Utente:Bruno Sebastiani/Sandbox

Il Cancrismo è la teoria secondo cui la mutazione genetica responsabile della crescita spropositata dell’encefalo degli appartenenti al genere Homo ha trasformato questi ultimi in agenti distruttori della biosfera, analogamente a quanto accade alle cellule animali quando da sane si trasformano in tumorali. È stata enunciata da vari autori in diverse forme e con un ampio ventaglio di sfumature. Dal 2015 ha iniziato ad essere esposta con sistematicità nei saggi di Bruno Sebastiani.

La nocività della ragione nei classici della letteratura

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Nella Prima parte di “Faust” (Prologo in cielo) Mefistofele si rivolge a Dio con queste parole: “Il piccolo dio del mondo (l’uomo) […] vivrebbe un po’ meglio se tu non gli avessi dato il riflesso della luce celeste, ch’egli chiama ragione e usa soltanto per essere più bestia di ogni bestia.”

Nei “Ricordi dal sottosuolo” il protagonista afferma: “[…] aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia […] sono fermamente convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.”

Ne “La gaia Scienza” vi è l’aforisma “Critica degli animali”: “Temo che gli animali vedano nell’uomo un essere loro uguale che ha perduto in maniera estremamente pericolosa il sano intelletto animale: vedano cioè in lui l’animale delirante, l’animale che ride, l’animale che piange, l’animale infelice.”

Contributi alla nascita del Cancrismo in autori contemporanei

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Peter Wessel Zapffe, filosofo norvegese, nel suo saggio “L’Ultimo Messia” scrive: “Una notte di un tempo remotissimo, un uomo si svegliò e vide se stesso. Vide che era nudo nell’immensità, senza patria nel suo stesso corpo. Tutte le cose si dissolvevano nel suo pensiero: meraviglia dopo meraviglia, orrore dopo orrore, tutto si svelava alla sua mente. […] Cos’era successo? Una breccia nella profonda unità della vita, un paradosso biologico, un abominio, un’esagerazione di portata disastrosa. La vita aveva superato il suo obiettivo, staccandosi via dal resto. Una specie troppo pesantemente armata di uno spirito possente, era divenuta una minaccia per la propria salvezza.”

Alan Gregg, Vice Presidente della Fondazione Rockefeller, nel 1954 presenta al meeting dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS) una relazione dal titolo “A Medical Aspect of the Population Problem” in cui paragona l’incremento della popolazione umana sulla Terra alla crescita esponenziale delle cellule malate nei tumori maligni. Il testo è pubblicato su Science (13 maggio 1955).

Arthur Koestler ne “Il Fantasma dentro la Macchina” (1967) scrive: “L’evoluzione è stata paragonata a un labirinto di vicoli ciechi, e non c’è nulla di strano o improbabile nella tesi che la dotazione originale dell’uomo, ancorché superiore a quella di ogni altra specie vivente, contenga tuttavia qualche errore o carenza che lo predispongono all’auto-distruzione.”

Emil Cioran ne “L’inconveniente di essere nati” (1973) definisce l’uomo un tumore maligno del pianeta nel famoso aforisma: “Alberi massacrati. Sorgono case. Facce, facce dappertutto. L’uomo si estende. L’uomo è il cancro della terra.”

Warren Hern, medico americano fondatore e direttore di una clinica per aborti e membro fondatore della “National Abortion Federation”, è autore di vari saggi sulla cancerogenità dell’essere umano per la biosfera , argomento che tratta anche in numerosi convegni.

Nel 1992 lo scrittore americano free-lance Frank Forencich pubblica un articolo dal titolo “Homo Carcinomicus – a look at planetary oncology”.

Nel 1996 l’americano Allan Kent MacDougall, ex-giornalista del Los Angeles Time e del Wall Street Journal, scrive l’articolo “Humans as Cancer”.

Nel 1999 il dottor Daniel R. Wilson, dell’Università di Cincinnati, Ohio, scrive una lettera alla rivista “Antropology Today”, in cui delinea la storia dell’umanità come il manifestarsi di un cancro del globo terrestre. Questo intervento diviene famoso in quanto suscita l’interesse di Claude Lévi-Strauss, che ne parla in un articolo apparso in Italia sul quotidiano “Repubblica” il 9 marzo 2000.

Nel 2012 appare in rete un articolo dello storico, politico e zoologo italiano Rutilio Sermonti dal titolo “La Terra? Muore di cancro”.

Nel 2014 Daniel Pauly, professore di Biologia marina dell’University of British Columbia di Vancouver, offre un nuovo contributo alla teoria con l’articolo “Homo sapiens – cancer or parassite”.

La teoria di Bruno Sebastiani

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L’autore italiano Bruno Sebastiani dal 2015 inizia a pubblicare una serie di saggi in cui viene esposta in modo sistematico la teoria secondo cui l’essere umano, a seguito della abnorme evoluzione patìta dal suo cervello, si è trasformato in cellula tumorale del pianeta Terra.

Il Cancro del Pianeta

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Il primo libro è “Il Cancro del Pianeta” (edito nel 2015 in self-publishing e ripubblicato poi nel 2017 dall’editore Armando di Roma).

Il Cancro del Pianeta Consapevole

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Il secondo libro è “Il Cancro del Pianeta Consapevole” (Armando Editore, Roma 2018).

L’Impero del Cancro del Pianeta

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Nel maggio 2020 uscirà il terzo libro “L’Impero del Cancro del Pianeta” presso l’editore Mimesis di Milano.

Articoli e Saggi vari

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La teoria è anche illustrata in numerosi articoli pubblicati su vari siti e raccolti nel blog dell’autore.

L’autore accetta l’evoluzionismo come unica teoria in grado di fornire spiegazione alle progressive modifiche strutturali responsabili della crescita biologica degli esseri viventi. Attribuisce peraltro valore negativo alla modifica genetica che ha consentito all’encefalo degli appartenenti al genere Homo di espandersi in modo eccessivo. Tale modifica, nell’ottica del Cancrismo, ha infatti concesso alle varie specie di Homo (e a Homo sapiens in particolare) di godere di un incomparabile vantaggio nella lotta per la vita, al punto da permettergli di dominare l’intera biosfera e di alterare radicalmente l’equilibrio ambientale, ma non gli consente di ricostituire un nuovo equilibrio altrettanto valido e duraturo, condannandolo così a perire insieme al corpo dell’organismo ospitante. Questo comportamento è del tutto simile a quello delle cellule animali che si trasformano in cellule cancerogene a seguito di una o più mutazioni genetiche. Inoltre la crescita numerica di tipo iperbolico della popolazione umana e la sua diffusione in ogni luogo rappresentano due ulteriori testimonianze a favore del Cancrismo per l’analogia che se ne può ricavare con il fenomeno della metastatizzazione. La teoria è avversata da chi nega l’evoluzionismo a favore dell’ipotesi creazionista e trova anche molte resistenze nel mondo ambientalista a causa della sua estrema radicalità.