Utente:Christian Metta/Sandbox

Sorgenti della Nova
CiviltàCultura protovillanoviana
Utilizzoabitato
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneFarnese (Italia)
Scavi
Data scoperta1974
Mappa di localizzazione
Map

Sorgenti della Nova è un sito archeologico dell'età del bronzo situato nel cuore della Maremma tosco-laziale, al limite occidentale della provincia di Viterbo e del comune di Farnese, nel punto in cui il fosso La Nova segna il confine con la Toscana. L’area è quasi completamente isolata e questo l’ha risparmiata da un’intensa urbanizzazione. Sulle carte dell'Istituto Geografico Militare IGM il sito è denominato “La Roccaccia”, ma nella terminologia locale viene definito “Castellaccio”; entrambi i toponimi fanno riferimento ad un castello abbandonato i cui ruderi e, in particolare, i resti di una torre sono ben visibili dalle aree circostanti[1].

Storia delle ricerche

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I primi saggi vennero effettuati da Rittatore Vonwiller nel 1968: essi permisero di evidenziare una frequentazione del sito durante la fine dell'età del bronzo (XII-X sec. a.C.). Negli anni 1972-1973, l’area venne interessata da lavori di una cava di pomice che intaccò pesantemente i fianchi della rupe, in particolare quello settentrionale e il fronte occidentale. Durante le operazioni di escavazione molti resti archeologici furono travolti dalle ruspe e la struttura dell'insediamento ne rimase gravemente alterata; infatti, un'intera porzione dell'abitato andrò distrutta, si perse il diretto collegamento con la fonte, il fosso della Porcareccia venne interrato e l'antica struttura idrica ne risultò stravolta[2], [1]. Dal 1974 iniziarono gli scavi sistematici che continuano senza interruzioni ancora oggi e che hanno permesso una graduale scoperta dell’abitato[2][1]. Dal 1976 lo scavo è sotto la direzione di Nuccia Negroni Catacchio prima per conto dell’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze dell’Antichità[2][1] e dal 2009 del Centro Studi di Preistoria e Archeologia (CSP) Milano, concessionari dello scavo, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria Meridionale[3].

L'abitato dell'età del bronzo

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Rupe di Sorgenti della Nova (Farnese, VT) (Foto Archivio del Centro Studi di Preistoria e Archeologia)

L’abitato dell'età del bronzo di Sorgenti della Nova si estendeva pressoché completamente sulla rupe di tufo e pomice limitata dai corsi d'acqua della Varlenza e della Porcareccia. Nell'insediamento sono stati identificati quattro diversi tipi di strutture abitative[2][1]: capanne a base incassata[4], di limitata estensione, concentrate nella parte sud-occidentale della sommità della rupe; abitazioni a pianta ellittica con fondazione su canalette, localizzate sulla sommità pianeggiante della rupe e sui fianchi dove i terrazzamenti presenti erano stati ampliati artificialmente; grotte artificiali scavate nel banco tufaceo estese su tutti i fianchi; lunghe abitazioni monumentali a fossato disposte ai piedi della rupe[1].

Settore I

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Il settore I occupava il pianoro su versante occidentale alla sommità della rupe di Sorgenti della Nova, ad una quota di 290-295 m sul livello del mare: le indagini hanno permesso di evidenziare tre capanne a base incassata e strutture di servizio scavate nel banco tufaceo, che dominavano dall’alto la sorgente e avevano una posizione privilegiata protetta, ma anche proiettata verso la principale via di accesso e di collegamento verso l’esterno[5].

Capanna 1: presenta una pianta ellittica con pareti curvilinee, è incassata nella roccia per circa 115 cm nell’area a monte e per circa 70 in corrispondenza dell’ingresso. Il pavimento è piatto e presenta come unica struttura accessoria una canaletta, essa era probabilmente destinata ad alloggiare una parete divisoria in materiale deperibile, che divideva il vano principale da uno accessorio, oppure una struttura che costituiva un piano rialzato rispetto al pavimento. Completa la struttura l’ingresso articolato in due gradini, più un terzo esterno e di dimensioni minori, il gradino centrale presenta in prossimità dell’accesso all’ambiente una canaletta che prosegue nelle pareti laterali dove sono stati realizzati due buchi di palo simmetrici e orizzontali; la canaletta alloggiava il portello e i buchi dovevano ospitare il paletto di fissaggio della porta . Nella parte esterna della capanna 1 sono presenti alcuni buchi di palo circolari, situati lungo il perimetro dell’abitazione e destinati ad alloggiare i montanti lignei dell’alzato[6].

