 2001, pp. 1071–1077, DOI:10.1016/S0045-6535(00)00470-7.
  6. ^ Sunggyu Lee, James G. Speight e Sudarshan K. Loyalka, Handbook of Alternative Fuel Technologies, CRC Press, 2007, p. 225, ISBN 978-0-8247-4069-6. URL consultato il 14 marzo 2009.
  7. ^ Sunggyu Lee, Methanol Synthesis Technology, CRC Press, 1990, p. 1, ISBN 978-0-8493-4610-1. URL consultato il 9 luglio 2009.
  8. ^ Daniel N. Lapedes, McGraw-Hill encyclopedia of energy, McGraw-Hill, 1976, p. 377, ISBN 978-0-07-045261-9.