Capanna 2: situata nella parte centrale del settore I, la capanna 2 ha pianta sub-circolare con ingresso rivolto a ovest e anch’essa presenta base incassata. Il piano pavimentale è privo di altre strutture, mentre l’ingresso si articola in un gradino sulla cui superficie sono stati ricavati buchi di palo di forma sub-ellittica . I buchi di palo posizionati in corrispondenza dell’ingresso sono da mettere in relazione al sistema di chiusura, impostato su due cardini lignei alloggiati nei buchi[7].

Capanna 3: si differenzia dalla precedenti per forma e stato di conservazione. La capanna 3 ha attualmente forma sub-rettangolare con spigoli arrotondati ed è orientata est-ovest: la forte erosione ha compromesso la struttura, rendendo difficile la lettura delle pareti scavate nella roccia e quindi della forma complessiva originale. Intorno al perimetro sono visibili buchi di palo circolari, la loro collocazione lungo i lati permette di ipotizzare che essi siano in connessione con l’alzato e con la copertura. All’interno sono stati rinvenuti due focolari che presentano analoga forma: sono ovali e leggermente scavati nella roccia di base[8].

Settore III

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Il settore III invece si apre a mezza costa sul versante settentrionale e risulta fortemente intaccato dai lavori di cava, oltre che dal naturale processo di erosione della roccia: si tratta di un pianoro artificiale stretto e allungato, su cui sono state costruite due abitazioni a pianta ellittica di grandi dimensioni, protette a monte dalla parete rocciosa, che ne segue esattamente l’andamento. In essa si aprono numerose grotte di varie dimensioni, di diversa funzione[9]. Esisteva inoltre il cosiddetto “settore III distrutto” (III D): si tratta di un’area posta sempre sul versante settentrionale, così chiamata perché completamente devastata dai lavori di cava, in cui è stato possibile documentare la presenza di alcune grotte e di un forno[1].

Settore IV

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Il settore IV è situato nella parte ovest del versante settentrionale, ad una quota compresa tra 239 e 242 m sul livello del mare, probabilmente lungo un’area terrazzata. In questo punto la cava non si è limitata ad asportare la porzione superiore delle strutture, ma ne ha distrutto la parte anteriore, lasciando in molti casi solo il fondo delle grotte artificiali; ne sono state rinvenute sette. Le grotte di questo settore presentano una caratteristica mancante alle altre finora note: l’ambiente principale, in genere a pianta sub-rettangolare, termina in una grande abside o in una nicchia . Delle grotte 1, 3, 5 e 6 resta solo la parte terminale, probabilmente quella corrispondente alla nicchia, ma è anche possibile che queste strutture fossero di dimensioni minori. Della grotta 2 sono ancora visibili una porzione della camera principale e l’intero ambiente posteriore; alla grande nicchia della grotta 4 si accede mediante un ampio gradone ad arco di cerchio e l’apertura era dotata di una porta lignea di cui restano i buchi dei cardini. Della grotta 7 deve essere stata asportata solo la parte corrispondente all’ingresso, mentre sono relativamente ben conservati l’ambiente principale a pianta quadrangolare (5 x 4,5 m) con gli angoli arrotondati e l’abside sub-circolare (2,5 x 3,6 m)[10].

Settore V

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Il settore V è costituito da una striscia monte-valle posta sul versante meridionale, che va dalla sommità della rupe ai suoi piedi. La sua esplorazione ha fornito un quadro complessivo del sistema insediativo, evidenziando una serie di terrazzamenti artificiali su cui si distribuivano le strutture abitative. Dal basso verso l’alto si distinguono le seguenti ripartizioni: il settore Va con un’ampia grotta artificiale[11], il Vb con la struttura a fossato[2][1], il Vc con un’abitazione a pianta ellittica e due grotte[2][1], il Vd con una grande abitazione di epoca medievale[12] e infine il Ve, con una struttura a base incassata articolata in due ambienti[13].

Settore IX

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Il settore IX è collocato sul versante settentrionale della rupe, poco sotto la sommità. L’area è interessata da un ampio terrazzamento artificiale, sul quale si sono susseguite nel tempo tre grandi abitazioni a pianta ellittica con fondazione su canalette. Nella parete a monte, inoltre, sono state create nella roccia numerose strutture che rendono questo settore similare al Settore III collocato sullo stesso versante ma su un terrazzo sottostante. Tuttavia delle tre abitazioni si conserva solo la metà a monte, la restante è stata distrutta dal taglio dell’abitazione più recente e dai fenomeni erosivi riscontrati anche in altri settori dell’abitato, come il Sett. III e il Sett. Vc[1].

Settore XII

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Il settore XII è situato sul versante meridionale e nell’area sommitale orientale della rupe: qui sono state portate alla luce alcune strutture a base incassata, tra cui una capanna articolata in due ambienti[4].

Settore XIII

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Il settore XIII si trova anch’esso sul versante meridionale della rupe, nella sua parte più orientale. È composto da tre grotte che mostrano tracce di frequentazione protostorica e riadattamenti di epoca medievale. Gli scavi, ancora in corso, hanno per ora riguardato la grotta situata più ad est e l’area antistante; presso quest’ultima, la roccia di base appare in pendenza verso sud-ovest e sembra esservi presente un ampio incasso che attraversa tutto il settore, parallelamente all’andamento del pendio, le cui tracce sono state individuate anche al di fuori dell’area scavata in direzione est: sembra trattarsi di un percorso, forse una strada, che in epoca antica doveva collegare le varie zone dell’abitato. Altro elemento di interesse venuto alla luce è un probabile sistema di deflusso delle acque, costituito da una vasca interna alla grotta e da una serie di canalette ad essa collegate[14].

L'abitato medievale

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L’abitato protostorico di Sorgenti della Nova venne abbandonato all’inizio dell’età del ferro (X sec. a.C.) e solo scarsi materiali ne indicano una frequentazione occasionale in età etrusca e romana, forse sporadicamente anche in epoca longobarda. La rioccupazione stabile della rupe sembra ipotizzabile tra l’XI e il XII secolo; proprio in questo periodo viene infatti a formarsi il primo nucleo dell’abitato di Castiglione, che dalle informazioni d’archivio sembra essere un centro rilevante già dalla seconda metà del XII secolo[12].L’insediamento medievale mostra un’estensione maggiore di quella ipotizzata in un primo momento, quando sembrava limitato alla sola sommità della rupe e quindi di dimensioni minori rispetto all’abitato dell’età del bronzo. In realtà oltre alla sommità, dove troviamo l’area signorile con i ruderi della torre e i resti della chiesa e dell’area cimiteriale, occupa anche tutti i versanti della collina, con grotte artificiali talvolta realizzate ampliando strutture protostoriche e case in parte scavate nella roccia e in parte costruite in elevato[15], [16], [17], [18]. Accanto a questo tipo di strutture si può ipotizzare la presenza di abitazioni lignee, di cui restano i buchi di palo della fondazione, quasi indistinguibili dalle più antiche capanne dell’età del bronzo. L’abbandono del sito dovrebbe collocarsi nel più generale fenomeno di abbandono degli abitati fortificati d’altura seguito alla grande crisi trecentesca. Durante gli scavi tuttavia sono state identificate tracce e raccolti materiali che testimoniano una frequentazione sporadica ma continua dell’area fino a età moderna anche dopo la cessazione della vita dell’abitato medievale.

  1. ^ a b c d e f g h i j N. Negroni Catacchio (a cura di) 1995, Sorgenti della Nova: L’abitato del Bronzo Finale, in Origines, collana a cura dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze
  2. ^ a b c d e f N. Negroni Catacchio (a cura di) 1981, Sorgenti della Nova - Una comunità protostorica e il suo territorio nell'Etruria meridionale, Catalogo della mostra, CNR, Roma
  3. ^ Sito web istituzionale, su sabapviterboetruria.cultura.gov.it.
  4. ^ a b N. Negroni Catacchio, V. Gallo 2018, Le capanne a base incassata di Sorgenti della Nova, nel quadro delle analoghe strutture dell’Italia medio-tirrenica tra età del bronzo e inizio dell’epoca etrusca, in PPE.Atti XIII, pp. 809-834.[1]
  5. ^ A. Massari 2004, Le capanne del settore I, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 2, Milano
  6. ^ A. Massari 2004, Le capanne del settore I, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 2, Milano
  7. ^ A. Massari 2004, Le capanne del settore I, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 2, Milano
  8. ^ A. Massari 2004, Le capanne del settore I, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 2, Milano
  9. ^ A. Dolfini 2002, Le abitazioni a pianta ellittica del settore III, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. I, Milano.
  10. ^ C. Cremonesi 2006, La grotta 7 del settore IV: un luogo di culto nell'abitato, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 4, Milano
  11. ^ G. Pasquini 2014, La grotta e la “fossa” del settore Va, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 5, Milano
  12. ^ a b D. Felline 2022, Sorgenti della Nova. L’abitato medievale, Ricerche e scavi del Centro Studi di Preistoria e Archeologia. Collana di Studi a cura di N. Negroni Catacchio, Milano
  13. ^ M. Cardosa, A. Passoni 2004, La capanna del settore Ve, “Sorgenti della Nova. I materiali”, collana del Centro Studi di Preistoria e Archeologia a cura di Nuccia Negroni Catacchio, Vol. 3, Milano
  14. ^ N. Negroni Catacchio, V. Gallo, C. Metta, D. Felline 2020, Nuovi dati sull’abitato di Sorgenti della Nova (Farnese, VT) : primi risultati dal settore XIII, in PPE.Atti XIV, pp. 611-626.
  15. ^ H. Gardner McTaggart 1984, Sorgenti della Nova (com. di Farnese, Viterbo). The Medieval Excavation Preliminary Report 1983, in "Archeologia Medievale", XI, 1984, pp. 309-313
  16. ^ H. Gardner McTaggart 1985, M. Geschwinde, Sorgenti della Nova-Castellaccio (com. di Farnese, VT). The medieval excavations 1984 and 1985. Preliminary reports, in "Archeologia Medievale", XII, 1985, pp. 535-541
  17. ^ H.O. Pollmann 1986, Sorgenti della Nova – Castellaccio di Citignano (com. di Farnese, Viterbo).The excavation 1986, in "Archeologia Medievale", XIII, 1986, pp. 331-332
  18. ^ H.O. Pollmann 1989, Sorgenti della Nova – Castellaccio di Citignano (Com. di Farnese, Viterbo). The excavations 1987 and 1988. Preliminary report, in "Archeologia Medievale", XVI, 1989, pp. 523-524

Bibliografia

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  • Cecilia Cremonesi, La grotta 7 del settore IV: un luogo di culto nell'abitato, a cura di Nuccia Negroni Catacchio, collana Sorgenti della Nova. I materiali, vol. 4, Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2006.
  • Andrea Dolfini, Le abitazioni a pianta ellittica del settore III, a cura di Nuccia Negroni Catacchio, collana Sorgenti della Nova. I materiali, vol. 1, Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2002.
  • Denise Felline, Sorgenti della Nova. L’abitato medievale, a cura di Nuccia Negroni Catacchio, collana Ricerche e scavi del Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2022.
  • H. Gardner McTaggart e M. Geschwinde, Sorgenti della Nova (com. di Farnese, Viterbo). The Medieval Excavation 1983. Preliminary Report, in Archeologia Medievale, XI, 1984, pp. 309-313.
  • Nuccia Negroni Catacchio, Sorgenti della Nova : una comunità protostorica e il suo territorio nell'Etruria meridionale, collana Catalogo della mostra, Roma, Consiglio nazionale delle ricerche, 1981.
  • Nuccia Negroni catacchio, Sorgenti della Nova : l'abitato del bronzo finale, Firenze, Istituto italiano di preistoria e protostoria, 1995.
  • Nuccia Negroni Catacchio e Massimo Cardosa, Sorgenti della Nova. Un abitato tra Protostoria e Medioevo. Guida allo scavo, Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2007.
  • Nuccia Negroni Catacchio e Veronica Gallo, Le capanne a base incassata di Sorgenti della Nova, nel quadro delle analoghe strutture dell’Italia medio-tirrenica tra età del bronzo e inizio dell’epoca etrusca, in Atti del XIII Incontro di Studi di Preistoria e Protostoria in Etruria "Armarsi per comunicare con gli uomini e con gli Dei Le armi come strumenti di attacco e di difesa, status symbol e dono agli Dei .Ricerche e scavi", Milano, 2018, pp. 809-834.
  • Nuccia Negroni Catacchio, Veronica Gallo, Christian Metta, Denise Felline, Nuovi dati sull’abitato di Sorgenti della Nova (Farnese, VT) : primi risultati dal settore XIII, in Atti del XIV Incontro di Studi di Preistoria e Protostoria in Etruria, "Archeologia dell’abitare. Insediamenti e organizzazione sociale prima della città. Dai monumenti ai comportamenti", Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2020, p. 611-626.
  • Alessandra Massari, Le capanne del settore I, a cura di Nuccia Negroni Catacchio, collana Sorgenti della Nova. I materiali, vol. 2, Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2003.
  • Giulia Pasquini, La grotta e la “fossa” del settore Va, a cura di Nuccia Negroni Catacchio, collana Sorgenti della Nova. I materiali, vol. 5, Milano, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, 2014.
  • H.O. Pollmann, Sorgenti della Nova – Castellaccio di Citignano (com. di Farnese, Viterbo). The excavation 1986, in Archeologia Medievale, XIII, 1986, pp. 331-332.
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Voci correlate

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